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Tradizioni popolari in Provincia di Chieti – Abruzzo: La processione del Venerdì Santo a Chieti (Ch) - Info Point Regione Abruzzo

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Tradizioni popolari in Provincia di Chieti – Abruzzo: La processione del Venerdì Santo a Chieti (Ch)

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Le Tradizioni popolari e il Folklore in Provincia di Chieti - Abruzzo

La Processione del Venerdì Santo a Chieti è uno degli eventi religiosi più suggestivi e antichi d'Italia, capace di evocare un'intensa spiritualità e un profondo senso di appartenenza alla tradizione. Le sue origini risalgono almeno al IX secolo, anche se la forma attuale è attestata dal XVI secolo, grazie all'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, che ancora oggi ne cura l'organizzazione. Ogni anno, al calar della sera del Venerdì Santo, la città si immerge in un’atmosfera solenne, fatta di luci soffuse, silenzi meditativi e il suono struggente del Miserere, una composizione di grande impatto emotivo che accompagna il corteo lungo le strade del centro storico. La processione è guidata dal Troccolante, una figura simbolica che, scuotendo la "troccola", un particolare strumento in legno e metallo, segna l'inizio del cammino penitenziale. Seguono i membri dell'Arciconfraternita, vestiti con il tradizionale saio nero e il cappuccio, e poi i vari gruppi che rappresentano scene della Passione di Cristo, portando antichi simboli come la croce, la corona di spine e il sudario. L’elemento più toccante è costituito dalla statua del Cristo Morto, trasportata su un baldacchino ornato di fiori e circondata da una moltitudine di confratelli e fedeli in preghiera. Il Miserere di Selecchy, eseguito da un’orchestra e da un coro di circa centocinquanta elementi, rappresenta il cuore musicale della processione e contribuisce a creare un’atmosfera unica e commovente. Questa composizione sacra, ispirata al Salmo 50, si tramanda da generazioni ed è diventata un vero simbolo della Settimana Santa teatina. Le sue note profonde e malinconiche si diffondono lungo il percorso, amplificate dal silenzio rispettoso dei presenti, e penetrano nell’animo di chi ascolta, rendendo l'evento un momento di intensa riflessione e partecipazione emotiva. Lungo il tragitto, la città sembra sospendere ogni attività: le luci dei lampioni vengono abbassate, le finestre si riempiono di candele e il rumore della quotidianità lascia spazio alla meditazione. I fedeli, molti dei quali arrivano anche da fuori regione, partecipano con devozione, seguendo il lento incedere della processione o assistendovi lungo i bordi delle strade. Questo rito collettivo, oltre a essere un’espressione di fede, rappresenta anche un forte legame con la storia e l’identità del territorio, rinsaldando ogni anno il senso di comunità tra i teatini. La Processione del Venerdì Santo di Chieti non è soltanto un evento religioso, ma un patrimonio culturale che attraversa i secoli e continua a emozionare chi vi prende parte. Il rispetto delle tradizioni, la sacralità del momento e la partecipazione corale della popolazione ne fanno un appuntamento imprescindibile per la città e per chiunque voglia vivere un’esperienza di intensa spiritualità. La sua unicità risiede proprio nell’armonia tra fede, musica e tradizione, elementi che si fondono in un rito che, pur appartenendo alla storia, riesce sempre a rinnovarsi nel cuore dei fedeli.La processione del Venerdì Santo a Chieti (Ch)
 
La processione del Venerdì Santo di Chieti è una delle più antiche celebrazioni religiose d'Italia, commemorando la Passione di Cristo nella Settimana Santa. Le sue origini sono avvolte nella leggenda: secondo Girolamo Nicolino, la tradizione risalirebbe all'842 d.C., anno della ricostruzione della prima cattedrale dedicata a San Tommaso, distrutta nel 801 da re Pipino. Tuttavia, la struttura attuale della processione si definì nel XVI secolo con la nascita dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, che ne cura l'organizzazione. Documenti certi attestano la sua esistenza solo dal 1650, quando i confratelli organizzarono un pellegrinaggio a Roma per l'Anno Santo, portando in processione uno stendardo nero, una figura della Morte e un catafalco con la statua del Cristo.
Nel corso del XVIII e XIX secolo, la processione subì diverse trasformazioni. Tra le più significative vi fu l'introduzione del coro nel XVIII secolo, con il compositore Saverio Selecchy che musicò il "Miserere" biblico. Nel 1833 fu aggiunta la statua dell'Addolorata, mentre nel 1855 Raffaele Del Ponte realizzò i "Simboli della Passione". Inoltre, nel 1850 la celebrazione fu spostata dalla mattina alla sera, acquisendo un'atmosfera ancora più suggestiva. Un aspetto peculiare della processione è la sua continuità storica: anche durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, si svolse in forma ridotta nonostante il divieto imposto dai nazisti, con i confratelli che riuscirono a sfuggire ai rastrellamenti.
La processione ha luogo al tramonto del Venerdì Santo, partendo dalla cattedrale di San Giustino e snodandosi lungo il centro storico di Chieti. Il corteo è illuminato da tripodi con fuoco di cera, richiamando l'antica usanza di bruciare incensi e aromi. Il momento culminante è l'esecuzione del "Miserere" di Selecchy da parte di un coro di oltre 160 elementi e un'orchestra di circa 200 musicisti, creando un'atmosfera di intensa partecipazione emotiva. Il percorso attraversa le principali vie della città, seguendo un tracciato che forma simbolicamente una croce sulla pianta urbana, sottolineando il significato spirituale della celebrazione.
L'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti ha origini leggendarie risalenti al IX-X secolo, quando i confratelli si occupavano della sepoltura delle vittime di guerre e pestilenze. La sua costituzione ufficiale avvenne nel 1603, quando venne aggregata all'Arciconfraternita romana dell'Orazione e Morte, fondata nel 1539. Lo stesso anno, l'arcivescovo autorizzò la costruzione dell'oratorio accanto alla cattedrale. Nel 1648 l'istituzione ottenne autonomia giuridica con la pubblicazione di un proprio statuto. Tra le iniziative più celebri vi fu la partecipazione all'Anno Santo del 1650 a Roma, durante la quale la confraternita marciò con una scultura lignea della Morte recante una falce e un crocifisso, accompagnata dal motto "Nemini parco" ("Non risparmio nessuno").
Ancora oggi, la processione del Venerdì Santo di Chieti rappresenta un evento di profonda devozione popolare e una testimonianza di fede radicata nei secoli. L'unica interruzione nella sua storia si verificò nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia da Covid-19, quando la celebrazione si svolse simbolicamente con l'arcivescovo Bruno Forte che portò il Crocifisso in processione in forma ridotta. Questo evento, con la sua solennità e il suo profondo significato spirituale, continua a richiamare ogni anno migliaia di fedeli, consolidandosi come una delle manifestazioni più suggestive della Settimana Santa in Italia.
L'enogastronomia abruzzese è un viaggio tra sapori autentici e tradizioni antiche, una sintesi perfetta di mare e montagna che racconta l'anima profonda della regione. Qui, ogni piatto e ogni vino riflettono l'essenza di un territorio generoso, dove la natura incontaminata e la cultura locale si intrecciano per creare un patrimonio culinario unico. In Abruzzo, il cibo non è solo nutrimento, ma una forma di espressione, un legame con le stagioni e con le radici storiche delle comunità. Dai borghi montani alle località costiere, la cucina si distingue per la semplicità e la genuinità degli ingredienti, spesso prodotti artigianalmente. Le ricette, tramandate di generazione in generazione, portano con sé gesti e sapori che parlano di tempi lontani. La terra abruzzese è nota per prodotti straordinari che vanno dall’oro rosso dello zafferano di Navelli ai tartufi profumati delle montagne. I formaggi di pecora, come il pecorino e la ricotta affumicata, raccontano la maestria dei pastori, mentre la pasta fatta a mano, come i celebri maccheroni alla chitarra, celebra l’arte e la pazienza delle cuoche abruzzesi. Il vino gioca un ruolo fondamentale in questo racconto di gusto. Il Montepulciano d'Abruzzo, robusto e avvolgente, è una delle etichette più amate e apprezzate a livello internazionale, affiancato dal delicato Trebbiano d'Abruzzo. Ogni bicchiere racchiude il carattere di queste colline baciate dal sole, dove i vigneti prosperano tra la brezza del mare e l’aria fresca dei monti. Ma l’enogastronomia abruzzese è anche convivialità, un rito che si consuma attorno a una tavola ricca di sapori e storie. Ogni assaggio è un incontro con una cultura che rispetta la natura e valorizza la tradizione, rivelando un equilibrio perfetto tra semplicità e raffinatezza. È un’esperienza che va oltre il palato, coinvolgendo i sensi e lasciando un ricordo indelebile, un legame profondo con una terra che sa come regalare emozioni.
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L'Enogastronomia. La cucina abruzzese è la tradizionale cucina dell'Abruzzo; essa è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera; tra gli alimenti più utilizzati troviamo: il pane, la pasta, la carne, i formaggi e il vino. L'isolamento che per decenni ha caratterizzato la regione ha fatto sì che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente. Tra i prodotti abruzzesi che sono entrati nell'immaginario collettivo di tutto il mondo troviamo i classici confetti tipici della città di Sulmona, lo zafferano coltivato principalmente nell'altopiano di Navelli, gli arrosticini di pecora, gli spaghetti alla chitarra e il prestigioso vino Montepulciano d'Abruzzo. Altri prodotti...

L’artigianato abruzzese rappresenta una straordinaria testimonianza della tradizione e dell’ingegno della regione, un legame profondo tra passato e presente. Ogni angolo dell’Abruzzo racconta storie attraverso opere d’arte create da mani esperte che hanno saputo conservare tecniche e saperi antichi. Uno degli ambiti più celebri è la lavorazione della ceramica. Tra i centri più importanti spicca Castelli, rinomata in tutto il mondo per le sue maioliche decorate a mano con motivi floreali, geometrici e scene di vita quotidiana. Gli artigiani locali continuano a utilizzare metodi tramandati di generazione in generazione, valorizzando colori e disegni che rispecchiano il territorio e la sua cultura. Di grande pregio è anche l’arte della lavorazione del ferro battuto, tipica delle aree montane. Fabbri esperti modellano a caldo cancelli, lampade e altri oggetti, dando vita a opere di straordinaria bellezza e resistenza. Questa tradizione, radicata nella vita rurale, trova il suo apice in laboratori che combinano creatività e funzionalità. Un altro settore emblematico è quello della tessitura. La produzione di merletti e ricami, soprattutto quelli di Pescocostanzo, si distingue per l’eleganza e la finezza dei dettagli. I famosi merletti al tombolo rappresentano una delle forme d’arte più delicate e raffinate, simbolo della pazienza e della maestria delle artigiane abruzzesi. Anche il legno è un materiale protagonista nell’artigianato regionale. Gli ebanisti abruzzesi si dedicano alla creazione di mobili e oggetti decorativi, molti dei quali presentano intagli che richiamano motivi religiosi o naturali. Inoltre, l’arte della scultura del legno è strettamente legata alle tradizioni religiose, con la realizzazione di statue sacre e presepi. Di notevole interesse è l’oreficeria, un’attività che affonda le sue radici nel Medioevo. L'Abruzzo vanta gioielli di rara bellezza, come la "Presentosa", un ciondolo femminile di antica tradizione, simbolo di amore e augurio. Le tecniche di lavorazione, come l’incastonatura e la filigrana, mostrano un’altissima competenza tecnica e artistica. L’artigianato abruzzese, dunque, non è solo un insieme di abilità manuali, ma anche un’espressione di identità culturale. Attraverso i materiali, i disegni e le tecniche, gli artigiani raccontano la storia e l’anima di una terra unica, in cui passato e presente si fondono per dare vita a opere di inestimabile valore.
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L'Artigianato in Abruzzo. L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani...
Sciare in Abruzzo significa immergersi in panorami mozzafiato, tra montagne maestose e borghi pittoreschi che aggiungono fascino a una giornata trascorsa sulla neve. Questa regione offre un’esperienza unica, grazie a un territorio che alterna cime innevate a spazi naturali intatti, creando l’ambiente ideale per gli appassionati degli sport invernali. L’Appennino abruzzese, con le sue cime imponenti, accoglie numerose stazioni sciistiche ben attrezzate e in grado di soddisfare le esigenze di sciatori di ogni livello. Le piste si snodano tra pendii soleggiati, boschi secolari e paesaggi aperti, garantendo una combinazione perfetta tra sport e natura. Oltre allo sci alpino, la regione è anche un paradiso per il freeride e lo snowboard, con percorsi studiati appositamente per gli amanti delle discese più adrenaliniche. Non manca poi la possibilità di praticare lo sci di fondo, un’attività che consente di esplorare in tranquillità l’Abruzzo innevato. Tra altopiani incantati e vallate suggestive, questa disciplina permette di vivere la montagna in un modo diverso, silenzioso e contemplativo. Anche le famiglie trovano opzioni ideali, con aree dedicate ai bambini e percorsi più facili pensati per i principianti. La neve abruzzese diventa così il pretesto perfetto per scoprire una terra ricca di autenticità, dove i paesaggi innevati si fondono con l’atmosfera calda e accogliente dei borghi montani. Après-ski nei rifugi, sapori tipici e tradizioni locali completano l’esperienza, regalando momenti di relax e convivialità in un contesto che non smette mai di stupire. Sciare in Abruzzo non è solo uno sport, ma un viaggio tra natura, cultura e avventura.
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Sciare in Abruzzo. L’Abruzzo è terra di montagne e di sciatori. È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l'orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo. Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo. Grandi complessi montuosi, caratterizzati da un forte e duraturo innevamento, attrezzati con stazioni ed impianti turistici numerosi e qualificati...


Il mare d'Abruzzo offre un'esperienza indimenticabile, fatta di acque cristalline, spiagge variegate e panorami che raccontano la bellezza selvaggia e incontaminata della natura. La costa abruzzese, che si estende per oltre 130 chilometri, accoglie chi cerca relax, avventura o la scoperta di angoli nascosti dove il tempo sembra essersi fermato. Le spiagge si alternano tra ampi arenili sabbiosi e tratti rocciosi, ognuno con un fascino unico. Le dolci colline che degradano verso il mare creano scenari pittoreschi, arricchiti dalla presenza di caratteristici trabocchi, antiche macchine da pesca in legno che sembrano sospese tra cielo e acqua. Questi monumenti alla tradizione marinara raccontano un passato fatto di dedizione e rispetto per il mare, ancora oggi visibile nello stile di vita delle comunità costiere. Il mare d'Abruzzo è anche una promessa di divertimento e benessere. Le acque limpide sono ideali per nuotate rinfrescanti e sport acquatici, come il kayak, il windsurf e le immersioni, che rivelano la ricca vita marina dei fondali. Passeggiate lungo i lungomari regalano momenti di quiete, mentre i piccoli porti e le antiche torri costiere narrano storie di un rapporto secolare tra terra e mare. Lungo questa costa, l’esperienza balneare si intreccia con una gastronomia profondamente legata al territorio. I sapori del mare si trasformano in piatti unici, come il celebre brodetto di pesce, che celebra la freschezza e la genuinità degli ingredienti locali. Tra un tuffo e l’altro, è possibile immergersi anche nella cultura, visitando borghi storici affacciati sul mare, dove l’ospitalità abruzzese si manifesta in tutta la sua autenticità. Il mare d'Abruzzo non è solo una destinazione, ma un invito a scoprire un modo di vivere che unisce natura, tradizione e emozioni. Ogni ondeggiare delle acque e ogni tramonto sulla costa lasciano un segno nel cuore, raccontando la storia di un territorio unico, che sa come abbracciare i suoi visitatori con tutta la forza e la bellezza della sua anima.
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Il mare d'Abruzzo. Dal Tronto a Francavilla al Mare, a sud di Pescara, la costa è una uniforme, regolare e dorata fascia di soffice arenile, larga e accogliente; dalla foce del fiume Foro, a sud di Francavilla, la linea costiera diviene invece alta, portuosa, con scogliere, calette e lunghi tratti di spiaggia a ciottoli, per poi riaprirsi ai larghi arenili solo nel Vastese, al confine col Molise. Il tratto caratteristico di questo paesaggio marino è dunque la varietà, con ambienti e paesaggi per tutti i gusti. Questa particolare bivalenza della riviera, e la stessa conformazione geografica dell’Abruzzo collinare, creano un comprensorio turistico unico nel suo genere che può vantare caratteristiche davvero esclusive: una costa che diventa porta d’accesso all’intero territorio...

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