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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Teramo: Abbazia di Santa Maria di Propezzano (Morro d’Oro) - Info Point Regione Abruzzo

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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Teramo: Abbazia di Santa Maria di Propezzano (Morro d’Oro)

Le meraviglie > Chiese e Santuari > Nel Teramano
Le Chiese e i Santuari in Abruzzo – Provincia di Teramo
 
Morro D'Oro conserva numerosi splendidi monumenti di varie epoche storiche, tra cui spiccano, nel centro del paese, la chiesa di S. Salvatore (1331), che custodisce una pregevole Madonna in terracotta policroma e alcune pitture su tela del seicento di Francesco Ragazzino. A qualche chilometro dal centro abitato il territorio di Morro D'Oro rifulge per la presenza della stupenda Abbazia di "S. Maria di Propezzano", fondata agli inizi dell'VIII secolo sotto Papa Gregorio II. La chiesa, uno dei Templi del cattolicesimo più belli ed antichi dell'intero Abruzzo, è Monumento Nazionale dal 1902. L'abbazia era molto apprezzata nel medioevo per la sua attività spirituale e diversi Pontefici la vollero premiare con la concessione di privilegi ed indulgenze. Chiesa di Santa Maria di Propezzano a Morro d'Oro: Il complesso conventuale di S. Maria di Propezzano (XIII / XIV sec.) sorge nel luogo dove la leggenda narra che sia apparsa la Madonna il 10 maggio del 715. Un enigma avvolge la costruzione della chiesa che, contrariamente alla successione storica degli stili: romanico, gotico, inspiegabilmente è stata iniziata in forme gotiche ed ultimata in forme romaniche. La facciata consta di tre parti di diversa altezza: le prime due concluse dal coronamento orizzontale, mentre la parte di destra è accorpata nel convento. Il corpo centrale ha un modesto corpo a tre archi ogivali appena accennati sotto il quale si apre il portale con gli antichi battenti e, intorno, resti di affreschi quattrocenteschi. Sopra il portico un oculo e, più in alto, un sobrio rosone. Il corpo di sinistra, d'altezza inferiore, ha un decorato portale detto "Porta Santa" che si apre solo il 10 maggio e il giorno dell'Ascensione. Appena arretrata rispetto alla facciata è la scarna Torre Campanaria quadrangolare. L'interno della Chiesa di Santa Maria di Propezzano a Morro d'Oro è a tre ampie navate divise da archi a tutto sesto e conserva resti di affreschi quattrocenteschi. Notevole è nell'attiguo convento il rustico Chiostro a pianta quadrata con doppio ordine di arcate a tutto sesto e pozzo nel mezzo; nelle lunette del Chiostro affreschi seicenteschi del pittore polacco Sebastiano Majescki. Nel refettorio affreschi cinquecenteschi di un ingenuo gusto popolaresco. Dove: Morro d'Oro Tipologia: Abbazia Periodo: secoli VIII-XIV. Fondazione e storia. L’abbazia, secondo la leggenda fondata nel 715, sorge nel comune di Morro d’Oro, nei pressi di Notaresco. Un’antica tradizione orale, poi riportata in una lunga iscrizione affrescata nel XV secolo sul prospetto della chiesa dal frate Andrea Cerone, racconta che la chiesa fu costruita a seguito di una divina richiesta: quando tre pellegrini tedeschi di ritorno dalla Terra Santa e in viaggio verso Roma sostarono in quella zona sotto un albero di Corniolo, la Vergine apparve loro in sogno mostrando il modello del tempio che desiderava fosse edificato in quel luogo. Fu così che i pii uomini costruirono la chiesa e la dedicarono a Maria; il pontefice Gregorio II appresa la notizia giunse da Roma, celebrò il rito e consacrò l’altare il 10 maggio del 715, donando alla chiesa importanti indulgenze. Tuttavia la trascrizione, pur rimanendo un importante documento, contiene alcune inesattezze, come il fatto che Gregorio II salì sul soglio pontificio solo il 19 maggio di quell’anno. Successivamente papa Bonifacio IX nel 1393 assegnò ulteriori privilegi e indulgenze alla chiesa di Chiesa di Santa Maria di Propezzano a Morro d'Oro e così fece anche il papa Martino V nel 1427, sperando di garantire una maggiore affluenza di fedeli alla chiesa. Alla fine del Quattrocento la famiglia degli Acquaviva d’Atri dominava il territorio circostante e giunse a impadronirsi anche di Propezzano, cosicché i suoi membri si alternarono alle cariche ecclesiastiche più importanti fino alla metà del Settecento. Seguì il patrocinio dei Pirelli fino a che all’inizio dell’Ottocento il marchese di Steirlich comprò il territorio comprensivo del convento. Oggi la chiesa appartiene alla diocesi di Teramo e alla parrocchia di Morrod’Oro. La facciata. A parte alcuni frammenti scultorei conservati all’interno della chiesa non rimane nulla dell’originaria costruzione del VIII secolo. L’abbazia, così come la vediamo oggi, risale alla seconda metà del Duecento e presenta gli elementi principali dell’architettura tardo romanica. Gli studiosi hanno trovato molte vicinanze stilistiche con il Duomo di Atri e con l’edilizia ecclesiastica borgognona. La ricostruzione avvenne in un momento di grande ricchezza e prestigio della zona e inaugura il ruolo di preminenza della chiesa rispetto al passato. Il prospetto, caratterizzato da uno sviluppo tendenzialmente orizzontale e rivestito di mattoncini in cotto, è molto articolato: alla facciata romanica è addossato un portico a tetto, mentre in corrispondenza della parte più bassa sulla destra si erge la torre campanaria, risalente al 1371. Le forme in generale sono semplici e severe, con poche concessioni decorative: il grande rosone superiore realizzato in cotto presenta più fasce concentriche con piccoli decori. Subito sotto un secondo rosone è stato aperto durante un recente restauro. Atri (Te). La cattedrale di Atri, eretta alla fine del Duecento sul luogo di una chiesa del IX sec. e, prima di questa, di un tempio della città romana Hatria, si affaccia sulla piazza di Atri. La splendida facciata, costruita in pietra di Bisenti, ha un imponente rosone a dodici raggi e un ricco portale eseguito da Rainaldo di Atri nei primi anni del trecento. Il lato destro è impreziosito da tre portali: il primo, di chiaro stile gotico, è di Rainaldo (1305); il secondo (1288) e il terzo (1302) sono di Raimondo del Poggio; tutti e tre hanno affreschi nelle lunette. Il campanile, alto più di 54 metri è stato ultimato alla fine del quattrocento da Antonio da Lodi con un tamburo ottagonale con bifore e ciotole maiolicate e rappresenta il prototipo dei campanili non solo teramani, ma anche abruzzesi. L’interno è a tre navate scandite da archi gotici; singolare è l’acquasantiera con donna rappresentata in costume tradizionale atriano. Il pavimento del presbiterio lascia intravedere, da lastre di cristallo, i mosaici di edificio termale romano. Ma il vero gioiello della chiesa sono gli affreschi del coro, ancora ben conservati, dipinti da Andrea de Litio (1450/1480) e che rappresentano il più grande ciclo pittorico del Rinascimento abruzzese. dipinti, diviso in tre fasce e composti da 101 pannelli, racconta le storie di Gesù e di Maria con una ricchezza di particolari attinti dal mondo quotidiano dell’artista. Notevole anche il chiostro duecentesco a tre ordini di arcate con al centro un raffinato pozzo decorato con volute nel 1763. Dal chiostro si scende nella Conserva d’acqua ricavata da una cisterna romana del II sec. d.C. che alimentava le terme; interessante il portale con rilievi del XI sec. e i cicli pittorici interni quattrocenteschi.Abbazia di Santa Maria di Propezzano (Morro d’Oro)

Comune: 66020 Morro d'Oro
Indirizzo: Strada Provinciale 22c – 64020 Morro D’Oro.

Il complesso di Santa Maria di Propezzano si trova nella valle del Vomano, a breve distanza dall'abitato di Morro D'Oro. Le origini dell'abbazia sono legate alla leggenda dell'apparizione della Vergine, che, propizia ai miseri, fece la sua comparsa il 10 maggio 715 nel luogo dove sorgeva già una chiesetta, che su richiesta della Madonna fu ampliata. La notizia dell'apparizione è riportata nella bolla pontificia con cui Bonifacio IX concesse alla chiesa delle indulgenze (Bindi, rist. anast. 1889), ed è stata tramandata attraverso un'iscrizione quattrocentesca affrescata sulla facciata della chiesa e tramite episodi dipinti ad affresco sia all'interno della chiesa (XIV secolo) che nel chiostro (XVI secolo).
L'esistenza di una chiesetta precedente al 715 non trova molte conferme documentarie o strutturali. I dati storici, che si possono ricavare dall'iscrizione sulla facciata (oggi molto danneggiata), lasciano spazio a contraddizioni, come ha evidenziato l'Aceto nel suo studio (Aceto 1986). Non emergono tracce strutturali riferibili a una chiesa del VIII secolo, ma alcuni frammenti scolpiti reimpiegati nella facciata potrebbero datarsi all'VIII secolo. I rilievi mostrano affinità stilistiche con frammenti di nastri intrecciati provenienti da altre chiese abruzzesi, come San Giusta di Bazzano e San Giustino a Paganica, suggerendo una stessa mano, probabilmente di ispirazione longobarda.
L'impianto della chiesa, con navata unica e abside semicircolare, risale all'XI secolo. Il portale maggiore e alcune sculture erratiche rinvenute all'interno potrebbero riferirsi a questo periodo. Tuttavia, l'analisi delle strutture attribuisce l'attuale chiesa a una fase costruttiva successiva, risalente al XIV secolo. Lo schema planimetrico della chiesa presenta chiari influssi borgognoni, con elementi tardo romanici simili a quelli del Duomo di Atri e della chiesa cistercense di Santa Maria Arabona.
L'interno, interamente realizzato in cotto, è caratterizzato da una pianta rettangolare divisa in tre navate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri con semicolonne longitudinali e lesene trasversali che collegano la volta a crociera. I capitelli, semplici e geometrici, sono ingentiliti dal calore del cotto lavorato con cura. Sulla terza arcata di sinistra si trova un interessante ciclo di affreschi databile al 1499, che racconta la fondazione di Santa Maria e un'Annunciazione.
Nel presbiterio, rialzato da bassi gradini e privo di absidi, gli archi a sesto acuto e i pilastri polistili sorreggono una volta a crociera con costoloni. La differenza stilistica tra la navata e il coro suggerisce che l'edificio sia stato concepito come un progetto unitario, ma con una modifica in corso d'opera. L'Aceto ipotizza che l'architetto abbia lasciato il cantiere incompleto e che, senza la sua guida, si siano semplificate le forme nella navata.
L'architetto di Santa Maria potrebbe essere stato Raimondo di Poggio, scultore documentato ad Atri per la realizzazione dei portali del duomo e anche autore del disegno del portale laterale di Santa Maria di Propezzano, conosciuto come la "Porta Santa". Il portale laterale, riccamente ornato, è un punto focale della decorazione della chiesa. Gli stipiti sono decorati con colonnine a doppio nodo e tortiglione spezzato, che sorreggono capitelli rigogliosi, mentre l'archivolto è decorato con palmette, foglie a punta di diamante, motivi geometrici e tralci vegetali e animali. La decorazione della Porta Santa è attribuita a Raimondo di Poggio, in base alle analogie con il portale laterale del Duomo di Atri, datato 1302.
Il chiostro, risalente al XIV secolo, ha una pianta quadrata e presenta un portico con ampie arcate a tutto sesto sorrette da pilastri poligonali con capitelli cubici smussati agli angoli. Il loggiato superiore, probabilmente aggiunto nel Cinquecento, è composto da due arcatelle per ogni arcata del portico. Nel chiostro sono conservati affreschi seicenteschi di Sebastiano Majewski, mentre nel refettorio si trovano affreschi databili al 1597, raffiguranti storie della Vergine, tra cui la leggendaria apparizione al "Crognale", un albero di corniolo che segnò l'evento miracoloso.

Informazioni c/o il Municipio: Tel. 0861-895145
Stato di agibilità: Agibile
Le principali chiese e santuari presenti nella regione Abruzzo
Il Santuario della Madonna dello Splendore si trova a Giulianova, in provincia di Teramo, ed è uno dei luoghi di culto più importanti e venerati della regione. La sua fama è legata a un miracolo che risale al 1557, quando si narra che un’immagine della Madonna dipinta su tavola, trovata da un contadino, cominciò a irradiare una luce straordinaria. Questo evento, conosciuto come "lo Splendore", attirò subito l’attenzione dei fedeli, che cominciarono a recarsi in pellegrinaggio per venerare la sacra immagine. Il santuario, costruito per custodire l'immagine miracolosa, è un esempio di architettura barocca, con un imponente edificio che accoglie i visitatori in un'atmosfera di grande devozione e spiritualità. Ogni anno, il Santuario della Madonna dello Splendore diventa meta di numerosi pellegrini, specialmente durante la festa dedicata alla Madonna, che si celebra il 15 agosto. In quel giorno, la chiesa è luogo di preghiera e celebrazioni religiose, dove i fedeli si radunano per rendere omaggio alla Vergine e per chiedere grazie e benedizioni. Il santuario è anche noto per la sua bellezza artistica, con affreschi, altari decorati e un ambiente che favorisce la riflessione spirituale. La Madonna dello Splendore non è solo un simbolo di fede, ma anche un punto di riferimento culturale per la città di Giulianova, rappresentando un legame profondo tra la religiosità popolare e la tradizione storica della zona.Il culto nella provincia di Teramo è profondamente intrecciato con la storia e l’architettura religiosa del territorio, che ospita alcune delle più importanti chiese e santuari dell’Abruzzo. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, nel cuore di Teramo, è uno dei simboli principali della devozione locale, nota per il suo altare argenteo realizzato da Nicola da Guardiagrele e per il maestoso campanile romanico. A Giulianova, il Santuario della Madonna dello Splendore, circondato da ulivi e giardini, è meta di pellegrinaggi grazie alla tradizione legata a un’apparizione mariana. La fede nella provincia si esprime anche attraverso eventi e feste religiose che coinvolgono le comunità locali, rafforzando il senso di identità collettiva.
 La spiritualità della provincia trova una delle sue massime espressioni nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, situato ai piedi del Gran Sasso, uno dei santuari più visitati d’Italia. Questo luogo, dedicato al santo patrono dei giovani e degli studenti, attira ogni anno migliaia di fedeli per le sue celebrazioni e la sua atmosfera di raccoglimento. La provincia è inoltre ricca di abbazie e chiese storiche, come l’Abbazia di Santa Maria di Propezzano e l’Abbazia di San Clemente al Vomano, esempi eccellenti di architettura romanica e punti di riferimento spirituali per il territorio. Tra fede e paesaggi straordinari, il culto in provincia di Teramo rappresenta un viaggio tra storia, arte e devozione popolare.


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
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Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
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