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Luoghi Sacri in Abruzzo: La Scala Santa di Campli - Info Point Regione Abruzzo

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Luoghi Sacri in Abruzzo: La Scala Santa di Campli

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La Scala Santa di Campli rappresenta una delle espressioni più significative del culto in Abruzzo, testimoniando una profonda tradizione religiosa che affonda le radici nel XVIII secolo. Campli, un borgo pedemontano ai piedi dei Monti Gemelli, era già un centro di grande rilevanza per la sua prosperità economica e il suo ruolo strategico tra il Regno Borbonico e lo Stato Pontificio. La Scala Santa, costruita grazie al privilegio papale concesso nel 1772 da Papa Clemente XIV, riproduce simbolicamente la scala che conduce al perdono, come quella della basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Questo privilegio, ottenuto dopo un lungo lavoro diplomatico dell’avvocato Gianpalma Palma, lega la città abruzzese a un'importante tradizione di indulgenza e di penitenza. L’atto di salire la Scala Santa in ginocchio, pregando per la remissione dei peccati, è al centro del rito, che culmina con l'assoluzione e, in alcuni giorni, l'Indulgenza Plenaria. I fedeli, salendo i 28 gradini in legno di quercia, sono accompagnati dalla meditazione sulla Passione di Cristo, grazie ai dipinti che adornano le pareti laterali della scala. Ogni tappa di questo percorso fisico e spirituale rappresenta una riflessione profonda sulla sofferenza e sul sacrificio di Gesù, invitando i pellegrini a rivivere simbolicamente le sue sofferenze, mentre si avvicinano al sacro momento della purificazione dell’anima. Arrivati al termine del cammino, il fedele si trova di fronte al Sancta Sanctorum, dove è custodito l’altare del Salvatore, il Cristo Salvator Mundi, che rappresenta la liberazione dal peccato. La conclusione del percorso è simbolica: dopo aver reso omaggio al Papa e a Sant'Elena, immortalati in ritratti a grandezza naturale, il pellegrino scende in piedi, lasciando il luogo sacro e ritornando alla luce del giorno. La discesa, accompagnata dalle immagini gioiose della Resurrezione e osservata da angioletti sorridenti, segna il ritorno alla speranza e alla salvezza, completando il ciclo di penitenza e redenzione. La Scala Santa di Campli è non solo un luogo di culto ma anche un potente simbolo di fede che, pur essendo meno conosciuto rispetto ad altre celebri scalinate in Italia, conserva intatta la sua forza spirituale. La sua perfetta conservazione e la ricchezza di simbolismi ne fanno una delle esperienze più toccanti e autentiche del culto abruzzese. Con la sua storia di devozione e la sacralità dei suoi riti, la Scala Santa continua a rappresentare un luogo di profonda connessione tra i fedeli e il divino, radicando la comunità nella tradizione religiosa locale e nazionale.I luoghi sacri in Abruzzo:
La Scala Santa di Campli. Campli è oggi un tranquillo borgo pedemontano dei Monti Gemelli, prime alture della Laga, ma secoli fa era uno dei più importanti centri della terra di confine tra Teramo e Ascoli Piceno, fra Regno Borbonico e Stato Pontificio. Città benestante e prospera, sede di ricche confraternite di artigiani e commercianti, detentrice, grazie alla sua posizione, di privilegi ecclesiali come il Vescovado, Campli vanta un passato che ha lasciato forti testimonianze dei suoi splendori, come la Scala Santa. “[...]Custode amorevole dei tesori celesti della Chiesa, per incrementare la religione dei fedeli e la salvezza delle anime, a tutti e singoli i fedeli dell’uno e dell’altro sesso, veramente pentiti, confessati e comunicati, che saliranno in ginocchio la Scala costruita nella città di Campli [...] con questa lettera e con l’autorità apostolica, concediamo paternamente di poter ottenere tutte e singole le indulgenze, la remissione dei peccati e delle pene, che potrebbero ottenere se personalmente, devotamente ascendessero in ginocchio la Scala Santa della nostra Alma Roma. Quanto stabilito ha da valere in perpetuo, in futuro, nonostante qualsiasi cosa in contrario [...] Datato a Roma, presso Santa Maria Maggiore, sotto l’anello del Pescatore, XXI Gennaio 1772, anno terzo del Nostro Pontificato”. A firma, CLEMENTE PAPA XIV. Fu con questo “breve”, un editto simile alla “bolla”, che papa Clemente XIV attribuì ufficialmente il privilegio della Scala Santa alla città di Campli. Non fu un dono inatteso per la cittadina abruzzese, bensì il frutto di un lungo e paziente lavoro diplomatico dell’avvocato Gianpalma Palma, già Camerlengo del Comune, che ottenne per la sua città l’ambito privilegio papale e fece costruire la Scala Santa. Alla Confraternita delle Sante Stimmate di San Francesco, di cui era priore, venne attribuito il ruolo di custodia del sacro edificio. La Scala Santa si trova al margine della piazza principale, dietro Palazzo Farnese. Il suo cuore sono i 28 gradini in legno di quercia da salire in ginocchio – le donne a capo coperto – pregando e chiedendo perdono dei propri peccati. La ricompensa per i fedeli è l’assoluzione, e in alcuni giorni dell’anno, l’Indulgenza Plenaria, che ha lo stesso valore di quella ottenibile pregando sulla più famosa Scala Santa di Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Il monumento è molto ricco di simbologie che ne motivano ogni singolo elemento. Il dover salire in ginocchio, osservati dai personaggi di sei eccezionali dipinti – tre a destra e tre a sinistra della Scala, che raccontano altrettanti momenti salienti della Passione di Cristo – porta il fedele a ripercorrere le tappe di Gesù verso la croce e riviverne, simbolicamente, la sofferenza. L’ultimo gradino conduce al Sancta Sanctorum dov’è l’altare del Salvatore, il Cristo Salvator Mundi, in grado di liberare il peccatore dal suo fardello. Dopo aver reso il simbolico omaggio a papa Clemente e a Sant’Elena, quasi reali negli splendidi colori dei loro ritratti a grandezza naturale, il credente purificato nell’anima scende verso la luce del giorno, stavolta in piedi, accompagnato dalle scene gioiose della Resurrezione e osservato da angioletti sorridenti affacciati dal tetto. La Scala Santa di Campli è una delle meglio conservate tra quelle esistenti in Italia, ma anche una delle meno note. Campli è oggi un tranquillo borgo pedemontano ai piedi dei Monti Gemelli, prime alture della Laga, ma secoli fa era uno dei più importanti centri della terra di confine tra Teramo e Ascoli Piceno, fra Regno Borbonico e Stato Pontificio. Città benestante e prospera, sede di ricche confraternite di artigiani e commercianti, detentrice, grazie alla sua posizione, di privilegi ecclesiali come il Vescovado, Campli vanta un passato che ha lasciato forti testimonianze dei suoi splendori, come la Scala Santa. La Scala Santa si trova al margine della piazza principale, dietro Palazzo Farnese. Il suo cuore sono i 28 gradini in legno di quercia da salire in ginocchio – le donne a capo coperto –, pregando e chiedendo perdono dei propri peccati. La ricompensa per i fedeli è l’assoluzione, e in alcuni giorni dell’anno, l’Indulgenza Plenaria, che ha lo stesso valore di quella ottenibile pregando sulla più famosa Scala Santa di Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Il monumento è molto ricco di simbologie che ne motivano ogni singolo elemento. Il dover salire in ginocchio, osservati dai personaggi di sei eccezionali dipinti – tre a destra e tre a sinistra della scala, che raccontano altrettanti momenti salienti della Passione di Cristo –, porta il fedele a ripercorrere le tappe di Gesù verso la Croce e riviverne, simbolicamente, la sofferenza. L’ultimo gradino conduce al Sancta Sanctorum dov’è l’altare del Salvatore, il Cristo Salvator Mundi, in grado di liberare il peccatore dal suo fardello. Dopo aver reso il simbolico omaggio a papa Clemente e a Sant’Elena, quasi reali negli splendidi colori dei loro ritratti a grandezza naturale, il credente purificato nell’anima scende verso la luce del giorno, stavolta in piedi, accompagnato dalle scene gioiose della Resurrezione e osservato da angioletti sorridenti affacciati dal tetto. La Scala Santa di Campli

Campli è oggi un tranquillo borgo pedemontano situato ai piedi dei Monti Gemelli, che segnano le prime alture della Laga, ma secoli fa era uno dei centri più importanti nella terra di confine tra Teramo e Ascoli Piceno, tra il Regno Borbonico e lo Stato Pontificio. Città benestante e prospera, sede di numerose confraternite di artigiani e commercianti, Campli vantava una posizione privilegiata che le garantiva diritti ecclesiastici come la presenza del Vescovado. Il suo passato ha lasciato forti testimonianze dei suoi splendori, tra cui la celebre Scala Santa, un monumento che rappresenta l'importanza religiosa e culturale del luogo.
Il privilegio della Scala Santa fu concesso ufficialmente a Campli nel 1772, quando Papa Clemente XIV, con un editto papale, attribuì alla cittadina abruzzese il diritto di erigere un luogo sacro simile alla Scala Santa di Roma, situata nella basilica di San Giovanni in Laterano. Questo atto, firmato da Papa Clemente XIV, sanciva che tutti coloro che, sinceramente pentiti, salissero in ginocchio i gradini della Scala Santa di Campli, avrebbero ottenuto l’assoluzione dei peccati, con la possibilità di ricevere anche l’Indulgenza Plenaria in determinati giorni dell’anno. Il privilegio papale non giunse per caso, ma fu il frutto del lungo lavoro diplomatico dell'avvocato Gianpalma Palma, che riuscì a ottenere il prezioso riconoscimento per la sua città.
La Scala Santa di Campli si trova al margine della piazza principale, dietro il Palazzo Farnese, ed è composta da 28 gradini in legno di quercia, che i fedeli devono salire in ginocchio, le donne a capo coperto. Durante la salita, i devoti sono osservati da sei eccezionali dipinti che raccontano i momenti salienti della Passione di Cristo. Ogni passo compiuto lungo questi gradini è una meditazione sulla sofferenza di Gesù, e rappresenta un viaggio simbolico verso la purificazione dell'anima. La ricompensa per i pellegrini è l’assoluzione, che culmina in un incontro spirituale con l’altare del Salvatore, il Cristo Salvator Mundi, situato al termine della Scala Santa.
Il percorso si conclude al Sancta Sanctorum, dove il fedele si trova di fronte all'altare dedicato al Cristo Salvator Mundi, simbolo della liberazione dal peccato. Dopo aver reso omaggio a Papa Clemente XIV e a Sant'Elena, ritratti in grandezza naturale ai lati della Scala, il pellegrino scende in piedi, accompagnato dalle allegre scene della Resurrezione, simbolo della speranza e della redenzione. Osservato da angioletti sorridenti che si affacciano dal tetto, il fedele ritorna alla luce del giorno, purificato nel corpo e nello spirito. La Scala Santa di Campli, seppur poco conosciuta, è una delle meglio conservate in Italia e rimane un monumento di grande importanza religiosa e simbolica.
L'enogastronomia abruzzese è un viaggio tra sapori autentici e tradizioni antiche, una sintesi perfetta di mare e montagna che racconta l'anima profonda della regione. Qui, ogni piatto e ogni vino riflettono l'essenza di un territorio generoso, dove la natura incontaminata e la cultura locale si intrecciano per creare un patrimonio culinario unico. In Abruzzo, il cibo non è solo nutrimento, ma una forma di espressione, un legame con le stagioni e con le radici storiche delle comunità. Dai borghi montani alle località costiere, la cucina si distingue per la semplicità e la genuinità degli ingredienti, spesso prodotti artigianalmente. Le ricette, tramandate di generazione in generazione, portano con sé gesti e sapori che parlano di tempi lontani. La terra abruzzese è nota per prodotti straordinari che vanno dall’oro rosso dello zafferano di Navelli ai tartufi profumati delle montagne. I formaggi di pecora, come il pecorino e la ricotta affumicata, raccontano la maestria dei pastori, mentre la pasta fatta a mano, come i celebri maccheroni alla chitarra, celebra l’arte e la pazienza delle cuoche abruzzesi. Il vino gioca un ruolo fondamentale in questo racconto di gusto. Il Montepulciano d'Abruzzo, robusto e avvolgente, è una delle etichette più amate e apprezzate a livello internazionale, affiancato dal delicato Trebbiano d'Abruzzo. Ogni bicchiere racchiude il carattere di queste colline baciate dal sole, dove i vigneti prosperano tra la brezza del mare e l’aria fresca dei monti. Ma l’enogastronomia abruzzese è anche convivialità, un rito che si consuma attorno a una tavola ricca di sapori e storie. Ogni assaggio è un incontro con una cultura che rispetta la natura e valorizza la tradizione, rivelando un equilibrio perfetto tra semplicità e raffinatezza. È un’esperienza che va oltre il palato, coinvolgendo i sensi e lasciando un ricordo indelebile, un legame profondo con una terra che sa come regalare emozioni.
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L'Enogastronomia. La cucina abruzzese è la tradizionale cucina dell'Abruzzo; essa è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera; tra gli alimenti più utilizzati troviamo: il pane, la pasta, la carne, i formaggi e il vino. L'isolamento che per decenni ha caratterizzato la regione ha fatto sì che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente. Tra i prodotti abruzzesi che sono entrati nell'immaginario collettivo di tutto il mondo troviamo i classici confetti tipici della città di Sulmona, lo zafferano coltivato principalmente nell'altopiano di Navelli, gli arrosticini di pecora, gli spaghetti alla chitarra e il prestigioso vino Montepulciano d'Abruzzo. Altri prodotti...

L’artigianato abruzzese rappresenta una straordinaria testimonianza della tradizione e dell’ingegno della regione, un legame profondo tra passato e presente. Ogni angolo dell’Abruzzo racconta storie attraverso opere d’arte create da mani esperte che hanno saputo conservare tecniche e saperi antichi. Uno degli ambiti più celebri è la lavorazione della ceramica. Tra i centri più importanti spicca Castelli, rinomata in tutto il mondo per le sue maioliche decorate a mano con motivi floreali, geometrici e scene di vita quotidiana. Gli artigiani locali continuano a utilizzare metodi tramandati di generazione in generazione, valorizzando colori e disegni che rispecchiano il territorio e la sua cultura. Di grande pregio è anche l’arte della lavorazione del ferro battuto, tipica delle aree montane. Fabbri esperti modellano a caldo cancelli, lampade e altri oggetti, dando vita a opere di straordinaria bellezza e resistenza. Questa tradizione, radicata nella vita rurale, trova il suo apice in laboratori che combinano creatività e funzionalità. Un altro settore emblematico è quello della tessitura. La produzione di merletti e ricami, soprattutto quelli di Pescocostanzo, si distingue per l’eleganza e la finezza dei dettagli. I famosi merletti al tombolo rappresentano una delle forme d’arte più delicate e raffinate, simbolo della pazienza e della maestria delle artigiane abruzzesi. Anche il legno è un materiale protagonista nell’artigianato regionale. Gli ebanisti abruzzesi si dedicano alla creazione di mobili e oggetti decorativi, molti dei quali presentano intagli che richiamano motivi religiosi o naturali. Inoltre, l’arte della scultura del legno è strettamente legata alle tradizioni religiose, con la realizzazione di statue sacre e presepi. Di notevole interesse è l’oreficeria, un’attività che affonda le sue radici nel Medioevo. L'Abruzzo vanta gioielli di rara bellezza, come la "Presentosa", un ciondolo femminile di antica tradizione, simbolo di amore e augurio. Le tecniche di lavorazione, come l’incastonatura e la filigrana, mostrano un’altissima competenza tecnica e artistica. L’artigianato abruzzese, dunque, non è solo un insieme di abilità manuali, ma anche un’espressione di identità culturale. Attraverso i materiali, i disegni e le tecniche, gli artigiani raccontano la storia e l’anima di una terra unica, in cui passato e presente si fondono per dare vita a opere di inestimabile valore.
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L'Artigianato in Abruzzo. L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani...
Sciare in Abruzzo significa immergersi in panorami mozzafiato, tra montagne maestose e borghi pittoreschi che aggiungono fascino a una giornata trascorsa sulla neve. Questa regione offre un’esperienza unica, grazie a un territorio che alterna cime innevate a spazi naturali intatti, creando l’ambiente ideale per gli appassionati degli sport invernali. L’Appennino abruzzese, con le sue cime imponenti, accoglie numerose stazioni sciistiche ben attrezzate e in grado di soddisfare le esigenze di sciatori di ogni livello. Le piste si snodano tra pendii soleggiati, boschi secolari e paesaggi aperti, garantendo una combinazione perfetta tra sport e natura. Oltre allo sci alpino, la regione è anche un paradiso per il freeride e lo snowboard, con percorsi studiati appositamente per gli amanti delle discese più adrenaliniche. Non manca poi la possibilità di praticare lo sci di fondo, un’attività che consente di esplorare in tranquillità l’Abruzzo innevato. Tra altopiani incantati e vallate suggestive, questa disciplina permette di vivere la montagna in un modo diverso, silenzioso e contemplativo. Anche le famiglie trovano opzioni ideali, con aree dedicate ai bambini e percorsi più facili pensati per i principianti. La neve abruzzese diventa così il pretesto perfetto per scoprire una terra ricca di autenticità, dove i paesaggi innevati si fondono con l’atmosfera calda e accogliente dei borghi montani. Après-ski nei rifugi, sapori tipici e tradizioni locali completano l’esperienza, regalando momenti di relax e convivialità in un contesto che non smette mai di stupire. Sciare in Abruzzo non è solo uno sport, ma un viaggio tra natura, cultura e avventura.
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Sciare in Abruzzo. L’Abruzzo è terra di montagne e di sciatori. È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l'orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo. Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo. Grandi complessi montuosi, caratterizzati da un forte e duraturo innevamento, attrezzati con stazioni ed impianti turistici numerosi e qualificati...


Il mare d'Abruzzo offre un'esperienza indimenticabile, fatta di acque cristalline, spiagge variegate e panorami che raccontano la bellezza selvaggia e incontaminata della natura. La costa abruzzese, che si estende per oltre 130 chilometri, accoglie chi cerca relax, avventura o la scoperta di angoli nascosti dove il tempo sembra essersi fermato. Le spiagge si alternano tra ampi arenili sabbiosi e tratti rocciosi, ognuno con un fascino unico. Le dolci colline che degradano verso il mare creano scenari pittoreschi, arricchiti dalla presenza di caratteristici trabocchi, antiche macchine da pesca in legno che sembrano sospese tra cielo e acqua. Questi monumenti alla tradizione marinara raccontano un passato fatto di dedizione e rispetto per il mare, ancora oggi visibile nello stile di vita delle comunità costiere. Il mare d'Abruzzo è anche una promessa di divertimento e benessere. Le acque limpide sono ideali per nuotate rinfrescanti e sport acquatici, come il kayak, il windsurf e le immersioni, che rivelano la ricca vita marina dei fondali. Passeggiate lungo i lungomari regalano momenti di quiete, mentre i piccoli porti e le antiche torri costiere narrano storie di un rapporto secolare tra terra e mare. Lungo questa costa, l’esperienza balneare si intreccia con una gastronomia profondamente legata al territorio. I sapori del mare si trasformano in piatti unici, come il celebre brodetto di pesce, che celebra la freschezza e la genuinità degli ingredienti locali. Tra un tuffo e l’altro, è possibile immergersi anche nella cultura, visitando borghi storici affacciati sul mare, dove l’ospitalità abruzzese si manifesta in tutta la sua autenticità. Il mare d'Abruzzo non è solo una destinazione, ma un invito a scoprire un modo di vivere che unisce natura, tradizione e emozioni. Ogni ondeggiare delle acque e ogni tramonto sulla costa lasciano un segno nel cuore, raccontando la storia di un territorio unico, che sa come abbracciare i suoi visitatori con tutta la forza e la bellezza della sua anima.
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Il mare d'Abruzzo. Dal Tronto a Francavilla al Mare, a sud di Pescara, la costa è una uniforme, regolare e dorata fascia di soffice arenile, larga e accogliente; dalla foce del fiume Foro, a sud di Francavilla, la linea costiera diviene invece alta, portuosa, con scogliere, calette e lunghi tratti di spiaggia a ciottoli, per poi riaprirsi ai larghi arenili solo nel Vastese, al confine col Molise. Il tratto caratteristico di questo paesaggio marino è dunque la varietà, con ambienti e paesaggi per tutti i gusti. Questa particolare bivalenza della riviera, e la stessa conformazione geografica dell’Abruzzo collinare, creano un comprensorio turistico unico nel suo genere che può vantare caratteristiche davvero esclusive: una costa che diventa porta d’accesso all’intero territorio...

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