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Sito archeologico in Provincia de L’Aquila: Sito Archeologico di Val Fondillo – Opi (Aq) - Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia de L’Aquila: Sito Archeologico di Val Fondillo – Opi (Aq) - Abruzzo

Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia AQ
I principali siti archeologici in Provincia de L'Aquila - Abruzzo

Il sito archeologico di Val Fondillo, situato nel comune di Opi, in provincia dell'Aquila, ha restituito significative testimonianze di un insediamento romano, con evidenti tracce di una villa rustica. Questo complesso, articolato tra una parte residenziale e una rustica, era strutturato in modo funzionale per rispondere alle esigenze quotidiane degli abitanti. La zona residenziale si presentava con ambienti disposti attorno a un portico, mentre l’ingresso avveniva da ovest attraverso un breve tratto lastricato in pietra. Le strutture, in gran parte ridotte a livello di fondazione a causa delle arature e di attività di spoliazione, conservano ancora alcuni resti di intonaco rosso, suggerendo un’architettura decorata e raffinata. La pavimentazione della zona residenziale era costituita da cementizi con inserti in mosaico, mentre nella parte rustica il pavimento era in terra battuta. Durante gli scavi, è emersa una sepoltura infantile a cappuccina, che, purtroppo danneggiata dalle arature, ha consentito di datare e identificare il tipo di sepoltura. Sotto i livelli pavimentali della villa sono stati rinvenuti materiali che testimoniano una frequentazione più antica del sito. Un lastrone lapideo, scoperto sotto uno degli ambienti della villa, si è rivelato la copertura di una tomba spogliata, mentre altri frammenti di lastre lapidee sono stati trovati nei terreni sovrastanti, indicando che la zona era stata già utilizzata in epoche precedenti. Ulteriori scavi hanno portato alla luce una piccola struttura di pianta quadrangolare realizzata con ciottoli fluviali ben accostati, probabilmente appartenente a una fase anteriore della villa o di passaggio. La presenza di materiali più antichi, come frammenti di impasto, suggerisce che l’insediamento ha avuto una continuità nel tempo. Nella zona est della villa è stato rinvenuto un vespaio-basamento che, interpretato come la fondazione di una capanna, testimonia l’evoluzione dell’abitato e l’utilizzo di tecniche costruttive primitive. Nonostante lo stato di conservazione non permetta di definire con certezza l’ingresso, la struttura offre spunti importanti per comprendere la vita quotidiana degli abitanti. A sud del sito, nella zona di sbocco della valle di Fondillo, sono stati effettuati scavi che hanno messo in luce un altro vespaio simile a quello trovato vicino alla villa, marginato da un’argine in pietra irregolare. Su questo piano, sono stati rinvenuti accumuli di limo fluviale, segno delle esondazioni del torrente Fondillo. Tracce di calore e di materiali cotti, insieme a frammenti di fornelli e di trachite, indicano attività quotidiane come la lavorazione di materiali e l’utilizzo di attrezzi, confermando la vitalità e l’adattamento dell’insediamento alle condizioni ambientali. Questo insieme di scoperte arricchisce la comprensione delle dinamiche abitative e produttive di un territorio che, pur nelle difficoltà naturali, ha visto una fiorente attività umana.Siti Archeologici in Abruzzo:
Sito Archeologico di Val Fondillo – Opi (Aq). Nella valle di San Rocco si sono rintracciati consistenti resti di una villa rustica. Il complesso è risultato articolato in una pars rustica e in una residenziale. L'accesso a quest'ultima avveniva da ovest, attraverso un breve ingresso carrabile lastricato in pietre. Gli ambienti sono risultati disposti intorno a un portico con colonne in laterizio. Gli elevati in pietre legate da malta appaiono ridotti a livello di fondazione, a causa sia delle arature sia di un'attività di spoliazione iniziata forse precocemente, già in epoca post-classica. In brevi tratti si sono individuati frammenti di intonaco rosso. La zona residenziale era pavimentata in cementizi a matrice fittile con inserti e in mosaico a campo bianco; l'area rustica, invece, presentava il pavimento in terra battuta. Nelle vicinanze della villa si è individuata una sepoltura infantile a cappuccina (t. 205) fortemente disturbata dalle arature ma leggibile nei suoi elementi costitutivi e cronologici. Al di sotto della villa, le successive campagne di scavo, hanno individuato materiali e stratigrafie relativi a tracce di frequentazione più antica. In primo luogo, al di sotto del livello pavimentale di uno degli ambienti della villa, si è messo in luce un lastrone lapideo, rivelatosi copertura di una tomba spogliata; altri spezzoni di lastre lapidee si erano già trovate nei terreni di copertura. Sotto i livelli d’uso degli ambienti settentrionali della villa si è scoperta una piccola struttura a pianta approssimativamente quadrangolare (lato di poco inferiore ai 5 m), conservata a livello di fondazione, realizzata in ciottoli fluviali ben accostati. Per gli elevati, sulla base del deposito di terriccio depuratissimo limoso, molto chiaro e fine rinvenuto solo all’interno e nelle immediate vicinanze della struttura, si è ipotizzata la presenza di muri fabbricati in tutto o in parte in terra cruda. In associazione con i resti strutturali, l'area ha restituito frammenti di impasto più antico rispetto a quelli riconducibili ad eventuali sepolture arcaiche presenti nella zona. A est della villa, a brevissima distanza dai suoi ambienti, si è trovata una superficie continua (largh. 4.70 m ca.) di pietre e ciottoli, frammisti a terreno compatto e sabbia grossolana, con margini sfuggenti, disseminata di frustuli d’impasto, interpretabile come vespaio-basamento di una struttura a pianta rettangolare, in cui si è riconosciuta, con ogni verisimiglianza, una capanna; purtroppo lo stato di conservazione ha impedito di determinare la posizione dell’ingresso. In prossimità del lato ovest della struttura si è trovato, infisso tra le pietre dello strato, il fondo di grosso dolio in impasto, forse inserito nella massicciata pavimentale in modo che ne emergesse la parte superiore. Il ritrovamento è stato interpretato come la fondazione basale, il vespaio di isolamento di una struttura abitativa a pianta rettangolare dotata, lungo una delle pareti, di contenitori fittili, murati nella pavimentazione. Dalla stratigrafia dei terreni che coprivano l’area si è determinato che la “capanna” fu realizzata sui livelli di distruzione della struttura più piccola in terra cruda già rinvenuta. Più a sud, allo sbocco del Fondillo nella spianata di San Rocco, altri saggi hanno portato alla luce una seconda superficie di ciottoli e pietre, un vespaio del tutto simile a quello rinvenuto nelle immediate vicinanze della villa, marginato sul lato meridionale da una massicciata caotica di grossi blocchi lapidei irregolari, una sorta di argine contro il quale è stato documentato un consistente accumulo di sottilissimo limo fluviale, testimonianza delle esondazioni del vicino torrente Fondillo che in questo punto, scendendo dal fianco del rilievo, deve a più riprese aver depositato i suoi sedimenti, assenti altrove, e in particolare sull’attigua piattaforma di pietre. Su questo piano, anche se in pessime condizioni di conservazione, sono state rilevate tracce di esposizione al calore e, in una limitata area prossima al lato est, un accumulo di terreno concotto disfatto, frammenti e frustuli in impasto, forse uno scarico di materiali tra i quali si segnalano due frammenti di fornello e uno di trachite pertinente, verosimilmente, a una macina. Sito Archeologico di Val Fondillo – Opi (Aq)

Il sito archeologico di Val Fondillo, situato nel comune di Opi, nella provincia dell'Aquila, ha restituito importanti testimonianze di una villa rustica romana, articolata in una parte residenziale e in una rustica, risalente a epoche successive alla conquista romana. L'accesso alla zona residenziale della villa avveniva da ovest, attraverso un breve ingresso carrabile pavimentato in pietre. Gli ambienti erano disposti intorno a un portico con colonne in laterizio. Tuttavia, gran parte delle strutture sono oggi ridotte a livello di fondazione a causa delle arature e di un'attività di spoliazione che probabilmente iniziò già in epoca post-classica. Resti di intonaco rosso sono stati ritrovati in brevi tratti, suggerendo un impegno decorativo nell’edificio residenziale.
La zona residenziale della villa era pavimentata con cementizi a matrice fittile, con inserti in mosaico a campo bianco, mentre l'area rustica presentava pavimenti in terra battuta. Nelle vicinanze, è stata rinvenuta una sepoltura infantile a cappuccina, che, seppur danneggiata dalle arature, ha permesso di ricostruire la cronologia e gli aspetti tipologici della sepoltura. Le successive campagne di scavo hanno rivelato strati più antichi sotto il livello della villa, dove sono emersi materiali e tracce di una frequentazione precedente alla costruzione della villa stessa. Un lastrone lapideo trovato sotto un ambiente residenziale della villa ha rivelato la presenza di una tomba spogliata, seguita da altre lastre lapidee nei terreni sovrastanti.
Gli scavi hanno anche portato alla luce una piccola struttura quadrangolare realizzata con ciottoli fluviali ben accostati, rinvenuta sotto i livelli d’uso della villa. Questa struttura, che probabilmente aveva muri in terra cruda, potrebbe essere stata una costruzione precedente o una fase di passaggio dell’insediamento. L’area circostante ha restituito anche frammenti di impasto, che suggeriscono una continuità nell’occupazione del sito. Nella zona est della villa, è stato trovato un vespaio-basamento di una struttura a pianta rettangolare, interpretato come una capanna. Anche se lo stato di conservazione non ha permesso di determinare con certezza l'ingresso, questo ritrovamento offre nuove informazioni sulle modalità di vita degli abitanti del sito.
Infine, a sud, all'imbocco della valle di Fondillo, sono stati effettuati ulteriori scavi che hanno portato alla luce un altro vespaio simile a quello precedentemente rinvenuto vicino alla villa. Questo basamento è stato marginato da un'argine in pietra irregolare, contro il quale è stato documentato un accumulo di limo fluviale, segno di esondazioni del torrente Fondillo. Il piano, purtroppo in condizioni precarie, ha conservato tracce di esposizione al calore e accumuli di terreno concotto, tra cui frammenti di fornello e di macina in trachite, suggerendo l'attività quotidiana e la lavorazione dei materiali nell’area. Questi ritrovamenti ci parlano di un insediamento vivo e dinamico, testimone di un'evoluzione nell'occupazione e nell’utilizzo dello spazio nel corso del tempo.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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