Tradizioni popolari in Provincia de L’Aquila – Abruzzo: I Serpari di Cucullo (Aq)
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Le Tradizioni popolari e il Folklore in Provincia de L'Aquila - Abruzzo

La Festa dei Serpari di Cocullo è una delle celebrazioni folcloristiche più affascinanti e misteriose dell’Abruzzo, un rito unico nel suo genere che fonde tradizioni pagane e culto cristiano. Ogni anno, il 1° maggio, il piccolo borgo in provincia dell’Aquila si trasforma in un luogo di incontro tra sacro e profano, attirando migliaia di fedeli e curiosi. La festa è dedicata a San Domenico Abate, protettore dal morso dei serpenti e dalle malattie, e affonda le sue radici in antiche pratiche di origine precristiana, legate al rapporto tra l’uomo e la natura. Il fulcro della celebrazione è la processione della statua del Santo, che viene ricoperta di serpenti vivi in un suggestivo e spettacolare rituale di devozione.
La leggenda narra che San Domenico, minacciato di morte, fuggì da Villalago per rifugiarsi a Cocullo, dove visse per sette anni lasciando in dono ai fedeli un dente e un ferro di cavallo della sua mula. Ancora oggi, durante la mattina della festa, i devoti compiono gesti propiziatori legati a questa tradizione: mordono una catenella per assicurarsi la buona salute dei denti e raccolgono la terra benedetta, conservata nella chiesa, ritenuta miracolosa contro le malattie e le avversità. La celebrazione prosegue con la messa solenne, durante la quale i fedeli partecipano a riti ancestrali convertiti nel contesto religioso, consolidando il legame tra il culto cristiano e le antiche credenze popolari.
Uno dei momenti più attesi della festa è l’arrivo dei serpari, gli uomini esperti nella cattura e nella gestione dei serpenti, che mostrano al pubblico gli esemplari raccolti nelle settimane precedenti. Il contatto con i rettili diventa un atto simbolico: toccarli è un gesto di superamento della paura, un modo per affrontare e vincere le insidie della vita. La processione, guidata dai portatori della statua, vede il Santo avvolto dai serpenti che si intrecciano sulle sue braccia e sul suo volto, creando un’immagine di straordinario impatto visivo e spirituale. Questo rito, di forte valore catartico, rappresenta non solo la protezione dal morso dei serpenti, ma anche la liberazione da ogni tipo di male.
La raccolta dei serpenti inizia a fine marzo, quando le nevi iniziano a sciogliersi e i rettili escono dal letargo. I serpari di Cocullo si avventurano nei boschi circostanti alla ricerca di specie non velenose, come la biscia dal collare, il cervone, il saettone e il biacco. Con grande cura e rispetto per gli animali, i serpenti vengono collocati in appositi contenitori e nutriti con topi vivi e uova sode fino al giorno della festa. Questo antico mestiere, tramandato di generazione in generazione, è un elemento essenziale della celebrazione e testimonia la profonda conoscenza del territorio e delle sue creature.
Al termine della festa, tutti i serpenti vengono liberati nel loro habitat naturale, riaffermando il carattere simbolico e rispettoso di questa tradizione secolare. La Festa dei Serpari non è solo una manifestazione folcloristica, ma un rituale carico di significati, in cui convivono devozione, superstizione e un profondo legame con la natura. Ogni anno, questo evento straordinario continua ad affascinare e a richiamare visitatori da tutto il mondo, mantenendo viva una tradizione che resiste al tempo e al cambiamento.


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