Tradizioni popolari in Provincia de L’Aquila – Abruzzo: Festa di Sant'Agnese e delle Malelingue
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Le Tradizioni popolari e il Folklore in Provincia de L'Aquila - Abruzzo

La festa di Sant'Agnese e delle Malelingue, che si celebra il 21 gennaio a L'Aquila, è una delle tradizioni popolari più particolari e affascinanti della città. Questo evento annuale ha radici storiche che risalgono a tempi lontani e continua a rappresentare un’occasione per riflettere sulla cultura della maldicenza e della beffa. La festa si collega alla figura di Sant'Agnese, la giovane martire cristiana, ma è anche una celebrazione delle "malelingue", quelle persone che nel corso dei secoli hanno avuto l'abitudine di sparlare e diffondere pettegolezzi.
Secondo una delle versioni storiche, l'origine della festa si lega a un episodio che coinvolse alcuni cittadini aquilani nei primi anni della fondazione della città. Si narra che un gruppo di persone, riunitesi in locande per criticare i potenti dell'epoca, venne esiliato il 21 gennaio, giorno di Sant'Agnese. Dopo sei mesi di esilio, e grazie alle pressioni delle madri, mogli e fidanzate, questi "malelingua" furono riammessi in città con la condizione di non spargere più pettegolezzi. La tradizione ha preso piede, ed è continuata nei secoli, con la formazione di numerose confraternite che ancora oggi si riuniscono per celebrare la figura di Sant'Agnese, eleggendo varie cariche sociali in un contesto goliardico e satirico.
Un’altra versione della storia collega la figura di Sant'Agnese a quella delle "malmaritate" e delle donne ai margini della società. Nel XIV secolo, Sant'Agnese venne vista come protettrice di queste donne, spesso derelitte e vittime di ingiustizie, in particolare delle prostitute e delle "giovinette pericolanti". La sua figura di martire, che subì un terribile e ingiustificato trattamento, trovò un ampio seguito tra le donne che vivevano ai margini della città, e la sua figura divenne un simbolo di purezza e forza. A L'Aquila, l'importanza della festa è legata anche al monastero di Sant'Agnese, fondato nel XIV secolo, che accoglieva le donne emarginate e le "serve" dei nobili, le quali raccontavano pubblicamente i segreti dei potenti della città.
Il simbolo della confraternita dei "Devoti di Sant'Agnese" è un’immagine emblematica di un uomo anziano, spesso identificato con Socrate, con una rosa in bocca e la lingua fuori. Questo simbolo deriva da una scultura del XV secolo, che si trova in un palazzo storico a L'Aquila. La figura del "vecchione" con la lingua di metallo simboleggia la maldicenza e l'invettiva, mentre la rosa in bocca rappresenta il "ben parlare", un contrasto tra il vizio della maldicenza e la virtù di parlare con saggezza. La scultura è stata interpretata dal poeta Mario Lolli come un monito contro i pettegolezzi e la lingua maligna, che sarebbero stati puniti con la "secchezza" della lingua.
Oggi, la festa di Sant'Agnese si celebra anche attraverso il "Palio della Maldicenza", organizzato dalla Confraternita Associazione "Devoti di Sant'Agnese / Pianeta Maldicenza", un evento goliardico che dal 2004 raccoglie molti partecipanti. La festa è un’occasione per ridere delle debolezze umane e delle ipocrisie sociali, unendo tradizione e ironia. La maldicenza diventa così un tema centrale della festa, che si esprime anche in un convegno annuale intitolato "Pianeta Maldicenza". L’Aquila, con questa tradizione, conserva una peculiarità che mescola sacro e profano, e che si inserisce a pieno titolo nella cultura goliardica della città, facendone un esempio unico di festa popolare.


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