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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Teramo: Basilica di Santa Maria Assunta (Atri) - Info Point Regione Abruzzo

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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Teramo: Basilica di Santa Maria Assunta (Atri)

Le meraviglie > Chiese e Santuari > Nel Teramano
Le Chiese e i Santuari in Abruzzo – Provincia di Teramo
 
L’esterno della Basilica di Santa Maria Assunta ad Atri. Facciata: La facciata, maestosa ed imponente, si affaccia su piazza Duomo. Anticamente aveva una cuspide, che crollò durante un terremoto il 17 settembre 1563, alle ore 16.00; la cuspide non venne mai più ricostruita. Realizzata in pietra d'Istria come tutto l'esterno della chiesa, la facciata presenta al centro lo splendido portale realizzato da Raimondo del Poggio e Rainaldo d'Atri tra il 1288 e il 1305. Ricco di colonne, capitelli e con la raffigurazione di due fiere, il portale è un importante esempio di gotico in Abruzzo: soprattutto dopo il restauro effettuato tra il 2003 e il 2008 si può ammirare in tutta la sua bellezza. La lunetta fu dipinta nel XVI secolo con un affresco raffigurante L'Assunzione di Maria, un tempo attribuito erroneamente ad Andrea De Litio. Alla destra del portale si ammirano quei pochissimi resti di un affresco gigantesco raffigurante san Cristoforo (XIII secolo): nel Medioevo in molte chiese era uso apporre immagini gigantesche di questo santo, patrono dei viaggiatori e dei pellegrini. si credeva che vedere una sua immagine anche da lontano assicurasse protezione durante il viaggio o pellegrinaggio. Sopra il portale si trova un magnifico rosone a ruota di 12 raggi, uno dei più pregiati d'Abruzzo: l'autore è ignoto. Sopra il rosone, ancora, una nicchia contiene una statua della Madonna con Bambino in trono realizzata in marmo alla fine del Duecento: l'autore è ignoto, forse un artista della Scuola atriana, ma la scultura presenta alcuni riferimenti alla scultura gotica dell'epoca, soprattutto ad Arnolfo di Cambio. Alla sommità della facciata sorgeva la cuspide: crollata nel 1563, non venne più ricostruita ma sostituita con una decorazione che consiste in una serie di archetti, in stile rinascimentale. L’esterno della Basilica di Santa Maria Assunta ad Atri. Lato destro: Il lato destro, affacciato su via Andrea De Litio e preceduto da un ampio marciapiede con alcune panchine e piccoli alberi, fronteggia il palazzo vescovile e il seminario; in fondo al lato destro sorge la chiesa di Santa Reparata (Atri), che è annessa alla concattedrale ma è una chiesa a sé stante. Vi si trovano tre portali; il primo fu realizzato da Rainaldo d'Atri nel 1305 ed è in stile gotico con una ricca ornamentazione a traforo, a terminazione cuspidale. L'affresco, raffigurante L'Incoronazione di Maria fu eseguito tra il 1200 e il 1300 da un ignoto artista legato ai modi di Cimabue che è anche l'autore degli affreschi che si trovano negli altri due portali: questo pittore è stato chiamato Maestro delle lunette di Atri. Il primo portale gode del privilegio di essere una Porta Santa. La concattedrale di Atri è una delle sette chiese al mondo ad avere una Porta Santa e la correlata indulgenza plenaria. Nel 1295 si ha menzione della Porta Santa di Atri, che era stata istituita in quel periodo: si pensa quindi che in origine vi dovesse essere un piccolo portale poi sostituito con l'attuale nel 1305. Non sappiamo con sicurezza quale papa concesse questo privilegio, forse Celestino V (la cui madre era di Atri) o Bonifacio VIII (che nel 1295 era già salito al soglio pontificio); ancora oggi la Porta Santa viene solennemente aperta alla presenza di migliaia di persone il 14 agosto e chiusa 8 giorni dopo, il 22 agosto, sempre alla presenza del vescovo. Segue, dopo la Porta Santa, il secondo portale, che generalmente è sempre aperto negli orari di visita della concattedrale per permettere la visita (il portone centrale viene aperto in occasione delle messe e delle processione che da qui escono). Questo portale fu realizzato nel 1288 da Raimondo del Poggio e si trova inserito tra due lesene. Ai lati due sculture raffiguranti leoni di stile ancora romanico; vi sono anche l'Agnello crucifero (simbolo di Gesù) e lo stemma degli Angioini, la casa regnante all'epoca nel Regno di Napoli. L'affresco della lunetta, abbastanza sbiadito e rovinato, raffigura la Madonna con Bambino tra due santi ed è opera del Maestro delle lunette di Atri. Il terzo e ultimo portale, in prossimità della chiesa di santa Reparata, è aperto solo in casi eccezionali. Fu realizzato da Raimondo del Poggio nel 1302 in stile gotico e presenta ricchissime decorazioni, esempio della maestria di Rainaldo e Raimondo e soprattutto di quest'ultimo: interessanti le due sculture ai lati del portale, raffiguranti due leoni: uno ghermisce la preda, pacifica, l'altra è strepitante e sta per partire all'attacco; la lunetta presenta un affresco (che fra quelli dei portali sul lato destro, è il meglio conservato) raffigurante La Madonna con Bambino tra i santi Giacomo e Giovanni del Maestro delle lunette di Atri. Tutti e tre i portali sono stati splendidamente restaurati. Sul lato destro si affacciano molte finestre con le vetrate del Duecento: queste finestre si differenziano da quelle dell'epoca perché sono molto semplici, infatti il vetro non presenta nessuna decorazione.Basilica di Santa Maria Assunta (Atri)

La Basilica di Santa Maria Assunta ad Atri, conosciuta anche come "la Cattedrale" (in dialetto atriano), è la concattedrale della diocesi di Teramo-Atri e il principale luogo di culto della città. Situata in Corso Elio Adriano, nel cuore di Atri, una delle città più antiche e artistiche della regione Abruzzo, la basilica è un importante simbolo del patrimonio culturale locale. È stata dichiarata monumento nazionale nel 1899 e il 30 giugno 1985 è stata visitata da Papa Giovanni Paolo II. La basilica non è solo un centro religioso, ma anche un simbolo della storia e della cultura abruzzese.
La storia della basilica affonda le radici in tempi antichi, quando Atri fu fondata intorno al XII-XI secolo a.C. Nella zona dove oggi sorge la concattedrale, si trovavano originariamente delle mura ciclopiche che cingevano la città. Dopo la conquista romana nel 290 a.C., le mura furono abbattute e al loro posto venne eretto un tempio dedicato ad Ercole. Successivamente, l'area venne utilizzata per la costruzione di una domus e, tra il I e il II secolo d.C., delle terme, sotto le quali si trovano ancora oggi le cisterne romane, oggi visibili e spesso indicate come "cripta". Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e l'invasione dei barbari, la città e le sue strutture caddero in rovina, e le terme vennero abbandonate.
Nel IX secolo, con la diffusione del Cristianesimo, si decise di costruire una chiesa sul sito delle rovine delle antiche terme romane. Questa chiesa, che prende il nome di Ecclesia de Hatria, fu probabilmente edificata nel IX secolo e menzionata per la prima volta in un documento di Ottone I nel 958. La chiesa originaria fu demolita nel XI secolo per far posto a una struttura più grande, a cinque navate, che venne consacrata a Sancta Maria de Atria e successivamente a Santa Maria Assunta. Durante il XIII secolo, la chiesa subì una ricostruzione significativa, con la progettazione di architetti locali come Raimondo del Poggio e Rainaldo d'Atri, i fondatori della scuola atriana.
Nel corso dei secoli, la basilica ha subito numerosi interventi di restauro e abbellimento, specialmente tra il Trecento e il Seicento, quando si arricchì di opere d'arte grazie al mecenatismo dei Duchi di Atri e dei vescovi. Tra le opere più significative si ricordano il campanile, iniziato nel 1305 e completato solo nel 1502, e gli affreschi di Andrea De Litio, che decorano il presbiterio con le storie di Cristo e Maria. Tra il 1954 e il 1964, la basilica subì una serie di restauri che ne modificarono l'aspetto, ma che portarono anche alla scoperta di resti dell'antica chiesa di Sancta Maria de Atria. Nel 1964, la cattedrale fu elevata a basilica minore da Papa Paolo VI.
Nel 1985, la basilica di Santa Maria Assunta accolse Papa Giovanni Paolo II, che celebrò una messa alla presenza di migliaia di fedeli. Con la fusione delle diocesi di Teramo e Atri nel 1986, la chiesa cessò di essere cattedrale per divenire concattedrale. Durante gli anni successivi, la basilica ha continuato a essere sottoposta a restauri per preservarne la struttura e le opere d'arte, inclusi i lavori che si sono resi necessari dopo il terremoto dell'Aquila del 2009, che causarono lievi danni. Oggi, la basilica continua a essere un luogo di culto e un punto di riferimento per la comunità atriana, attirando visitatori e pellegrini da tutta la regione.
Le principali chiese e santuari presenti nella regione Abruzzo
Il Santuario della Madonna dello Splendore si trova a Giulianova, in provincia di Teramo, ed è uno dei luoghi di culto più importanti e venerati della regione. La sua fama è legata a un miracolo che risale al 1557, quando si narra che un’immagine della Madonna dipinta su tavola, trovata da un contadino, cominciò a irradiare una luce straordinaria. Questo evento, conosciuto come "lo Splendore", attirò subito l’attenzione dei fedeli, che cominciarono a recarsi in pellegrinaggio per venerare la sacra immagine. Il santuario, costruito per custodire l'immagine miracolosa, è un esempio di architettura barocca, con un imponente edificio che accoglie i visitatori in un'atmosfera di grande devozione e spiritualità. Ogni anno, il Santuario della Madonna dello Splendore diventa meta di numerosi pellegrini, specialmente durante la festa dedicata alla Madonna, che si celebra il 15 agosto. In quel giorno, la chiesa è luogo di preghiera e celebrazioni religiose, dove i fedeli si radunano per rendere omaggio alla Vergine e per chiedere grazie e benedizioni. Il santuario è anche noto per la sua bellezza artistica, con affreschi, altari decorati e un ambiente che favorisce la riflessione spirituale. La Madonna dello Splendore non è solo un simbolo di fede, ma anche un punto di riferimento culturale per la città di Giulianova, rappresentando un legame profondo tra la religiosità popolare e la tradizione storica della zona.Il culto nella provincia di Teramo è profondamente intrecciato con la storia e l’architettura religiosa del territorio, che ospita alcune delle più importanti chiese e santuari dell’Abruzzo. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, nel cuore di Teramo, è uno dei simboli principali della devozione locale, nota per il suo altare argenteo realizzato da Nicola da Guardiagrele e per il maestoso campanile romanico. A Giulianova, il Santuario della Madonna dello Splendore, circondato da ulivi e giardini, è meta di pellegrinaggi grazie alla tradizione legata a un’apparizione mariana. La fede nella provincia si esprime anche attraverso eventi e feste religiose che coinvolgono le comunità locali, rafforzando il senso di identità collettiva.
 La spiritualità della provincia trova una delle sue massime espressioni nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, situato ai piedi del Gran Sasso, uno dei santuari più visitati d’Italia. Questo luogo, dedicato al santo patrono dei giovani e degli studenti, attira ogni anno migliaia di fedeli per le sue celebrazioni e la sua atmosfera di raccoglimento. La provincia è inoltre ricca di abbazie e chiese storiche, come l’Abbazia di Santa Maria di Propezzano e l’Abbazia di San Clemente al Vomano, esempi eccellenti di architettura romanica e punti di riferimento spirituali per il territorio. Tra fede e paesaggi straordinari, il culto in provincia di Teramo rappresenta un viaggio tra storia, arte e devozione popolare.


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
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Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
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