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Le grotte in Abruzzo: Grotta del Cavallone a Taranta Peligna (Ch) - Info Point Regione Abruzzo

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Le grotte in Abruzzo: Grotta del Cavallone a Taranta Peligna (Ch)

Le meraviglie > Grotte in Abruzzo
Scoprire i tesori nascosti, i luoghi affascinanti e le meraviglie naturali dell'Abruzzo

La Grotta del Cavallone, incastonata nella pittoresca Valle di Taranta, rappresenta una delle più affascinanti meraviglie naturali dell'Abruzzo. Situata tra Lama dei Peligni e Taranta Peligna, sulla Majella, si distingue per l'ingresso collocato a 1475 metri sul livello del mare, rendendola una delle grotte turistiche più alte d'Europa. Il percorso ipogeo si sviluppa per oltre un chilometro, con una profondità di 59 metri, offrendo uno spettacolo di stalattiti, stalagmiti e formazioni calcaree modellate nel corso di millenni dall'azione dell'acqua. Questa grotta è strettamente legata alla cultura e alla letteratura abruzzese, tanto da essere conosciuta anche come "Grotta della Figlia di Iorio", dal titolo della celebre tragedia pastorale di Gabriele D'Annunzio. L'autore si ispirò agli ambienti ipogei per l'ambientazione dell'opera, affidando al pittore Paolo Michetti la scenografia. Questa connessione culturale ha reso la Grotta del Cavallone una meta non solo naturalistica, ma anche letteraria, rafforzando il legame tra arte e natura. La storia della grotta è documentata sin dal 1666, come dimostrano incisioni all'ingresso, e si è tramandata nei secoli attraverso racconti e tradizioni orali. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la cavità divenne un rifugio prezioso per gli abitanti di Taranta Peligna, proteggendoli dal conflitto grazie alla temperatura costante di circa 10 °C e agli ampi spazi capaci di ospitare anche il bestiame. Questo utilizzo testimonia la stretta relazione tra la grotta e la comunità locale, che ha sempre visto in essa un luogo di protezione e meraviglia. Le esplorazioni speleologiche si sono susseguite nel corso del tempo, portando alla scoperta di nuove diramazioni e ambienti sotterranei. Dagli studi condotti dall'Università di Oxford negli anni '50 alla riscoperta del Ramo dei Laghi nel 1987, fino alle più recenti indagini del 2019, la Grotta del Cavallone continua a rivelare segreti nascosti. Le sue cavità, arricchite da concrezioni calcaree e corsi d'acqua, offrono un'esperienza immersiva che unisce storia, natura e avventura, rendendola una delle mete più affascinanti del patrimonio speleologico abruzzese.Le Grotte e le cavità naturali in Abruzzo:
Grotta del Cavallone a Taranta Peligna (Ch) Il complesso delle grotte del Cavallone, nella spettacolare Valle di Taranta, fra Lama dei Peligni e Taranta Peligna, in Majella, ha affascinato i curiosi e interessato gli studiosi per diverso tempo, sin dalla prima esplorazione della più grande ed evidente delle tre grotte, quella del Cavallone, divenuta poi la grotta con l’ingresso posto alla quota più alta rispetto a tutte le altre grotte turistiche d’Europa. La sua quota di ingresso, infatti, è situata a oltre 1470 metri slm. La Grotta del Cavallone è detta anche “Grotta della Figlia di Iorio” dal titolo della omonima tragedia pastorale dannunziana ambientata in Abruzzo, del 1903. D’Annunzio chiese al pittore e scenografo Paolo Michetti di occuparsi della scenografia della tragedia. Grazie a ciò gli ambienti ipogei del Cavallone rappresentano uno dei luoghi dannunziani per eccellenza. La prima traccia di un’esplorazione risale al 1666 in base ad una incisione nel “Sasso dei nomi antichi” situata all’ingresso della grotta stessa. Nel ‘700 diversi esploratori effettuarono sopralluoghi, se ne è a conoscenza grazie ai riferimenti degli esploratori successivi venuti a conoscenza di queste gesta attraverso i racconti e le “tradizioni orali della gente”. Queste grotte furono utilizzate come rifugio dagli abitanti di Taranta Peligna durante la Seconda Guerra Mondiale nell’autunno del 1943, quando il fronte bellico era alle pendici sudorientali della Majella, lungo la linea Gustav. La temperatura costante di 10 °C consentì la sopravvivenza e i grandi ambienti della cavità consentirono inoltre di poter accogliere anche capi di bestiame. L’ampio ed alto ingresso circa trenta metri per venti di larghezza, si raggiunge attraverso una rampa di gradini ricavati nella roccia. La temperatura interna varia sensibilmente fra le diramazioni: nel periodo primaverile/estivo, a una quarantina di metri dall’ingresso, essa oscilla fra i 10-11 °C; nelle diramazioni laterali abbiamo una temperatura costante di 9,5 °C durante tutto l’anno. Le prime notizie riguardo alla turisticizzazione della grotta risalgono al 1893, quando fu realizzata una scalinata di accesso di oltre 200 gradini, totalmente incisi nella roccia, delle passerelle e delle scale in legno i cui resti sono ancora visibili oggi per facilitare alcuni passaggi e dislivelli. Dopo l’interesse di ricercatori stranieri negli anni ’50 con l’esplorazione di speleologi inglesi dell’Università di Oxford, scopritori del ramo dei laghi, fino agli anni ’70 vi sono nuovi impulsi da parte di diversi gruppi quali il CAI Bolognese, il CAI di Chieti, il gruppo Speleologico URRI di Roma e soprattutto lo Speleo Club Chieti. Le esplorazioni riprendono nel 1987 con la discesa del Pozzo senza fine, con perlustrazioni di ampi camini e con la rivisitazione esplorativa del Ramo del Laghi che presentano tratti allagati e concrezioni molto particolari. Successive puntate esplorative del 2019 sono state dedicate al fondo della Grotta del Cavallone dove nella frana finale tra massi di grandi dimensioni si sta cercando di inseguire le notevoli correnti d’aria presenti in quella parte della cavità. Grotta del Cavallone a Taranta Peligna (Ch)

La Grotta del Cavallone, situata nella suggestiva Valle di Taranta tra Lama dei Peligni e Taranta Peligna, sulla Majella, è una delle grotte turistiche più alte d'Europa, con l'ingresso posto a 1475 metri sul livello del mare. Il complesso ipogeo si sviluppa per oltre 1036 metri con una profondità di 59 metri, affascinando studiosi e visitatori fin dal XVII secolo. La grotta è conosciuta anche come "Grotta della Figlia di Iorio" poiché D'Annunzio, ispirato dalla sua bellezza, ambientò qui la celebre tragedia pastorale del 1903, con la scenografia curata dal pittore Paolo Michetti.
Le prime esplorazioni documentate risalgono al 1666, come testimoniato da un'incisione sul "Sasso dei nomi antichi" all'ingresso della grotta. Nel XVIII secolo, diversi esploratori effettuarono sopralluoghi, tramandati attraverso la tradizione orale della popolazione locale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la grotta fu utilizzata come rifugio dalla popolazione di Taranta Peligna, offrendo riparo grazie alla temperatura costante di 10 °C e agli ampi spazi che permisero anche l'alloggio del bestiame.
L'accesso alla grotta avviene tramite una lunga scalinata di oltre 200 gradini ricavati nella roccia, costruita nel 1893 per favorire la turisticizzazione del sito. All'interno, le diramazioni laterali mantengono una temperatura costante di 9,5 °C durante tutto l'anno, mentre nelle aree più vicine all'ingresso, nei mesi primaverili ed estivi, si possono raggiungere i 10-11 °C. L'ambiente ipogeo presenta vasti spazi e concrezioni calcaree che impreziosiscono le cavità con forme e colori sorprendenti.
Le esplorazioni della grotta sono proseguite nel corso del XX secolo, con contributi di ricercatori italiani e stranieri. Negli anni '50, speleologi dell'Università di Oxford scoprirono il ramo dei laghi, mentre negli anni '70 furono effettuati nuovi rilievi dal CAI di Bologna, dal CAI di Chieti e dallo Speleo Club Chieti. Nel 1987 venne esplorato il Pozzo senza fine e rivisitato il Ramo dei Laghi, caratterizzato da tratti allagati e concrezioni particolari. Ancora oggi, le ricerche proseguono: nel 2019, nuove esplorazioni si sono concentrate sulla frana finale, dove si cerca di seguire le correnti d'aria che potrebbero condurre a nuove scoperte.
La Riserva Naturale Zompo lo Schioppo, situata nel comune di Morino, in provincia de L'Aquila, è uno dei luoghi più suggestivi dell'Abruzzo. Il suo nome deriva dal termine dialettale "zompo", che significa salto, e descrive perfettamente la spettacolare cascata che caratterizza questa riserva. Con un salto di oltre 80 metri, la cascata rappresenta una delle più alte dell’Appennino ed è alimentata da sorgenti che emergono direttamente dalla montagna. Questo fenomeno crea uno scenario di rara bellezza, particolarmente suggestivo durante il periodo primaverile, quando il flusso dell’acqua è al massimo. La riserva si estende su una superficie di circa 1.025 ettari, immersa in un paesaggio tipico dell’Appennino centrale, ricco di boschi di faggi, querce e altre specie tipiche della vegetazione montana. La biodiversità è uno degli aspetti più interessanti della zona, che ospita una fauna variegata: tra gli avvistamenti più comuni si annoverano il lupo appenninico, il cinghiale, e numerose specie di uccelli rapaci, come il falco pellegrino e l’aquila reale. Per gli amanti della natura, la riserva offre un’opportunità unica per scoprire un ecosistema ricco e ben conservato. La cascata è raggiungibile attraverso sentieri ben segnalati, ideali per gli appassionati di trekking. Uno dei percorsi più frequentati è il sentiero ad anello che conduce i visitatori direttamente ai piedi del salto d'acqua, offrendo panorami mozzafiato lungo il tragitto. Per chi cerca un’esperienza più rilassante, la riserva mette a disposizione aree pic-nic immerse nel verde, dove poter trascorrere momenti di tranquillità a contatto con la natura. Non mancano cartelli informativi che descrivono le caratteristiche geologiche e naturali della riserva, arricchendo la visita con contenuti educativi. La Riserva Naturale Zompo lo Schioppo non è solo un luogo di interesse paesaggistico, ma anche culturale. La zona è intrisa di storie e tradizioni che risalgono a tempi antichi, con testimonianze che narrano l'importanza di queste terre per le comunità locali. In estate, vengono spesso organizzati eventi e visite guidate che permettono di conoscere meglio il territorio, mentre l’inverno avvolge la riserva in un’atmosfera incantata grazie alla neve che riveste il paesaggio. Visitare la cascata e la riserva circostante rappresenta un’esperienza imperdibile per chi desidera scoprire uno degli angoli più autentici e spettacolari dell’Abruzzo.

Cascate in Abruzzo
L'Abruzzo è una regione rinomata per la sua natura incontaminata, e tra le sue meraviglie si annoverano numerose cascate, mete ideali per gli amanti delle escursioni e della bellezza paesaggistica. Immersi in contesti di grande suggestione, questi salti d'acqua si inseriscono armoniosamente tra foreste lussureggianti, altipiani e valli rocciose, offrendo momenti di autentico contatto con la natura. Le cascate in Abruzzo, sono spesso accessibili tramite sentieri immersi in una natura rigogliosa, ideali per chi cerca un'avventura a contatto con l'ambiente. Alcune di esse sono alimentate da fiumi e torrenti montani che scorrono impetuosi, regalando spettacoli suggestivi soprattutto...
La Valle Peligna è una delle aree più affascinanti dell'Abruzzo, situata nel cuore della regione, tra le catene montuose della Maiella, del Sirente e del Morrone. Questo territorio, caratterizzato da un'ampia conca pianeggiante a circa 400 metri di altitudine, ha una storia ricca e un panorama unico che mescola bellezza naturale e cultura millenaria. Nota per essere stata un antico lago prosciugatosi nel corso dei millenni, la valle presenta oggi un paesaggio vario e fertile, attraversato dal fiume Aterno-Pescara e costellato di oliveti, vigneti e piccoli borghi. È un luogo ideale per chi ama la natura e vuole esplorare la cultura abruzzese, grazie alla varietà di esperienze offerte, che spaziano dall'escursionismo alle visite storiche. Sulmona, la città principale della valle, è famosa per essere la patria del poeta latino Ovidio e per la tradizione dei confetti, ancora oggi realizzati con tecniche artigianali. Il centro storico di Sulmona conserva tesori architettonici come la Cattedrale di San Panfilo, il Complesso dell'Annunziata e il maestoso acquedotto medievale, rendendo la città un punto di riferimento culturale nella regione. La Valle Peligna è anche una porta d’accesso a paesaggi spettacolari, grazie alla vicinanza con parchi naturali come il Parco Nazionale della Maiella. Escursionisti e amanti dell’outdoor possono esplorare i sentieri che conducono al monte Morrone o alle Gole di San Venanzio, mentre gli appassionati di storia possono visitare siti come gli eremi celestiniani e il sito archeologico di Corfinium, antica capitale della Lega Italica. Rinomata anche per i suoi prodotti tipici, come l’olio extravergine d’oliva e i vini Montepulciano d'Abruzzo e Trebbiano, la Valle Peligna offre una combinazione perfetta di natura, storia e gastronomia. Un viaggio in questa valle è un’esperienza completa, che regala ai visitatori un assaggio dell'autenticità e della bellezza dell’Abruzzo.

Le valli in Abruzzo
Le valli dell'Abruzzo rappresentano uno degli aspetti più affascinanti del suo paesaggio naturale, incorniciate tra le maestose cime dell'Appennino e ricche di storia, cultura e biodiversità. Tra le più importanti si trovano la Valle Peligna, la Valle del Sagittario, la Valle del Vomano e la Valle Roveto, ciascuna con caratteristiche uniche che raccontano la complessità e la bellezza di questa regione.
La Valle Peligna, situata al centro dell'Abruzzo, è nota per la sua storia antica, essendo stata un importante centro della civiltà italica dei Peligni. Qui si trova Sulmona, patria del poeta Ovidio e celebre per la produzione dei confetti. La valle è circondata da montagne imponenti...
L'Altopiano delle Cinquemiglia è un suggestivo altopiano dell'Abruzzo, situato a circa 1.200 metri di altitudine tra i comuni di Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo. Questa vasta area pianeggiante si estende per circa 7 chilometri di lunghezza e 2 chilometri di larghezza, incastonata tra le imponenti montagne dell'Appennino centrale. Caratterizzato da paesaggi incantevoli e da una natura incontaminata, l'altopiano è una destinazione ideale per escursionisti, appassionati di natura e amanti della storia. La zona è nota per i suoi contrasti stagionali: in estate, i prati si tingono di verde e accolgono animali al pascolo, mentre in inverno, l'intero altopiano è spesso ricoperto da una coltre di neve che crea panorami fiabeschi. Grazie alla sua altitudine, l'area è famosa anche per essere tra le più fredde d'Abruzzo, tanto da essere ricordata storicamente come un passaggio impervio per i viandanti e le greggi durante i mesi invernali. Dal punto di vista naturalistico, l'Altopiano delle Cinquemiglia offre una ricca biodiversità. È un luogo ideale per passeggiate e trekking, con sentieri che attraversano dolci pendii e regalano viste spettacolari sulle catene montuose circostanti, tra cui il Gran Sasso e la Maiella. In primavera e in estate, l'area si popola di una colorata varietà di fiori selvatici, mentre i cieli sono spesso attraversati da rapaci, come falchi e aquile. La visita all'altopiano può essere arricchita dalla scoperta dei vicini borghi medievali, come Rivisondoli, Roccaraso e Pescocostanzo, noti per il loro fascino storico, le tradizioni artigianali e la gastronomia tipica. L'Altopiano delle Cinquemiglia non è solo un luogo di straordinaria bellezza naturale, ma anche un simbolo dell'Abruzzo autentico, dove cultura, storia e natura si intrecciano in un’armonia perfetta.

Gli altopiani in Abruzzo
Gli altopiani dell'Abruzzo rappresentano un elemento distintivo del paesaggio naturale di questa regione, caratterizzata da una geografia unica e affascinante. Tra i più noti troviamo l'Altopiano delle Cinquemiglia, il Piano delle Rocche e il celebre Altopiano di Campo Imperatore. Questi altopiani si estendono tra i massicci montuosi dell'Appennino centrale, offrendo panorami mozzafiato e un ambiente naturale straordinariamente ricco, ideale per escursioni, attività all'aria aperta e osservazione della flora e della fauna tipiche della regione. Campo Imperatore, spesso chiamato il "Piccolo Tibet", è probabilmente l'altopiano più famoso d'Abruzzo...




Le gole in Abruzzo
Le gole dell'Abruzzo rappresentano uno degli spettacoli naturali più affascinanti della regione, dove la forza dell'acqua e del tempo ha scolpito profondi canyon e paesaggi suggestivi. Questi luoghi sono spesso immersi in contesti di grande rilevanza naturalistica e storica, offrendo opportunità di esplorazione e avventura. Tra le gole più celebri si trovano le Gole del Sagittario, le Gole di Celano, le Gole del Salinello e la Riserva Naturale delle Gole di San Venanzio. Le Gole del Sagittario, situate nei pressi di Anversa degli Abruzzi, sono un esempio emblematico dell’armonia tra natura e biodiversità. Questo canyon, scavato dal fiume Sagittario, è circondato da...

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