Vai ai contenuti

Eremi in Abruzzo: Eremo di Santo Spirito a Maiella (Roccamorice) in Provincia di Pescara - Info Point Regione Abruzzo

www.infopointabruzzo.it
Salta menù
Salta menù
www.infopointabruzzo.it

Eremi in Abruzzo: Eremo di Santo Spirito a Maiella (Roccamorice) in Provincia di Pescara

Le meraviglie > Eremi in Abruzzo > Nel Pescarese
Gli Eremi in Abruzzo – Provincia di Pescara

Eremo di Santo Spirito a Maiella (Roccamorice)

L’Eremo di Santo Spirito a Maiella, situato nel comune di Roccamorice, in provincia di Pescara, è uno dei luoghi più suggestivi e spirituali del Parco Nazionale della Majella. Risalente al XIII secolo, l’eremo è stato fondato dai monaci eremiti che cercavano un rifugio lontano dalle distrazioni del mondo per dedicarsi alla preghiera e alla meditazione. Il sito si trova in una zona impervia e isolata, a picco sulla valle del fiume Orfento, un luogo che esprime al meglio il legame tra la spiritualità e la natura incontaminata. La sua posizione remota lo rendeva ideale per una vita monastica caratterizzata da solitudine e contemplazione.

Nel corso dei secoli, l’eremo divenne un centro di preghiera e devozione, soprattutto per i monaci dell’Ordine dei Celestini, che vi si stabilirono per dare seguito alla regola di vita eremitica. La struttura del complesso monastico si componeva di una piccola chiesa, scavate nelle rocce circostanti, celle per i monaci e spazi per le funzioni religiose. La chiesa, dedicata allo Spirito Santo, rappresentava il cuore del sito, con affreschi e decorazioni che richiamano la spiritualità del Medioevo e la vita ascetica dei monaci. La posizione dell’eremo, strettamente legata al paesaggio montano della Majella, esprimeva il desiderio di una connessione diretta con la natura come mezzo per avvicinarsi a Dio.

Nel tempo, l’eremo conobbe periodi di abbandono e restauri, come accaduto per molti altri siti monastici. Nonostante ciò, la sua sacralità e la bellezza del contesto paesaggistico non vennero mai dimenticate. Il luogo, infatti, continuò a essere oggetto di devozione per le comunità locali, che lo associavano alla protezione e alla benedizione spirituale. La sua architettura semplice ma funzionale, caratterizzata da elementi monastici tradizionali, permise di mantenere una connessione con le antiche pratiche religiose, mentre il paesaggio circostante continuava a essere un richiamo irresistibile per coloro che cercavano il silenzio e la riflessione.

Oggi, l’Eremo di Santo Spirito a Maiella è un luogo di interesse storico, religioso e naturale, meta di escursioni e pellegrinaggi. Il sentiero che conduce al sito attraversa boschi e gole, offrendo una vista spettacolare sul paesaggio montano e sulla valle sottostante. L’eremo è diventato un simbolo della spiritualità della Majella e un punto di riferimento per chi desidera riscoprire la tradizione monastica e vivere un’esperienza di contatto diretto con la natura e la storia. La sua pace e la sua solitudine continuano a ispirare chi lo visita, rendendolo un angolo privilegiato di meditazione e contemplazione.
Gli Eremi in Abruzzo
Gli Eremi in Provincia di Chieti: Grotta Sant'Angelo (Lama dei Peligni), Grotta Sant'Angelo (Palombaro), Eremo della Madonna dell'Altare (Palena).
Gli Eremi in Provincia di Teramo: Eremo dell'Annunziata (Fano Adriano), Eremo di San Nicola (Isola del Gran Sasso d'Italia), Eremo di Santa Maria Scalena o Scalelle (Civitella del Tronto).
Gli eremi in Abruzzo rivestono un’importanza storica, religiosa e culturale che affonda le radici nel Medioevo e nel periodo monastico. Questi luoghi di solitudine e preghiera furono scelti da monaci e eremiti che cercavano un contatto diretto con Dio, lontano dalle distrazioni e dai tumultuosi cambiamenti della società. La montagna abruzzese, con i suoi paesaggi isolati e selvaggi, offriva l’ambiente ideale per una vita di ritiro e meditazione. L'assenza di ostacoli naturali, l'isolamento e la bellezza dei luoghi fecero degli eremi abruzzesi veri e propri centri di spiritualità, che influenzarono non solo la vita religiosa, ma anche la cultura locale. Questi luoghi hanno avuto un ruolo fondamentale nel mantenimento e nella diffusione della fede, specialmente in tempi di conflitti e difficoltà. Molti eremi, infatti, divennero punti di riferimento per pellegrini e devoti che percorrevano sentieri montani per giungere in cerca di rifugio spirituale. Le comunità monastiche che abitavano gli eremi non solo praticavano la preghiera, ma svolgevano anche attività di trasmissione del sapere, di cura dei malati e di ospitalità. L’eremitismo abruzzese contribuì così non solo alla diffusione della spiritualità cristiana, ma anche alla preservazione delle tradizioni culturali e artigianali del territorio. Oggi, gli eremi abruzzesi sono testimonianze viventi di un passato lontano, ma sono anche luoghi di grande interesse per turisti ed escursionisti che cercano un angolo di tranquillità immerso nella natura. La loro preservazione è diventata un obiettivo per molte comunità locali, che vedono negli eremi non solo un patrimonio religioso, ma anche un’importante risorsa culturale e turistica. La loro importanza non è più solo spirituale, ma anche simbolica: gli eremi abruzzesi rappresentano la forza della fede in un contesto naturale straordinario, testimoniando il legame profondo tra uomo, religione e paesaggio.Gli eremi in Abruzzo
Non si può dire di aver veramente visto l’Abruzzo, ma soprattutto di averlo “capito”, senza entrare almeno una volta in contatto con l’aspetto più rappresentativo della sua cultura e, inseparabilmente, del suo territorio: i suoi eremi. Nessun modo, infatti, è tanto viscerale, istintivo ed immediato per comprendere il ruolo grandioso che la natura, anche e proprio in quanto “divinità”, ha avuto nel formare il profilo spirituale della regione, come visitare uno, anche uno solo, degli innumerevoli eremi che costellano le montagne abruzzesi.
Ciò che sbalordisce anche il più distratto e insensibile dei visitatori, infatti, è il senso di autentica fede cristiana che si mescola in modo palpabile al più ancestrale paganesimo: un misto inestricabile di adorazione di Dio e di adorazione della natura. Non a caso, gli archeologi hanno provato che molti degli eremi d’Abruzzo sono luoghi sacri ininterrottamente da decine di migliaia di anni, e che i culti delle varie religioni vi si sono semplicemente “succeduti”, come gli inquilini in un appartamento.
Concentrati soprattutto sulla Majella, la “montagna madre” degli abruzzesi, seminascosti dai boschi e dalle rocce, oppure all’interno di caverne cariche di mistero, gli eremi e le chiese rupestri d’Abruzzo sono oltre cento. L’effetto d’insieme è di straordinaria bellezza e suggestione: splendidi e delicati come le orchidee selvatiche che vi fioriscono intorno, gli eremi d’Abruzzo sbocciano improvvisi agli occhi del visitatore con immagini di perfetta, ascetica serenità, nel silenzio della natura più intatta. La loro visita è inoltre occasione per bellissime e non impegnative passeggiate nella natura e nel paesaggio abruzzesi: per quanto isolati, infatti, sono sempre facilmente raggiungibili (i continui pellegrinaggi di cui sono meta vi portano regolarmente anche anziani di ogni età).
Lo testimoniano l’eremo di S. Onofrio di Serramonacesca, sotto l’enorme rupe nel cuore del bosco, con stretti cunicoli che si addentrano nella roccia; quello di Celestino V, sul Morrone, che, incastonato come un nido d’aquila su una immane parete rocciosa, domina la valle Peligna; l’eremo di S. Bartolomeo di Legio, mimeticamente connaturato alla parete di un selvaggio vallone nei pressi di Roccamorice; l’eremo di S. Franco sul Gran Sasso, con le sue acque miracolose, o quello di S. Venanzio, nelle gole dell’Aterno, con le pietre miracolose; o ancora l’enorme e impressionante grotta S. Angelo di Balsorano, ardente di mille e mille candele.


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
Continua a leggere...
Created with WebSite X5
Torna ai contenuti