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Sito archeologico in Provincia di Pescara: I Tholos della Majella a Roccamorice (Pe) - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia di Pescara: I Tholos della Majella a Roccamorice (Pe)

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia PE
I principali siti archeologici nella Provincia di Pescara - Abruzzo

Sito Archeologico dei Tholos della Majella a Roccamorice (PE). Il sito archeologico dei Tholos della Majella a Roccamorice rappresenta una testimonianza unica dell'ingegno e della tradizione pastorale abruzzese. Queste costruzioni in pietra, conosciute localmente come "pajare", sono il frutto del lavoro secolare di pastori e contadini che hanno modellato il paesaggio montano per ricavare spazi di rifugio e di lavoro. La tecnica utilizzata per la loro realizzazione, basata sulla costruzione a secco, prevede la sovrapposizione concentrica di pietre senza l'utilizzo di leganti, creando strutture dalla sorprendente solidità e durata nel tempo. Gli ingressi delle capanne sono frutto di soluzioni architettoniche ingegnose, che vanno da semplici architravi orizzontali in pietra a sistemi più complessi con archi e triangoli di scarico. Questa varietà di soluzioni riflette l'abilità costruttiva e l'adattamento alle diverse esigenze funzionali. La catalogazione realizzata dallo studioso Edoardo Micati ha permesso di classificare e tutelare le capanne a tholos della Majella, riconosciute come patrimonio architettonico grazie a una legge regionale che ne garantisce la conservazione. Le capanne, costruite in epoche remote e utilizzate fino alla metà del Novecento, erano principalmente destinate a ricoveri per pastori, stalle, fienili o depositi di attrezzi agricoli. Ancora oggi, alcune strutture vengono utilizzate dai pastori durante la stagione estiva, testimoniando un legame ininterrotto con la tradizione e con l'ambiente montano. La loro presenza racconta la storia di una comunità capace di adattarsi alle difficili condizioni naturali, trasformando la pietra in una risorsa indispensabile per la vita quotidiana. Grazie a interventi di restauro e valorizzazione, molte capanne a tholos sono state recuperate e rese accessibili al pubblico. Escursioni e percorsi guidati permettono di ammirare questi straordinari esempi di architettura rurale in luoghi come le Case Pagliari, il Fosso Capanna e la Majelletta a Roccamorice, Decontra a Caramanico e la Valle Giumentina ad Abbateggio. La strada panoramica che da Roccamorice conduce alla Majelletta offre una visione suggestiva di questo patrimonio, permettendo di apprezzarne la bellezza e la rilevanza storica.Siti Archeologici in Abruzzo:
Sito archeologico dei Tholos della Majella a Roccamorice – Lettomanoppello (Pe). Per strappare terra e pascolo alla montagna, con la pietra i pastori e i contadini della Majella hanno scritto un capitolo non trascurabile della storia dell’architettura abruzzese, dando vita a una tipologia di costruzioni spontanee frequentissime sulle balze ed i pascoli della montagna: le capanne a tholos, dette in dialetto “pajare”. Innalzate con un ingegnoso sistema di costruzione a secco, senza l’uso di cementi, il principio costruttivo su cui si basano non conosce i fondamenti ingegneristici né degli archi, né della volta. L’elevazione, infatti, avviene per sovrapposizione concentrica a rastremare di ricorsi di pietre: in sostanza, ogni giro viene semplicemente poggiato su quello inferiore, spostato leggermente verso l’interno di qualche centimetro. In questo modo, a fine costruzione, come per magia, solo un’ultima pietra poggia sulle altre a chiudere la pseudo-volta così realizzata. La struttura non implode perché ogni pietra risulta concatenata a spinta con le vicine. Geniali poi i metodi usati per creare gli ingressi alle capanne, che variano dal semplice architrave orizzontale fatto con un unico blocco di pietra allungato, a diverse forme di archi o triangoli di scarico, ottenuti con varie pietre puntellate le une contro le altre. Grazie ad un lungo lavoro di ricerca e di catalogazione sviluppato dallo studioso Edoardo Micati, oggi tutte le capanne a tholos della Majella sono state catalogate, classificate e protette da una apposita legge regionale. La maggior parte di quelle che si possono ancora oggi ammirare sui pendii della Majella venne costruita dalle epoche remote fino agli anni Cinquanta del ’900, con tecnica immutata. In molti casi sono ancora usate per lo più dai pastori in estate, ma anche come stalle, fienili e deposito di attrezzi agricoli. Molte di esse sono state recuperate grazie a recenti progetti di restauro e salvaguardia. Per ammirarle si può fare una facile escursione nelle aree dove sono più abbondanti, ossia le Case Pagliari, il Fosso Capanna e la Majelletta nel territorio di Roccamorice, la Cerratina e il Fosso Sant’Angelo nei dintorni di Lettomanoppello, Decontra nel comune di Caramanico, la Valle Giumentina nel territorio di Abbateggio. Per vederne in abbondanza stando comodamente in auto basta seguire la strada che da Roccamorice sale verso la Majelletta. Sito archeologico dei Tholos della Majella a Roccamorice (Pe)

Nel cuore della Majella, i pastori e i contadini hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'architettura abruzzese attraverso la costruzione delle capanne a tholos, conosciute in dialetto come "pajare". Queste strutture, realizzate con la tecnica della costruzione a secco, sfruttano un ingegnoso sistema di sovrapposizione concentrica di pietre senza l'utilizzo di leganti. Ogni strato di pietre viene posato su quello inferiore, arretrando progressivamente verso l'interno, fino a chiudere la volta con un'unica pietra di chiusura. Questo metodo garantisce la stabilità della struttura, grazie alla forza di spinta esercitata tra le pietre adiacenti.
Gli ingressi delle capanne presentano soluzioni architettoniche diversificate, che vanno dal semplice architrave orizzontale realizzato con un unico blocco di pietra, a sistemi più complessi con archi o triangoli di scarico ottenuti tramite l'incastro di pietre. La capillare opera di catalogazione condotta dallo studioso Edoardo Micati ha permesso di classificare e proteggere tutte le capanne a tholos della Majella, grazie a una legge regionale volta a tutelare questo straordinario patrimonio.
Le capanne a tholos, costruite con tecniche immutate nel corso dei secoli, risalgono a epoche remote e sono state utilizzate fino agli anni Cinquanta del Novecento. Ancora oggi, molte di queste strutture sono impiegate dai pastori durante la stagione estiva o come stalle, fienili e depositi per gli attrezzi agricoli. La loro presenza testimonia il legame profondo tra la popolazione locale e l'ambiente montano, evidenziando una cultura di sussistenza basata sulla simbiosi con la natura.
Grazie a recenti progetti di restauro e salvaguardia, molte capanne sono state recuperate e valorizzate. Per ammirarle, è possibile intraprendere escursioni nelle aree dove sono maggiormente concentrate, come le Case Pagliari, il Fosso Capanna e la Majelletta nel territorio di Roccamorice, la Cerratina e il Fosso Sant'Angelo nei pressi di Lettomanoppello, Decontra nel comune di Caramanico e la Valle Giumentina ad Abbateggio. Per chi desidera un percorso più agevole, la strada che da Roccamorice conduce alla Majelletta offre una vista panoramica su numerose capanne, permettendo di apprezzare questo affascinante esempio di architettura rurale.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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