Grotte in Abruzzo: La grotta del Cavallone
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Le Grotte del Cavallone, situate nella suggestiva Valle di Taranta, tra Lama dei Peligni e Taranta Peligna, nel cuore del Parco Nazionale della Majella, rappresentano uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della regione. Con il suo ingresso a 1.475 metri di altitudine, la Grotta del Cavallone è la cavità con l’ingresso più alto d'Europa tra le grotte turistiche, e la sua lunghezza di oltre 1.000 metri e una profondità di 59 metri la rendono una delle grotte più imponenti della zona. La sua fama è accresciuta non solo dalla sua maestosità naturale, ma anche dal suo legame con la cultura e la storia, come testimoniato dal suo ruolo centrale nella tragedia dannunziana La Figlia di Iorio, che ha contribuito a inserirla nell'immaginario collettivo.
L’esplorazione delle Grotte del Cavallone ha una lunga storia che risale al 1666, quando si registrò la prima incisione nel “Sasso dei nomi antichi” situato all’ingresso della grotta. Nei secoli successivi, numerosi esploratori si avvicendarono nella scoperta dei suoi misteri, con i racconti che si sono tramandati attraverso le tradizioni orali della popolazione locale. Nel 1700 la grotta iniziò a essere conosciuta da un pubblico più ampio, grazie agli studi condotti da esploratori che ne descrivevano le peculiarità geologiche. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la grotta divenne un rifugio sicuro per gli abitanti di Taranta Peligna, che vi si rifugiarono per sfuggire ai bombardamenti, approfittando delle sue ampie sale e della temperatura costante di 10°C, che permetteva anche la sopravvivenza di bestiame.
La grotta si distingue per il suo ingresso imponente, largo circa 20 metri e alto circa 30 metri, che si raggiunge tramite una rampa di gradini incisi nella roccia. All’interno, la temperatura varia notevolmente tra le diverse diramazioni: nella zona più vicina all’ingresso, la temperatura può arrivare a 10-11°C durante la stagione calda, mentre nelle gallerie laterali la temperatura rimane costante a 9,5°C tutto l’anno. La prima strutturazione turistica risale al 1893, quando venne realizzata una scalinata di oltre 200 gradini per facilitare l'accesso e alcuni passaggi interni, rendendo la grotta fruibile ai visitatori. Negli anni successivi, furono aggiunte passerelle e scale in legno, i cui resti sono ancora visibili, a testimonianza della costante evoluzione del sito come destinazione turistica.
Nel corso del XX secolo, l’interesse per la Grotta del Cavallone non è mai venuto meno. Negli anni ’50, un gruppo di speleologi inglesi dell’Università di Oxford esplorò il ramo dei laghi, mentre negli anni ’70 si intensificarono le esplorazioni grazie all’intervento di gruppi speleologici italiani come il CAI di Chieti, il gruppo Speleologico URRI di Roma e lo Speleo Club Chieti. Le esplorazioni continuarono negli anni successivi, con scoperte importanti come la discesa nel Pozzo senza fine nel 1987, che permise di esplorare ampi camini e nuove zone della grotta. Più recentemente, nel 2019, sono state condotte esplorazioni nei fondi della grotta, cercando di tracciare il percorso delle correnti d’aria presenti nella frana finale tra massi di grandi dimensioni. La Grotta del Cavallone continua a essere un luogo di ricerca e scoperta, con il suo sviluppo sotterraneo che rimane ancora in parte misterioso.


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