Il Borgo più bello d'Italia in Abruzzo: Pettorano sul Gizio (Aq)
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Le origini di Pettorano sul Gizio risalgono all'epoca medievale, ma il territorio circostante è stato frequentato dall’uomo fin dal paleolitico. Ricerche condotte sulle pendici del Monte Genzana e nelle aree circostanti hanno portato alla luce testimonianze antichissime, in particolare utensili appartenuti ai primi cacciatori che abitavano queste terre. Questi reperti archeologici consentono di tracciare un percorso attraverso i millenni, dall'età medievale fino allo sviluppo dei primi insediamenti e delle attività di queste antiche comunità nella valle del Gizio.
Inizialmente caratterizzati da un'economia nomade legata alla caccia in alta quota, gli abitanti di Pettorano sul Gizio transitarono verso attività agro-silvo-pastoriali, creando insediamenti più stabili. Durante l’ età del ferro avanzata (VI-V secolo a.C.), si sviluppò un vero e proprio centro fortificato sull’area collinare del Monte Mitra, la cui importanza è accentuata dalla sua estensione e posizione strategica, che dominava gran parte della valle.
Con l’avvento della romanizzazione, le esigenze di difesa che avevano caratterizzato il passato del territorio andarono diminuendo, portando alla creazione di piccoli insediamenti a valle, a nord dell'attuale paese, seguendo il tipico sistema paganico-vicano in uso durante l’età repubblicana.
Inoltre, i numerosi ritrovamenti di materiale dell’età romana, in particolare nella contrada Vallelarga, testimoniano l’esistenza di antichi centri abitati. Tuttavia, non ci sono prove definitive che colleghino questi insediamenti al Pagus Fabianus citato da Plinio il Vecchio, nonostante alcuni storici locali abbiano tentato di farne un’associazione.
Pettorano sul Gizio rappresenta così un interessante crocevia di storia, cultura e archeologia, che racconta l’evoluzione delle comunità umane in un contesto naturale straordinario. La sua storia millenaria continua a essere testimoniata dai reperti e dai resti che si possono ancora osservare nel territorio, offrendo un affascinante sguardo sul passato.
I BORGHI PIU' BELLI D'ITALIA NELLA DELLA REGIONE ABRUZZO | ||
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I mille borghi d’Abruzzo: piccoli paesi fatti di case in pietra e mattoni addossate le une alle altre, con le minuscole viuzze a saliscendi, le porte in solido legno dalle architravi istoriate con stemmi e date spesso assai lontane nel tempo, con i gradini consunti da secoli di ritorni a casa, con le arcate e i passaggi a volta, i soffitti anneriti dal fumo. Borghi come piccole famiglie di case, abitate per secoli da parenti, e amici che restano amici di generazione in generazione; dove ogni famiglia ha un soprannome ironico e spesso mordace, che passa in eredità ai discendenti fino a dimenticare perché il nonno del nonno lo ricevette.
Quasi tutti i centri interni abruzzesi, chiusi ed arroccati sulle cime, sono sorti quanto meno nel Medioevo, ma molti di essi sono assai più antichi, e risalgono al periodo italico-romano. Molti prefissi toponomastici abruzzesi tradiscono queste origini più antiche, come Pesco (altura fortificata), Castro (abitato fortificato), Villa (borgo agricolo), Civita (città), o ne svelano l’ascendenza longobarda, come Fara (feudo) o Scerne (risaia, marcita); in moltissimi casi, poi, il toponimo evidenzia la natura difensiva degli abitati e la loro posizione arroccata, sommitale: Rocca, Castel, Penna, Pizzo, Colle.


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