Tradizioni popolari in Provincia di Chieti – Abruzzo: La processione del Venerdì Santo a Chieti (Ch)
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Le Tradizioni popolari e il Folklore in Provincia di Chieti - Abruzzo

La processione del Venerdì Santo di Chieti è una delle più antiche celebrazioni religiose d'Italia, commemorando la Passione di Cristo nella Settimana Santa. Le sue origini sono avvolte nella leggenda: secondo Girolamo Nicolino, la tradizione risalirebbe all'842 d.C., anno della ricostruzione della prima cattedrale dedicata a San Tommaso, distrutta nel 801 da re Pipino. Tuttavia, la struttura attuale della processione si definì nel XVI secolo con la nascita dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, che ne cura l'organizzazione. Documenti certi attestano la sua esistenza solo dal 1650, quando i confratelli organizzarono un pellegrinaggio a Roma per l'Anno Santo, portando in processione uno stendardo nero, una figura della Morte e un catafalco con la statua del Cristo.
Nel corso del XVIII e XIX secolo, la processione subì diverse trasformazioni. Tra le più significative vi fu l'introduzione del coro nel XVIII secolo, con il compositore Saverio Selecchy che musicò il "Miserere" biblico. Nel 1833 fu aggiunta la statua dell'Addolorata, mentre nel 1855 Raffaele Del Ponte realizzò i "Simboli della Passione". Inoltre, nel 1850 la celebrazione fu spostata dalla mattina alla sera, acquisendo un'atmosfera ancora più suggestiva. Un aspetto peculiare della processione è la sua continuità storica: anche durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, si svolse in forma ridotta nonostante il divieto imposto dai nazisti, con i confratelli che riuscirono a sfuggire ai rastrellamenti.
La processione ha luogo al tramonto del Venerdì Santo, partendo dalla cattedrale di San Giustino e snodandosi lungo il centro storico di Chieti. Il corteo è illuminato da tripodi con fuoco di cera, richiamando l'antica usanza di bruciare incensi e aromi. Il momento culminante è l'esecuzione del "Miserere" di Selecchy da parte di un coro di oltre 160 elementi e un'orchestra di circa 200 musicisti, creando un'atmosfera di intensa partecipazione emotiva. Il percorso attraversa le principali vie della città, seguendo un tracciato che forma simbolicamente una croce sulla pianta urbana, sottolineando il significato spirituale della celebrazione.
L'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti ha origini leggendarie risalenti al IX-X secolo, quando i confratelli si occupavano della sepoltura delle vittime di guerre e pestilenze. La sua costituzione ufficiale avvenne nel 1603, quando venne aggregata all'Arciconfraternita romana dell'Orazione e Morte, fondata nel 1539. Lo stesso anno, l'arcivescovo autorizzò la costruzione dell'oratorio accanto alla cattedrale. Nel 1648 l'istituzione ottenne autonomia giuridica con la pubblicazione di un proprio statuto. Tra le iniziative più celebri vi fu la partecipazione all'Anno Santo del 1650 a Roma, durante la quale la confraternita marciò con una scultura lignea della Morte recante una falce e un crocifisso, accompagnata dal motto "Nemini parco" ("Non risparmio nessuno").
Ancora oggi, la processione del Venerdì Santo di Chieti rappresenta un evento di profonda devozione popolare e una testimonianza di fede radicata nei secoli. L'unica interruzione nella sua storia si verificò nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia da Covid-19, quando la celebrazione si svolse simbolicamente con l'arcivescovo Bruno Forte che portò il Crocifisso in processione in forma ridotta. Questo evento, con la sua solennità e il suo profondo significato spirituale, continua a richiamare ogni anno migliaia di fedeli, consolidandosi come una delle manifestazioni più suggestive della Settimana Santa in Italia.


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