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Sito archeologico in Provincia di Chieti: Le mura megalitiche di Monte Pallano -Tornareccio (Ch) - Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Sito archeologico in Provincia di Chieti: Le mura megalitiche di Monte Pallano -Tornareccio (Ch) - Abruzzo

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I principali siti archeologici nella Provincia di Chieti - Abruzzo

Le mura megalitiche di Monte Pallano, situate nel comune di Tornareccio, in provincia di Chieti, rappresentano uno dei siti archeologici più significativi dell'Abruzzo. Queste antiche mura, che risalgono al periodo italico, appartenevano a Pallanum, una città dei Frentani. La città è menzionata per la prima volta nella Tavola Peutingeriana, e nel IV-V secolo d.C., Pallanum era un punto di passaggio strategico sulla strada che univa Aternum (oggi Pescara) e Larinum (oggi Larino). La sua posizione, tra le città di Anxanum (Lanciano) e Histonium (Vasto), evidenziava l'importanza commerciale e culturale di questo insediamento, che però, a partire dal I secolo a.C., iniziò a subire un lento e progressivo declino. Le mura megalitiche di Monte Pallano sono una delle caratteristiche più impressionanti del sito. Si estendono per circa 160 metri e raggiungono un'altezza media di 4 metri. Costruite con grandi blocchi calcarei provenienti dalla stessa montagna, le mura sono disposte a secco, una tecnica costruttiva che le rende particolarmente robuste. Lungo il perimetro del sito si trovano due porte ancora visibili: la "Porta del Monte" e la "Porta del Piano". La "Porta del Piano" si trova nella parte più alta del sito ed è dotata di un architrave, mentre la "Porta del Monte", più a valle, presenta una costruzione diversa, con blocchi di dimensioni inferiori, segnalando un cambiamento nella tecnica di costruzione. Oltre alle mura, il sito ospita anche un insediamento romano-ellenistico situato ad ovest delle mura megalitiche. In questo settore, sono emerse rovine di un complesso abitativo che si sviluppava attorno a un cortile centrale. Gli scavi hanno portato alla luce numerosi reperti, tra cui monete romane, attrezzi in ferro e tegole di terracotta. Le strutture murarie, alcune realizzate a secco e altre in “opus pseudo-isodomo”, mostrano un'architettura che riflette l'influenza romana ed ellenistica. Le pavimentazioni in “opus signinum”, realizzate con argilla, gesso e pozzolana, suggeriscono che il sito fosse ben organizzato e abitato in epoche successive alla sua fondazione italica. Le testimonianze storiche su Pallanum sono frammentarie, ma alcune fonti antiche, come il sacerdote e storico Domenico Romanelli, descrivono le imponenti rovine di questa città, un tempo circondata da mura difensive e torri. Secondo Romanelli, la città di Pallanum, purtroppo non ben documentata nei testi storici antichi, era un castello imponente che difendeva il territorio circostante. Nel X e XI secolo, Pallanum era ancora in uso come castello, come attestato in documenti che parlano di donazioni al monastero di San Stefano in Rivo Maris. Tuttavia, dopo il periodo normanno, il sito cadde in rovina e venne gradualmente abbandonato. Oggi, le rovine delle mura megalitiche e dell'insediamento romano-ellenistico sono un'importante testimonianza del passato di questa storica area, che continua ad affascinare visitatori e studiosi.Siti Archeologici in Abruzzo:
Le mura megalitiche di Monte Pallano (Tornareccio - Ch). Pallanum. Pallanum era un'antica città del popolo italico dei Frentani, oggi sito archeologico sul Monte Pallano. La Storia delle mura megalitiche di Monte Pallano: Il nome Pallanum appare per la prima volta nella Tavola Peutingeriana. Nel IV-V secolo d.C. parrebbe essere una stazione sulla strada che congiungeva Aternum (oggi Pescara) e Larinum (presso l'attuale Larino). Pallanum si troverebbe così all'VII miglio da Anxanum (l'odierna Lanciano) ed al XII miglio da Histonium (l'odierna Vasto). Edward Bispham ipotizza che Pallanum sia una città di origine sannitica. Dal I secolo a.C. la popolazione incominciò a diminuire. Descrizione delle mura megalitiche di Monte Pallano: Mura paladine. Ad est dell'insediamento si erge un'antica e possente muraglia difensiva edificata in periodo italico, di cui ne restano circa 160 metri, alta in media 4 metri ed intervallata in origine da quattro porte, di cui ne sono sopravvissute due: la "Porta del Monte" e la "Porta Del Piano" (quest'ultima è coperta da un architrave). La porta del Piano, larga 80 cm, si trova nella parte più alta del sito, mentre la porta del Monte è posta più a valle, laddove i blocchi diminuiscono di grandezza, ravvisando una diversa tecnica costruttiva. I blocchi utilizzati sono di tipo calcareo, provengono dalla stessa montagna e sono accatastati a secco. Una leggenda vuole edificate le mura megalitiche da Carlo Magno, in realtà furono edificate nel periodo italico tra il VI ed il III secolo a.C. Insediamento romano-ellenistico. In un avvallamento ad un'altitudine leggermente inferiore, ad ovest delle mura megalitiche, si trovano le rovine di un insediamento di medie dimensioni. È composto da un complesso di costruzioni che si sviluppano attorno ad uno spazio vuoto centrale. Inoltre sono state rinvenute tegole di terracotta, varie monete di età romana ma soprattutto numerosi manufatti di ferro. Molte murature sono state edificate a secco, altre in opera pseudo-isodoma. Le pavimentazioni, realizzate in argilla, gesso e pozzolana sono in opus signinum. Vari dislivelli lasciano supporre vari terrazzamenti dell'abitato. Attestazioni storiografiche. Scrive il sacerdote e storico Domenico Romanelli: « Grandi, vaste, e sorprendenti ruine di antichissimo castello si ravvisano a tre miglia distanti da Atessa verso mezzogiorno. La sua forma era quella della più inespugnabile fortezza. Tutta l'estremità, o circonferenza del monte, che comprender potrà circa cinque miglia di giro, è cinta di mura e vi si ravvisano puranche vestigia di porte, e di torri. Di questo celebre castello Frentano non troviamo alcuna memoria ne' geografi, e negli storici antichi. È segnato solamente col nome di Pallanum nella tavola del Peutingero tra il Sangro, ed Istonio. Infiniti scrittori de' passati tempi fecero parola di Pallano, il Biondo, il Pacicchelli, l'Olstenio, ma meglio, che da questi, e da altri scrittori, si ritrae qualche schiarimento dell'esistenza di Pallano nelle vecchie carte de' bassi tempi. In un diploma riferito dal Pollidoro si ha, che Uberto principe longobardo nel 1006 avesse donato questo castello al monastero di S. Stefano in rivo maris. Si legge lo stesso nella cronica del detto monastero da me conservata: Anno MVI. Ubertus comes devotionem magnam gerens S. Stephono donavit ejusdem ecclesiae Iohannì Abbati, et congregationi Monachorum castellanum de Pallano, cum heredìtate sua in ipso castello. Nella stessa cronica si riporta, che nel 1081 Roberto conte de' conti di Loritello, e Drogone di lui fratello normanni venendo al nominato monastero donassero a S. Stefano il cimiterio di S. Comizio di Pallano cum toto jure, et pertinentìa sua. Da tutte queste memorie apparisce chiaro, che il castello di Pallano fosse stato esistente sino all'epoca de' Normanni, dopo della quale restò abbandonato». Le mura megalitiche di Monte Pallano -Tornareccio (Ch)

Le mura megalitiche di Monte Pallano, che si trovano nell'omonimo sito archeologico in provincia di Chieti, sono una delle testimonianze più affascinanti del passato italico. L'antica città di Pallanum, abitata dal popolo dei Frentani, fu un importante insediamento situato strategicamente tra il IV e il V secolo d.C., come attestato dalla Tavola Peutingeriana. Pallanum era una tappa sulla strada che collegava Aternum (oggi Pescara) e Larinum (oggi Larino), ed era posizionata a metà strada tra le città di Anxanum (Lanciano) e Histonium (Vasto). Tuttavia, con il passare dei secoli, la città vide un progressivo declino della popolazione, che cominciò a diminuire dal I secolo a.C.
Le mura megalitiche che circondano il sito risalgono al periodo italico e sono una delle strutture più imponenti e meglio conservate del sito. Si estendono per circa 160 metri, con un'altezza media di 4 metri, e sono realizzate in blocchi calcarei provenienti direttamente dalla montagna. I blocchi sono disposti a secco, una tecnica costruttiva che risalta per la sua robustezza. Le mura erano intervallate da quattro porte, di cui due sono ancora visibili: la "Porta del Monte" e la "Porta del Piano". La Porta del Piano, che si trova nella parte più alta del sito, è dotata di un architrave, mentre la Porta del Monte si trova più a valle, dove la dimensione dei blocchi diminuisce, suggerendo una diversa tecnica costruttiva.
Ad ovest delle mura megalitiche, in un avvallamento, si trova un insediamento romano-ellenistico che presenta le rovine di un complesso abitativo sviluppato attorno a uno spazio centrale. Qui sono stati rinvenuti numerosi manufatti, tra cui monete di epoca romana e attrezzi in ferro. Le strutture murarie, in gran parte edificate a secco, includono anche tratti in opera pseudo-isodoma, e le pavimentazioni sono realizzate in opus signinum. Le evidenti irregolarità nel terreno e i vari dislivelli suggeriscono che l'abitato fosse distribuito su più terrazzamenti, adattandosi alla conformazione del monte.
Le testimonianze storiche di Pallanum sono piuttosto scarse ma significative. Secondo il sacerdote e storico Domenico Romanelli, il castello di Pallano, che corrispondeva probabilmente all'antico insediamento, era una fortezza imponente, circondata da mura e torri. La città di Pallanum è menzionata nella Tavola Peutingeriana, ma non vi sono molti dettagli storici sull'insediamento. Nel X e XI secolo, il castello venne incluso nei possedimenti del monastero di San Stefano in Rivo Maris, come riportato in un diploma del 1006. La cronaca di quel monastero menziona anche il dono del castello di Pallano a San Stefano nel 1081 da parte di alcuni nobili normanni. Dopo questo periodo, il sito cadde in rovina e venne abbandonato. Le rovine che oggi possiamo visitare sono il frutto di secoli di storia e di una lunga tradizione che ha lasciato tracce indelebili nella memoria del territorio.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
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Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei luoghi più significativi e affascinanti della città, nonché un capolavoro dell'architettura romanico-gotica abruzzese. Fondata nel 1287 da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, la basilica rappresenta non solo un importante punto di riferimento religioso, ma anche un simbolo della storia di L'Aquila e della sua resilienza. La sua facciata, caratterizzata da un magnifico portale e da decorazioni marmoree, cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori, mentre l'interno, ampio e solenne, ospita opere d'arte di grande valore. Nel corso dei secoli, la basilica ha vissuto numerosi eventi storici e spirituali, ma è celebre soprattutto per il suo legame con il Giubileo Celestiniano, una tradizione che richiama i fedeli ogni anno per celebrare il perdono e la pace. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è anche il luogo dove, nel 2009, venne celebrato il funerale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito la città. Nonostante i danni subiti dal sisma, la basilica è stata restaurata e riaperta al pubblico, continuando a essere un simbolo di speranza per gli aquilani. Il restauro, che ha visto l'impegno di numerosi esperti e artigiani, ha permesso di recuperare la magnificenza originaria della struttura, rendendo la basilica ancora più maestosa e suggestiva. Oltre alla sua funzione religiosa, la basilica è anche un importante attrattore turistico, grazie alla sua storia, all'architettura e al suo legame indissolubile con la città. Visitando la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, i turisti possono immergersi in un'atmosfera di spiritualità e cultura, apprezzando un monumento che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua bellezza e il suo significato.

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...
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