Sito archeologico in Provincia di Teramo: La necropoli di Campovalano - Campli (Te) - Abruzzo
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I principali siti archeologici nella Provincia di Teramo - Abruzzo


Un esempio straordinario di questa ostentazione è rappresentato dalla tomba n. 100, le cui dimensioni (4,70 m di lunghezza, 1,80 m di profondità e 2,8 m di larghezza) e il ricco corredo funerario attestano l'elevato status sociale del defunto. Gli oggetti ritrovati includono un carro da combattimento e vari servizi da mensa, a testimonianza del banchetto aristocratico. Inoltre, la presenza di una tavoletta con iscrizioni rende questa sepoltura unica, poiché la scrittura era prerogativa del pater familias e rappresentava non solo uno strumento di comunicazione, ma anche il più alto simbolo del sapere. Il defunto era deposto supino, con le braccia distese lungo i fianchi e la testa appoggiata su un ciottolo piatto a mo' di cuscino.
Le campagne di scavo condotte da Valerio Cianfarani negli anni '60 e '70 hanno permesso di portare alla luce la maggior parte delle tombe dell'Età Orientalizzante e Arcaica (VIII-VI sec. a.C.). Successivamente, le indagini sistematiche condotte da Vincenzo D'Ercole negli anni '80 e '90 hanno rivelato numerose sepolture delle fasi italico-ellenistiche (IV-II sec. a.C.). Il periodo di massimo splendore della necropoli si colloca tra l'Età Orientalizzante e Arcaica, con la costruzione di grandi tumuli circondati da pietre, dal diametro variabile tra quattro e venticinque metri, disposti ai lati della strada principale. I tumuli meglio conservati sono quelli di dimensioni più contenute, destinati a sepolture infantili.
Nel corso del primo millennio, l'organizzazione della necropoli subisce profonde trasformazioni. Si passa dalla fase "monarchica", caratterizzata dalla disposizione dei tumuli in nuclei familiari, alla fase repubblicana (metà V - metà IV sec. a.C.), in cui le sepolture sono prive di corredo, fino alle tombe a fossa di Età Ellenistica, tutte orientate verso sud. I corredi di quest'ultima fase sono composti da vasi di ceramica tornita, spesso verniciati in nero, mentre nelle sepolture femminili si trovano strumenti per la cura del corpo, come nettaunghie e nettaorecchie. Nelle sepolture maschili, le armi lasciano il posto agli strigili e ai vasi porta sabbia, strumenti tipici dell'atleta. La necropoli rimase in uso fino agli inizi del II secolo a.C., quando la pianura tornò a essere destinata all'agricoltura.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.

L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...

Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...