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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Pescara: Abbazia di Santa Maria Arabona (Manoppello Scalo) - Info Point Regione Abruzzo

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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Pescara: Abbazia di Santa Maria Arabona (Manoppello Scalo)

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Le Chiese e i Santuari in Abruzzo – Provincia di Pescara
 
Chiesa di Santa Maria Arabona a Santa Maria Arabona di Manoppello (Pe) Santa Maria Arabona è un'abbazia risalente alla fine dell'XII secolo che si trova nell'omonima frazione in comune di Manoppello (PE). La Storia della Chiesa di Santa Maria Arabona a Santa Maria Arabona di Manoppello (Pe) Su un'area, in cima ad una collina, da dove si domina parte della vallata del Pescara, dedicata ai tempi dei Romani al culto della Bona Dea (e forse da questo deriva il termine "Arabona"), sul quale esisteva un tempio pagano, andato distrutto, che ha fornito una parte dei materiali con cui è stata realizzata l'abbazia che i Cistercensi cominciarono nel 1197, dedicando la chiesa abbaziale in costruzione, alla Vergine Maria; ancora oggi è possibile notare alcune strutture e pietre del preesistente tempio romano. L'edificazione della Chiesa di Santa Maria Arabona a Santa Maria Arabona di Manoppello fu iniziata dalla parte absidale e dal transetto, poiché la navata centrale, interrotta all'altezza della seconda campata, risulta essere anteriore di almeno mezzo secolo alla sua prosecuzione verso la facciata. La mancanza di gran parte del piedicroce è giustificata dall'abbandono del progetto iniziale e dalla conclusione affrettata dei lavori, forse per le avvisaglie di un decadimento economico e strategico all'interno della politica dell'ordine. Nei primi anni cinquanta la Chiesa di Santa Maria Arabona a Santa Maria Arabona di Manoppello fu sottoposta a restauri che si conclusero con la riapertura al culto il 25 settembre 1952 alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi. La famiglia Zambra, proprietaria dell'abbazia sin dal 1799, dopo la morte del loro unico figlio Dino Zambra, avvenuta il 3 gennaio 1944 durante la Seconda guerra mondiale, nel 1968 la donò alla congregazione dei Salesiani. Dal 1998, l'abbazia è sotto il diretto controllo dell'Arcidiocesi di Chieti-Vasto. L’Architettura della Chiesa di Santa Maria Arabona a Santa Maria Arabona di Manoppello (Pe) Di impianto semplice a croce latina, la chiesa si sviluppa soprattutto nella navata centrale che si conclude con l'abside, nella cui apertura è posto l'altare. La chiesa è circondata da un parco dal quale si accede al corpo restante dell'abbazia. Le navate laterali sorreggono l'intera volta e gli altari sono disposti lungo il transetto. L'interno è caratterizzato inoltre dalla presenza delle costolature che danno slancio ai volumi e sottolineano le luci degli archi e le fughe delle volte. In mezzo ad uno spazio sobrio e lineare spicca la ricchezza degli arredi costituiti dal tabernacolo e dal candelabro. Il tabernacolo è formato da un'edicola gotica finemente lavorata, che appoggia al muro; il cero si innalza con un'aerea leggerezza su una snella colonnina, sostenuta da due cani e da un leone rampante. Tre dipinti firmati da Antonio Martini di Atri e datati al 1377, decorano la parete del coro: rappresentano, nell'ordine, una Santa coronata, una Crocifissione e una Vergine in trono con Bambino, che a sua volta tiene tra le mani un piccolo cane bianco. All'interno dell'abbazia è presente una cappella dedicata all'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme usata dalla "Sezione Abruzzo e Molise" dell'ordine. Il candelabro della Chiesa di Santa Maria Arabona a Santa Maria Arabona di Manoppello (Pe) Il candelabro per il cero pasquale è costituito principalmente da una colonna, rappresentante Gesù; attorno ad essa è intrecciata una vite, simbolo dei fedeli che traggono nutrimento dall'Eucarestia, che sfocia nel capitello decorato dalle sue foglie. Il tutto poggia su una base quadrata sulla quale alcuni animali (due cani e un leone – l’altro è mancante) attaccano alle radici la vite: rappresentano le eresie, che minacciano la fede e i cristiani. Il capitello è sovrastato invece da dodici colonnine (rappresentanti i dodici apostoli) disposte a base esagonale su due piani. Il candelabro termina infine con una colonna decorata a palmette dove riporre il cero benedetto il Sabato Santo. Il tabernacolo della Chiesa di Santa Maria Arabona a Santa Maria Arabona di Manoppello (Pe) Il tabernacolo è quasi attaccato alla parete dalla parte sinistra del coro ed è sorretto da due colonnine dalla parte opposta. È basato su una struttura a parallelepipedo; gli spigoli sono decorati da colonnine finemente lavorate con motivi ad intreccio mentre le facce sono decorate con motivi floreali. La parte superiore, danneggiata, è sormontata da due piccole guglie.L’Abbazia di Santa Maria Arabona (Manoppello Scalo)

Comune: Manoppello
Frazione: S. Maria Arabona
Come arrivare: A24 / A25 RM-PE uscita Alanno-Scafa / proseguire in direzione Turrivalignani / Lettomanoppello / Manoppello / Santa Maria Arabona da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello / proseguire lungo la SS 372 direzione Vairano Scalo / poi SS 85 / SS 158 direzione Colli al Volturno / seguire indicazioni per Castel di Sangro / Roccaraso / Sulmona / A25 direzione Pescara uscita Alanno-Scafa / proseguire in direzione Turrivalignani / Lettomanoppello / Manoppello / Santa Maria Arabona.

La chiesa di Santa Maria Arabona, situata presso Manoppello, è uno degli esempi più significativi di architettura cistercense in Abruzzo. L'ordine monastico cistercense, nato in Francia nel XI secolo, conosce una straordinaria fioritura nel XII secolo grazie a figure come Bernardo di Chiaravalle (Bernard de Clairvaux). Le fondazioni cistercensi si diffusero rapidamente in tutta Europa, sviluppando uno stile architettonico particolarmente funzionale, caratterizzato da forme nitide e geometriche, rispecchiando la razionalità della spiritualità cistercense. L'edificazione di nuovi monasteri favorì il passaggio dal romanico al gotico, uno stile che rispondeva perfettamente alla logica e al rigore richiesti dall'ordine. La prima fondazione cistercense in Abruzzo fu Santa Maria Casanova, ed è seguita dal nostro monastero di Santa Maria Arabona, che è l'unico a conservare in modo chiaro il linguaggio architettonico cistercense, mentre altre fondazioni, come San Spirito d'Ocre e Santa Maria della Vittoria, sono state parzialmente modificate o distrutte.
Il toponimo "Arabona" ha suscitato per lungo tempo l'ipotesi che il monastero fosse stato costruito sulle rovine di un antico tempio dedicato alla dea Bona, da cui il nome. Tuttavia, questa teoria non ha trovato riscontri documentari o archeologici, in quanto gli scavi effettuati tra il 1948 e il 1952 non hanno rivelato tracce di strutture preesistenti. La nascita del nome "Arabona" resta quindi un mistero, ma potrebbe essere stato creato dai monaci cistercensi in modo analogo ad altri luoghi cistercensi. Per quanto riguarda la fondazione del monastero, non esistono documenti diretti, ma si può datare l'inizio dei lavori tra il 1197 e il 1208, quando i conti di Palearia di Manoppello donarono terreni e risorse per la costruzione di un monastero in un luogo "qui dicitur Arabona". L'abbazia Arabona divenne rapidamente indipendente dalla giurisdizione vescovile nel 1259, e nel corso dei decenni, acquisì altre proprietà. Tuttavia, il XIV secolo vide l'inizio delle difficoltà economiche, e il terremoto del 1349 danneggiò gravemente la chiesa, fermando i lavori a livello delle navate.
L'interruzione della costruzione conferì alla chiesa un aspetto che potrebbe ingannare a prima vista, dando l'impressione di una pianta centrale, sebbene il progetto originario prevedesse una struttura a tre navate, in linea con il "piano bernardino" di San Bernardo di Chiaravalle. Questo piano, adottato in molte abbazie cistercensi, prevedeva un transetto sporgente e un coro con cappelle disposte ai lati. Il progetto iniziale di Santa Maria Arabona subì una "evoluzione" gotica, abbandonando la spazialità romanica per abbracciare soluzioni costruttive gotiche. Il coro della chiesa, avviato prima, è caratterizzato da un capocroce con monofore a piramide e un grande rosone. Il transetto e il corpo longitudinale sono ben delineati, e la chiesa è arricchita da diversi elementi architettonici distintivi, come il portale dei "morti", che funge da accesso principale, e i portali decorati da archivolti con motivi cistercensi. La copertura del coro è a volta a crociera costolonata, mentre nella navata centrale si notano differenze, con l'assenza di costoloni, segno di una possibile ristrutturazione.
Santa Maria Arabona è stata spesso paragonata ad altre abbazie cistercensi come Fossanova e Casamari, che furono costruite nel XII e XIII secolo. Mentre le chiese di Fossanova e Casamari non riuscirono a svincolare completamente le pareti dalle funzioni portanti, Santa Maria Arabona raggiunse una soluzione costruttiva che anticipava alcune caratteristiche della spazialità gotica. Le strutture architettoniche rivelano due fasi costruttive principali, legate probabilmente al cambiamento delle maestranze durante i lavori. La chiesa conserva anche una ricca decorazione scultorea, tra cui capitelli che combinano elementi vegetali, animali e figure umane, simbolicamente cariche. La decorazione rispecchia l'incontro tra il repertorio cistercense e la tradizione artistica locale. Tra gli arredi più significativi vi sono il tabernacolo e il candelabro per il cero pasquale, che riflettono entrambi la cultura gotico-cistercense. Infine, gli affreschi nel coro e nella cappella di San Rocco, datati tra il XIV e il XV secolo, offrono un'importante testimonianza artistica. Nonostante le trasformazioni subite nel corso dei secoli, il complesso di Santa Maria Arabona rimane una delle testimonianze più preziose dell'architettura cistercense in Abruzzo.

Informazioni: Municipio tel. 085-8590003
Stato di agibilità: Agibile
Le principali chiese e santuari presenti nella regione Abruzzo
Il Santuario del Volto Santo di Manoppello, situato nel piccolo comune di Manoppello, in provincia di Pescara, è uno dei luoghi di culto più significativi e misteriosi d'Abruzzo. La sua fama è legata al Velo di Manoppello, un pezzo di stoffa su cui appare l'immagine del volto di Cristo, ritenuto da molti il "Volto Santo" autentico. Secondo la tradizione, il velo sarebbe stato usato da Santa Veronica per asciugare il volto di Gesù durante la sua via crucis e, miracolosamente, l'immagine si sarebbe impressa su di esso. Questo velo, custodito nel santuario, è oggetto di intensa devozione e di numerosi pellegrinaggi, attirando visitatori da tutto il mondo, desiderosi di ammirare il volto che, secondo la fede, ha subito il miracolo della trasfigurazione. La chiesa che ospita il Velo di Manoppello è un esempio di architettura barocca, caratterizzata da un'atmosfera raccolta e mistica. Ogni anno, il santuario accoglie migliaia di fedeli e turisti, che partecipano alle celebrazioni religiose e alle riflessioni spirituali ispirate dal miracolo del volto di Cristo. Il Santuario del Volto Santo rappresenta non solo un'importante meta di pellegrinaggio, ma anche un luogo di grande interesse storico e culturale, dove si intrecciano fede, arte e spiritualità. Il velo, che emana una forte carica simbolica, continua a suscitare meraviglia e domande, rendendo il santuario un punto di riferimento non solo per la religiosità ma anche per chi è affascinato dai misteri della storia cristiana.Il culto nella provincia di Pescara si distingue per la sua capacità di coniugare fede, arte e natura. Tra i luoghi di culto più celebri vi è il Santuario del Volto Santo di Manoppello, custode del misterioso velo con l'immagine del volto di Cristo, venerato da pellegrini provenienti da tutto il mondo. La città di Pescara ospita la Cattedrale di San Cetteo, dedicata al patrono cittadino, che combina elementi moderni e tradizionali e conserva una tela del Guercino. Nelle colline pescaresi, piccoli santuari e chiese antiche, come l’Abbazia di Santa Maria Arabona, rappresentano un patrimonio di spiritualità e arte, legato alle tradizioni delle comunità locali. La provincia è anche ricca di eremi e abbazie immersi nella natura, che riflettono una religiosità più intima e contemplativa. L’Eremo di San Bartolomeo in Legio, arroccato nella Maiella, è un esempio straordinario di come la spiritualità si fonda con il paesaggio montano. Questi luoghi, spesso legati alla figura di eremiti e santi, sono mete di pellegrinaggi e offrono un’occasione di meditazione e raccoglimento. Il culto nella provincia di Pescara non si limita alla tradizione religiosa, ma abbraccia anche la bellezza del territorio, rendendolo un centro di spiritualità e cultura unico nel suo genere.


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
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Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
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