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Abruzzo, una terra da vivere

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Abruzzo, una terra da vivere

Tra le vette maggiori dell’Appennino e le acque dell’Adriatico si distende una terra ricchissima di attrattive. Si può scegliere tra le piste da sci e le spiagge, i parchi naturali e le città d’arte, le chiese medievali e gli eremi, i castelli e i musei.

In Abruzzo, la modernità si intreccia con la tradizione: i centri di ricerca scientifica convivono con i paesaggi incontaminati, offrendo a residenti e turisti una sintesi perfetta di innovazione e rispetto per l’ambiente. Una regione che ha saputo conservare la sua autenticità, ma che sa anche guardare al futuro, rendendola una destinazione sempre più attrattiva anche per il turismo internazionale.

L'Abruzzo è una terra unica, in grado di offrire un mix perfetto di natura, cultura, storia e modernità. Tra le vette maestose dell'Appennino e le acque cristalline dell'Adriatico, questa regione si rivela una destinazione affascinante e versatile. Si possono vivere esperienze diversissime: sciare sulle piste innevate, rilassarsi sulle spiagge, esplorare i tre Parchi Nazionali e numerose riserve naturali, ammirare città d'arte e borghi medievali, o visitare antiche abbazie e castelli.

L'Abruzzo è una terra "forte e gentile", come la descrivono da secoli, e offre paesaggi indimenticabili: dalle montagne come il Gran Sasso e la Majella, agli scenari dolci delle colline coltivate e delle spiagge dorate. È anche una terra di sapori autentici, dove i prodotti tipici come vino, olio e formaggi sono di alta qualità, e la gastronomia si sposa perfettamente con la storia e le tradizioni locali.

Per gli amanti della cultura, le tracce lasciate da antiche civiltà come Marsi e Sanniti, così come le architetture medievali e le opere d'arte del periodo romano, offrono un viaggio nel tempo, mentre chi cerca relax può godere delle acque termali rigeneranti.

È un dato di fatto che il paesaggio abruzzese sia molto potente: essenziale, incisivo, memorabile. Non c’è alcun dubbio che le immagini dell’Abruzzo siano forti, fortissime: i borghi medievali arroccati sui rilievi, le apparizioni improvvise del camoscio, dell’aquila e del lupo negli angoli più solitari dei monti, i castelli che, oggi come in un lontano passato, controllano le vie di comunicazione attraverso l’Appennino.

Ancora più intense, in ogni stagione dell’anno, sono le emozioni offerte da quelle magnifiche montagne – la Majella e il Gran Sasso, il Sirente e la Laga, le vette della Marsica e il Velino – che un abruzzese illustre come Ignazio Silone, introducendo l’edizione 1948 del volume *Abruzzo e Molise* del Touring Club Italiano, definiva “i personaggi più prepotenti della vita abruzzese”. Le rocce e le nevi dei giganti dell’Appennino si affacciano sui colli, sulle città, perfino sulle spiagge dell’Abruzzo.

Chi cerca il volto sportivo della regione può trovare forti emozioni negli itinerari di trekking, nei canaloni innevati della Majella e del Sirente, sui morbidi pendii erbosi che consentono decolli e atterraggi con il parapendio e il deltaplano. Oppure sulle pareti rocciose e verticali del Gran Sasso, dove Francesco de Marchi, nel lontano 1573, scrisse una delle prime pagine della storia dell’alpinismo europeo. E dove, dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, generazioni di alpinisti hanno sperimentato il fascino delle “Dolomiti d’Abruzzo”.

Chi preferisce la cultura e la storia troverà altrettanta forza nei centri abitati e nelle necropoli disseminate nel paesaggio abruzzese dai Marsi, dai Sanniti e dai Piceni, che finalmente hanno iniziato a essere scavati e valorizzati come meritano. Nei musei si possono ammirare vasi, sculture, eleganti letti decorati in osso. Ma è la forza delle spade, dei dischi-corazza e degli scudi a dare l’immagine più vera delle bellicose genti che abitavano l’Abruzzo antico.
Sono forti i profili turriti dei castelli – Santo Stefano di Sessanio, Roccascalegna, Rocca Calascio, Pacentro, Celano – che i secoli bui del Medioevo hanno lasciato in Abruzzo, a guardia dei confini o delle antichissime strade della transumanza e della lana.

Certamente “gentili”, al confronto, sono i dolci profili dei colli, gli affreschi delle chiese medievali, le mille tentazioni offerte dalla gastronomia e dall’enologia regionale, gli effetti benefici delle sorgenti termali, il lungo nastro dorato della spiaggia che segna, per oltre centotrenta chilometri, il confine dell’Abruzzo con il mare. Sono altrettanto “gentili” i monumenti lasciati sul territorio dell’Abruzzo dalle due sole epoche in cui la regione ha conosciuto la pace. Ai tempi di Roma antica, accanto a opere gigantesche come i tunnel per lo svuotamento del Fucino, sono stati realizzati capolavori come i magnifici mosaici di Vasto o di Teramo. Nel Sei e nel Settecento, quando il Regno di Napoli portò nuovamente la pace, nobili e vescovi eressero monumenti “gentili” come i palazzi e le chiese di Teramo, Penne, Pescocostanzo, Lanciano e Scanno.

Notoriamente gentile, da secoli, è l’accoglienza che gli abruzzesi riservano a chi arriva da lontano. Accanto all'essenziale cordialità della gente, fanno parte di questo benvenuto festoso i colori delle feste e delle sagre popolari, il cartellone sempre più nutrito degli spettacoli, e la proliferazione di mostre e musei. Sorprendenti e gentili, tra aprile e maggio, sono i profili dei monti ancora ricoperti di neve che fanno da sfondo alle vigne, agli uliveti, ai frutteti e alle coloratissime fioriture delle colline. Ma l’etichetta di “forte e gentile” va stretta all’Abruzzo del nuovo millennio. Accanto alla forza e alla gentilezza dei paesaggi, della storia, dei monumenti e dei sapori, la regione sa offrire ai suoi abitanti e ai suoi ospiti un’affascinante sintesi di tradizione e modernità.

Accanto agli integri paesaggi dei parchi – cosa è più “tradizionale” della natura selvaggia? – ecco le tecnologie d’avanguardia impegnate nei molti centri di ricerca scientifica e di eccellenza tecnologica della regione, ecco le sofisticate metodologie di gestione ambientale elaborate nel grande “laboratorio sperimentale di biodiversità” che è l’Abruzzo dei Parchi. Di fianco al rassicurante, familiare abbraccio delle spiagge, ci sono i porti turistici, le piscine, i parchi acquatici e le innumerevoli strutture ricettive, sportive e ricreative che il litorale abruzzese mette a disposizione dei vacanzieri più attivi.

Accanto alle citazioni letterarie – Gabriele d’Annunzio fa continui riferimenti al litorale pescarese e non solo, Ignazio Silone è più attento alle montagne e agli eremi dell’interno, e Dacia Maraini celebra da qualche anno i boschi di Pescasseroli e della valle del Sangro – compaiono con sempre maggiore frequenza le opere dei giovani scrittori, musicisti e registi oggi attivi in Abruzzo.

Insieme alla puntigliosa difesa degli antichi sapori, ha un ruolo importante la ricerca, che ha portato all’altissima qualità dei vini, degli oli d’oliva, dei formaggi e dei salumi, e in genere delle produzioni tipiche della regione.

A pochi chilometri dalle valli più isolate e selvagge, dove è possibile muoversi a tu per tu con la natura lungo i sentieri o sugli sci da alpinismo o da fondo, ci sono le attrezzatissime stazioni invernali, che offrono comfort e servizi agli sciatori su tutti i massicci della regione.

Da qualche anno, finalmente, un’editoria sempre più attenta consente a chi desidera scoprire o riscoprire l’Abruzzo di accostarsi con tutte le informazioni necessarie alle opere d’arte, alla storia, alla natura, alla gastronomia e ai sentieri.

Accanto ai parchi e alle spiagge, ai monumenti medievali e alla neve, che oggi attraggono la maggior parte dei visitatori, svolgono un ruolo sempre più attivo anche le attrattive della gastronomia, dell’artigianato, delle stazioni termali, dei luoghi di pellegrinaggio e delle mete per il turismo giovanile e sportivo.

A tutti, che siano neofiti o vecchi amici e conoscitori dell’Abruzzo, va l’invito di continuare a esplorare le mille attrattive di questa terra insieme antica e moderna, silenziosa e allegra, che le strade, le ferrovie e gli aerei rendono a portata di mano da ogni parte d’Italia.
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