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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Teramo: Abbazia di San Giovanni ad Insulam (Isola del Gran Sasso) - Info Point Regione Abruzzo

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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Teramo: Abbazia di San Giovanni ad Insulam (Isola del Gran Sasso)

Le meraviglie > Chiese e Santuari > Nel Teramano
Le Chiese e i Santuari in Abruzzo – Provincia di Teramo

Isola del Gran Sasso (Te). Chiesa di San Giovanni ad Insulam. La chiesa di San Giovanni ad Insulam è stata costruita agli inizi del XII secolo e poi modificata alla fine del XIII secolo. Molto bello è il prospetto principale, uno dei primi esempi in Abruzzo di facciata a coronamento orizzontale, purtroppo alterata dall'aggiunta del campanile. La facciata è impreziosita dalla decorazione ad archetti pensili su mensole che prosegue sui fianchi e riprende lungo il semicerchi dell'abside. Il portale con archivolto inquadrato da un'edicola, ha stipiti decorati da eleganti figure in bassorilievo. L’interno è a tre navate e ha colonne con capitelli di diversa forma; il presbiterio è sopraelevato per lasciare spazio alla sottostante cripta. Interessante il frammentario affresco di San Giovanni Battista situato sulla calotta absidale e datato 1421. La cripta è divisa in tre navatelle, ha volte a crociera sostenute da colonne circolari e presenta una piccola abside. La chiesa di San Giovanni ad Insulam, detta anche chiesa di San Giovanni al Mavone, sorge isolata sopra un piccolo poggio che fiancheggia il fiume Mavone nell'omonima valle. Si trova nei pressi del paese di Isola del Gran Sasso, nel territorio della provincia di Teramo in Abruzzo, immersa nella catena appenninica alle falde del Gran Sasso le cui cime del Corno Grande e del Corno Piccolo da una parte, e i monti Prena e Camicia dall'altra ne incorniciano il panorama. Il prospetto frontale della Chiesa di San Giovanni ad Insulam a Isola del Gran Sasso è aperto da un ricco portale rialzato da alcuni gradini, un oculo e da due bifore di gusto pugliese, rare a trovarsi negli edifici abruzzesi. Queste sono incorniciate da una ghiera a tutto sesto, che si mostra liscia a spigolo vivo, e ricavate nello stretto spazio di un archetto ad ogiva, ripartite nelle due luci da una colonnina che presenta la base ed il capitello di uguale dimensione delle fessure. Si evidenzia, sopra il timpano del portale, l'oculo, considerato dal Moretti una possibile aggiunta postuma alla realizzazione originaria e del quale si pensa possa essere andata perduta la lavorazione a traforo. La caratteristica di questa facciata a terminazione piana, che Gavini ritiene adottata per la prima volta in Abruzzo nella costruzione di questo complesso monumentale, fu utilizzata come prototipo architettonico per lo stile di altri edifici abruzzesi del XIV e XV secolo, sorti soprattutto nel territorio aquilano. I fianchi della Chiesa di San Giovanni ad Insulam a Isola del Gran Sasso: I fianchi della costruzione sono aperti da piccole finestre a feritoia sopra le quali si nota la stratigrafia dell'alternanza di fasce di pietre e laterizi rossi, dovuta ad interventi di sopraelevazione della fabbrica, seguita da un secondo ordine di monofore. La cornice di coronamento è definita a «spinapesce» ed archetti. Il prospetto posteriore è movimentato dalla sporgenza dell'abside elevata in due tempi. I portali della Chiesa di San Giovanni ad Insulam a Isola del Gran Sasso. Il portale principale: Spicca per originalità nel suo schema compositivo e si mostra riccamente intessuto di decori proponendo un diverso e nuovo impianto architettonico. Databile nella prima metà del XII secolo, si apre in uno spazio rettangolare sovrastato dalla lunetta racchiusa all'interno di un'edicola. I decori in bassorilievo dell'archivolto sono scalpellati con motivi di girali d'acanto riferibili ai modelli classici riproposti anche nel più elaborato architrave ed affini a quelli della chiesa di San Clemente al Vomano. Gli stipiti non sono costituiti da pilastri, ma si compongono di conci di pietra squadrati e sovrapposti che mostrano bassorilievi di figure zoomorfe e mostruose di gusto liberatoriano.Abbazia di San Giovanni ad Insulam
(Isola del Gran Sasso d'Italia)

La Chiesa di San Giovanni ad Insulam, situata a Isola del Gran Sasso, è un'importante testimonianza dell'architettura medievale abruzzese. La sua costruzione risale tra l'XI e il XII secolo, ma delle sue origini non esistono documenti diretti, solo fonti indirette che ne attestano la presenza. La prima menzione ufficiale della chiesa appare in un decreto papale datato 19 gennaio 1184, emesso da papa Lucio II, che cercava di risolvere una controversia tra Oderisio, vescovo di Penne, e Senebaldo, abate di San Quirico. A quell'epoca, la chiesa esisteva già in una configurazione ben definita.
La struttura della chiesa è rimasta notevolmente integra, in parte grazie al fatto che ha sfuggito gli interventi barocchi che hanno stravolto molte chiese dell'epoca. La chiesa si compone di due parti principali: la cripta e la chiesa superiore. La relazione tra queste due sezioni è stata oggetto di diverse interpretazioni. Il Balzano, nell'opera "San Giovanni ad Insulam o al Mavone" (1914), propone l'ipotesi che la cripta fosse una costruzione preesistente, risalente al periodo antecedente l'anno Mille, successivamente inglobata nella chiesa come cripta. Una lastra risalente al VII o VIII secolo, infissa nella muratura, presenta un motivo geometrico tipico dell'epoca, che potrebbe essere stata una transenna originariamente, poi inserita come elemento decorativo.
Il Gavini (1927, ristampa 1980), tuttavia, respinge questa ipotesi, sostenendo che la cripta e la chiesa superiore facciano parte di un unico progetto architettonico, sviluppatosi in più fasi costruttive. Secondo lui, l'intera struttura si sarebbe sviluppata nell'arco di un lungo periodo di tempo, che sarebbe stato influenzato dalle difficili condizioni climatiche e dai lunghi inverni, che rallentavano i lavori. La cripta, costruita nel XI secolo, è di chiara impronta benedettina. Ha una pianta quasi quadrata ed è suddivisa in tre navate, con quattro campate e una copertura a crociera. La navata centrale è leggermente più larga e termina in un'abside semicilindrica, simile a quella della chiesa superiore.
La chiesa superiore, databile al XII secolo, presenta una muratura differente da quella della cripta, con conci regolari sia all'interno che all'esterno delle pareti. La chiesa è a tre navate, scandite da sei arcate che poggiano su pilastri nella parte anteriore e su colonne nel presbiterio. Questa seconda fase di costruzione ha visto l'ampliamento della chiesa verso il piazzale, con l'introduzione di due livelli interni, separati da alcuni gradini. Alcune scelte architettoniche, come l'uso di colonne nel presbiterio e piloni rettangolari nell'aula, hanno avuto l'intento di separare visivamente la zona destinata ai fedeli da quella presbiteriale.
Una terza fase di intervento, risalente al XIII secolo, ha riguardato il coronamento della facciata, con l'introduzione di una decorazione ad archetti pensili e l'alternanza di conci e fasce di laterizi rossi, tipica di molti monumenti teramani. La facciata della chiesa ha subito modifiche nel corso dei secoli, e parte della sua struttura originale non è pervenuta integra. L'angolo sinistro della parte superiore della facciata è stato modificato con l'inserimento di un campanile, mentre la decorazione ad archetti pensili alternati, a sesto tondo e acuto, corre lungo la parte superiore della facciata, sui fianchi e sull'abside semicircolare.
Il portale principale, che risale alla prima metà del XII secolo, presenta un archivolto incorniciato da un'edicola con chiusura a timpano, un tipo di decorazione che riflette influenze umbro-abruzzesi. Gli stipiti sono decorati con bassorilievi raffiguranti figure demoniache e bestiali, simboli ricorrenti nelle chiese del XII secolo. Questi bassorilievi presentano un notevole livello di dettaglio e una tecnica che ben si distingue per la raffinatezza. In particolare, il portale è simile al portale destro di San Liberatore a Maiella, datato al 1080, suggerendo che i bassorilievi furono realizzati in quell'epoca e successivamente incorporati nella chiesa.
L'architrave del portale è decorato con motivi floreali e simboli naturali, tra cui foglie di acanto, rosette e palme, realizzati con grande eleganza. L'archivolto è arricchito da un'intaglio complesso che raccorda l'arco con il frontone. Accanto al portale principale, sul fianco destro della chiesa, si trova un altro portale decorato con girali vegetali, che mostra affinità stilistiche con il portale di Santa Maria in Cellis, datato intorno al 1132. Questo portale laterale collegava la chiesa a un torrione laterale e rappresenta un altro esempio significativo della scultura decorativa del periodo.
Le principali chiese e santuari presenti nella regione Abruzzo
Il Santuario della Madonna dello Splendore si trova a Giulianova, in provincia di Teramo, ed è uno dei luoghi di culto più importanti e venerati della regione. La sua fama è legata a un miracolo che risale al 1557, quando si narra che un’immagine della Madonna dipinta su tavola, trovata da un contadino, cominciò a irradiare una luce straordinaria. Questo evento, conosciuto come "lo Splendore", attirò subito l’attenzione dei fedeli, che cominciarono a recarsi in pellegrinaggio per venerare la sacra immagine. Il santuario, costruito per custodire l'immagine miracolosa, è un esempio di architettura barocca, con un imponente edificio che accoglie i visitatori in un'atmosfera di grande devozione e spiritualità. Ogni anno, il Santuario della Madonna dello Splendore diventa meta di numerosi pellegrini, specialmente durante la festa dedicata alla Madonna, che si celebra il 15 agosto. In quel giorno, la chiesa è luogo di preghiera e celebrazioni religiose, dove i fedeli si radunano per rendere omaggio alla Vergine e per chiedere grazie e benedizioni. Il santuario è anche noto per la sua bellezza artistica, con affreschi, altari decorati e un ambiente che favorisce la riflessione spirituale. La Madonna dello Splendore non è solo un simbolo di fede, ma anche un punto di riferimento culturale per la città di Giulianova, rappresentando un legame profondo tra la religiosità popolare e la tradizione storica della zona.Il culto nella provincia di Teramo è profondamente intrecciato con la storia e l’architettura religiosa del territorio, che ospita alcune delle più importanti chiese e santuari dell’Abruzzo. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, nel cuore di Teramo, è uno dei simboli principali della devozione locale, nota per il suo altare argenteo realizzato da Nicola da Guardiagrele e per il maestoso campanile romanico. A Giulianova, il Santuario della Madonna dello Splendore, circondato da ulivi e giardini, è meta di pellegrinaggi grazie alla tradizione legata a un’apparizione mariana. La fede nella provincia si esprime anche attraverso eventi e feste religiose che coinvolgono le comunità locali, rafforzando il senso di identità collettiva.
 La spiritualità della provincia trova una delle sue massime espressioni nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, situato ai piedi del Gran Sasso, uno dei santuari più visitati d’Italia. Questo luogo, dedicato al santo patrono dei giovani e degli studenti, attira ogni anno migliaia di fedeli per le sue celebrazioni e la sua atmosfera di raccoglimento. La provincia è inoltre ricca di abbazie e chiese storiche, come l’Abbazia di Santa Maria di Propezzano e l’Abbazia di San Clemente al Vomano, esempi eccellenti di architettura romanica e punti di riferimento spirituali per il territorio. Tra fede e paesaggi straordinari, il culto in provincia di Teramo rappresenta un viaggio tra storia, arte e devozione popolare.


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
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Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
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