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Le vestigia del passato in Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Le vestigia del passato in Abruzzo

Info Abruzzo > Arte, Culto e Cultura
Le vestigia del passato in Abruzzo

Il solenne Guerriero di Capestrano, l’enigmatica statua funeraria di un principe italico vissuto 2500 anni fa (e oggi conservata nel Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Chieti) è il vero simbolo dell'Abruzzo antico. Ma non è certo la sola testimonianza degli oltre 500.000 anni di stabile e ininterrotta presenza dell'uomo in questa regione. Dai primi gruppi di cacciatori, che nell'età della pietra più antica già vivevano su queste terre, alle grandi tribù italiche e poi alla grande stagione di Roma, l'Abruzzo antico è stato crocevia di popoli, genti e culture diverse. Questa continua commistione umana ha lasciato tracce importanti, che oggi l'archeologia studia con attenzione e offre al visitatore grazie a ricchi musei e decine di suggestivi siti all'aperto.
Le testimonianze più antiche provengono da giacimenti e scavi i cui reperti sono essenzialmente conservati nei numerosi Musei archeologici della regione, il più importante dei quali è il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo, a Chieti. Un sito ancor oggi di particolare fascino è la valle Giumentina, sulla Majella, un antico lago che nel Paleolitico ospitò uno dei primi insediamenti dell’uomo in Abruzzo. Numerose sono poi le grotte usate dagli uomini preistorici sia come rifugio sia come luoghi di sepoltura e cerimonie sacre, come quelle della Majella (bellissime e visitabili la Grotta dei Piccioni, nelle gole dell’Orta vicino Bolognano, e la Grotta del Colle, presso Rapino), le grotte del Fucino, fra le quali la più bella è quella di Ortucchio, e la Grotta a Male di Assergi.
Ma è nell’età dei metalli (età del Bronzo e del Ferro), nel fatidico snodo fra preistoria e protostoria, che si possono individuare le matrici etnico-culturali dell’Abruzzo; con l’arrivo di genti indoeuropee nasce quel gruppo di pastori-agricoltori di indole guerriera da cui discenderanno le tribù Italiche che si distribuiranno nel territorio abruzzese. Si afferma quindi un’economia mista agro-pastorale, che si consoliderà nei secoli successivi, condizionata dalla natura montuosa del territorio e caratterizzata dalla pastorizia transumante. Se il Guerriero di Capestrano è il simbolo più spettacolare e significativo del loro orgoglio di tribù indomabili che tennero testa a Roma, le testimonianze più straordinarie e interessanti vengono dalle loro numerose necropoli, che hanno restituito corredi funerari magnifici e di grande importanza.
Ieri la necropoli protostorica di Campovalano ci restituiva gli oggetti straordinari che possiamo ancora ammirare nel museo di Campli; oggi nuovi scavi stanno portando alla luce siti straordinariamente conservati come il villaggio su palafitte e annessa necropoli preistorica di Paludi di Celano, o la necropoli di Fossa (AQ): qui le tombe a camera di età ellenistica custodivano preziosi, intatti letti funerari rivestiti in osso, ma le sepolture più antiche, delimitate ancora perfettamente da circoli e segnalati da file di pietre, risalgono al IX secolo a.C.! Campovalano, Fossa, Amplero, Comino, Celano (per citarne solo alcune) costituiscono ormai dei capisaldi per lo studio e la comprensione dei costumi di questi nostri orgogliosi e bellicosi progenitori, e i loro magnifici reperti fanno magnifica mostra nei rispettivi musei.
Sul territorio sono invece da visitare i loro villaggi murati, cinti da mura impressionanti composte di massi enormi: il più spettacolare è Pallanum, nella media Val di Sangro presso Tornareccio, ma assai suggestive sono pure i recinti italici di Colle Mitra, Alfedena, Castel di Sangro, Colle del Vento. Gli Italici furono fra i primi, più fieri e pericolosi antagonisti dei Romani, cui si opposero strenuamente, costituendo la Lega Italica che aveva la loro capitale a Corfinio (vicino Sulmona). Proprio qui in Abruzzo gettarono le prime basi dell’identità nazionale coniando il nome stesso Italia, ma l’astro crescente di Roma risultò anche per loro inarrestabile.
Con il pieno dominio di Roma si svilupperanno superbe città, spesso sovrapposte ai preesistenti centri italici, con i monumentali fori, le terme, i templi, teatri e anfiteatri, di cui si possono ammirare ancora le vestigia. Fra le rovine più suggestive vanno annoverate Alba Fucens, presso Avezzano, Juvanum, nel comune di Montenerodomo, Peltuinum e Amiternum nei dintorni dell’Aquila.
Molte di queste città, con la fine dell’Impero, saranno distrutte e abbandonate, ma su alcune delle più importanti strutture urbane romane si stratificheranno i futuri insediamenti medievali, per giungere sino a noi vive e importanti: città come Chieti, Lanciano, Atri, Penne, Teramo, Sulmona, Vasto.


Abruzzo, un Museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio.
Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione.
I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti archeologici e degli eremi, la nascita di piccoli e grandi musei e dei nuovi centri visitatori dei Parchi, fanno sì che l’elenco delle cose da vedere si allunghi ogni anno.
Anche questo fa parte del grande fascino della “regione verde” d’Italia.

L'enogastronomia in Abruzzo
 
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle; “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne e aree protette- ma non per questo meno importante, la cucina marinara, che lungo i centotrenta chilometri di costa declina la varietà del pescato con semplicità e sapore, sposando il patrimonio di ortaggi...

L'ospitalità in Abruzzo
L'Organizzazione Mondiale del Turismo (O.M.T.) riconosce il turismo come uno strumento potente per promuovere obiettivi fondamentali a livello globale, come lo sviluppo economico, la comprensione internazionale, la pace e la prosperità. Nel suo statuto e nel Codice Etico, sottolinea il valore del turismo per incoraggiare il rispetto universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali, senza discriminazioni basate su razza, sesso, lingua o religione. In Abruzzo, da maggio a settembre centinaia di alberghi, pensioni, campeggi, residence, B&B e appartamenti privati sono pronti ad accogliere i turisti, offrendo un ventaglio di proposte e possibilità, in grado di soddisfare gusti ed esigenze, anche le più esigenti.
Le capacità ricettive della riviera abruzzese sono...

L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.
Quel che sorprende il visitatore alla sua prima esperienza di vacanza in Abruzzo è il fatto che nel breve volgere di poche decine di chilometri si passi dalle spiagge assolate alle alte vette e che spesso ambienti naturali selvaggi ed intatti, di assoluta bellezza, si trovino solo a poche decine di minuti di cammino dal comodo...
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