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Sito archeologico in Provincia di Teramo: Area Archeologica di Interamna Praetutiana - Teramo (Te) - Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia di Teramo: Area Archeologica di Interamna Praetutiana - Teramo (Te) - Abruzzo

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia TE
I principali siti archeologici nella Provincia di Teramo - Abruzzo

L'Area Archeologica di Interamna Praetutiana a Teramo (TE) rappresenta una delle testimonianze più significative della storia antica della provincia di Teramo. Le origini della città sono avvolte nel mito, con alcune teorie che attribuiscono la fondazione ai Fenici. Questi navigatori, giunti nel territorio, avrebbero chiamato il luogo "Petrut", ossia "luogo elevato circondato dalle acque", gettando le basi per un emporio commerciale che, con il tempo, divenne la capitale del Pretutium con il nome di Interamnia Praetutiorum. Il sito si sviluppava su una lingua di terra delimitata dal fiume Tordino e dal torrente Vezzola, la cui confluenza a est garantiva un ambiente fertile e facilmente difendibile. Il nome Interamnia, derivante dal latino "inter amnes" (tra i fiumi), riflette la particolare posizione geografica della città. Il termine Praetutiorum richiama i Pretuzi, la popolazione italica che abitava la regione. La città fu un importante centro dei Pretuzi nella Regione V menzionata da Plinio il Vecchio, e la sua posizione strategica la rese un nodo fondamentale per i commerci e la comunicazione tra l'entroterra appenninico e la costa adriatica. Con il tempo, Interamnia si dotò di una rete viaria che la collegava a Roma attraverso una strada che attraversava Amiternum e si innestava nella via Salaria. Altri collegamenti permettevano di raggiungere Castrum Novum, Hadria e Asculum, rafforzando il ruolo della città come snodo commerciale e centro di scambi culturali. La costruzione di strade consolari contribuì a potenziare la crescita economica e l'importanza strategica del territorio, favorendo l'integrazione con il mondo romano. Secondo Frontino, la città iniziò come conciliabulum, un centro di aggregazione, per poi ottenere il titolo di municipium. L'antica Petrut, di presunta origine fenicia, si trasformò progressivamente in una città di rilievo, diventando la capitale del Praetutium. Il nome della popolazione locale ha lasciato tracce nella toponomastica attraverso i secoli, con i termini Pretutti, Pretuzzi, Pruzzi, Aprutii, Aprutio, Apruzio e infine Abruzzo, a testimonianza della profonda eredità culturale di questa terra.Siti Archeologici in Abruzzo:
Area Archeologica di Interamna Praetutiana a Teramo (Te). Secondo alcuni storici la sua fondazione è dovuta ai Fenici che, giunti nel territorio dove oggi sorge Teramo, e che chiamarono "Petrut" cioè "luogo elevato circondato dalle acque," fondarono un emporio commerciale che con il tempo divenne la capitale del Pretutium con il nome di Interamnia Praetutiorum ( per distinguerla da Interamnia Nahars - l'attuale Terni - e da Interamnia Lirinas). Già centro dei Pretuzî nella Regione V (Plin., Nat. hist., iii, 110), oggi capoluogo di provincia in Abruzzo, Interamnia si estende sopra una lingua di terra delimitata su tre lati dal fiume Tordino e dal torrente Vezzola confluenti ad Est, ed occupa il sito dell'abitato antico. Il suo nome Interamnia dovrebbe derivare dal latino Inter-omnes, cioè "fra tutti", e Praetuttiorum dovrebbe significare "fra i Petruzi"forse ad indicare i vari popoli Petruzi che circondavano la città. In era volgare venne ribattezzata Teramne da cui Teramo. Secondo altri Interamnia, la moderna Teramo, significherebbe invece  "posta tra i fiumi", dovuto alla posizione della città, poichè sorse su un promontorio attorno a cui scorrevano tre corsi d'acqua, fatto che da un lato ne facilitava il commercio via fiume, dall'altra la rendeva più difendibile e per ultimo godeva di un territorio agricolo molto fertile per l'abbondanza di acque. Era collegata con Roma mediante una strada che, superando il Gran Sasso, attraversava il territorio di Amiternum e si innestava nella via Salaria presso Interocrium. Interamnia era inoltre collegata con Castrum Novum, sulla costa adriatica, con Hadria e con Asculum. La costruzione delle strade consolari, che la collegarono con Roma e il Mar Tirreno, accrebbero la sua importanza strategica e d economica grazie anche agli scambi commerciali. Frontino (De Controv., 18 s. Lachmann) accenna brevemente alle origini della città: "inter montium Praecutianorum quandam partem oppidi Asculanorum fine circum dari. Sed hoc conciliabulum fuisse et postea fertur in municipii ius relatum." Secondo Frontino, l'antica Petrut o Pretut, di origini fenicie, crebbe in dimensioni e importanza fino a divenire la capitale del Praetutium e conciliabulum dei Pretuzi. Da Praetuttii vennero i termini Pretutti, Pretuzzi, Pruzzi. Aprutii, Aprutio, Apruzio e infine Abruzzo. Area Archeologica di Interamna Praetutiana a Teramo (Te)

L'Area Archeologica di Interamna Praetutiana a Teramo (TE) è uno dei siti storici più affascinanti della provincia di Teramo, con origini che si intrecciano tra mito e realtà. Secondo alcuni storici, la fondazione della città è attribuibile ai Fenici, che giunti nel territorio dove oggi sorge Teramo, avrebbero chiamato il luogo "Petrut", termine che significa "luogo elevato circondato dalle acque". Questo insediamento commerciale si sarebbe poi sviluppato nel tempo, diventando la capitale del Pretutium con il nome di Interamnia Praetutiorum, per distinguerla da altre città omonime come Interamnia Nahars (Terni) e Interamnia Lirinas.
Interamnia, già centro dei Pretuzi nella Regione V secondo Plinio il Vecchio (Nat. hist., iii, 110), sorgeva su una lingua di terra delimitata dal fiume Tordino e dal torrente Vezzola, che confluiscono a est. Questa posizione strategica non solo favoriva la difesa naturale della città, ma garantiva anche abbondanti risorse idriche per l'agricoltura, contribuendo alla fertilità del territorio circostante. Il toponimo Interamnia deriverebbe dal latino "inter amnes", ossia "tra i fiumi", mentre Praetutiorum richiamerebbe la presenza dei Pretuzi, il popolo italico che abitava la regione.
Alcuni studiosi sostengono che il nome Teramne, successivamente evoluto in Teramo, venne adottato in epoca tardo-antica. La città era collegata a Roma attraverso una strada che, superando il Gran Sasso, attraversava Amiternum e si congiungeva alla via Salaria presso Interocrium. Inoltre, Interamnia vantava collegamenti con Castrum Novum sulla costa adriatica, con Hadria e con Asculum. La costruzione delle strade consolari potenziò l'importanza strategica ed economica della città, favorendo gli scambi commerciali e consolidando il suo ruolo di crocevia tra l'entroterra e il mare.
Frontino, nel suo trattato "De Controversiis" (18 s. Lachmann), accenna alle origini della città, descrivendola come un conciliabulum, ossia un centro di aggregazione, che in seguito ottenne lo status di municipium. La città di Petrut, di probabile origine fenicia, crebbe progressivamente fino a diventare la capitale del Praetutium, territorio abitato dai Pretuzi. Da questo antico popolo derivano le denominazioni Pretutti, Pretuzzi, Pruzzi, Aprutii, fino ai moderni nomi Aprutio, Apruzio e infine Abruzzo, che testimoniano l'importanza storica e culturale di questa terra nel corso dei secoli.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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