Personaggi illustri dell’Abruzzo: Gaio Sallustio Crispo
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I Personaggi che hanno portato lustro all'Abruzzo

(1º ottobre 86 a.C. – Roma, 13 maggio 34 a.C.)
Gaio Sallustio Crispo, nato ad Amiternum il 1º ottobre 86 a.C., è stato uno dei più rilevanti storici e politici dell'antica Roma. Proveniente da una famiglia plebea ma benestante, Sallustio riuscì a inserirsi nella carriera politica grazie alle sue doti personali e alle influenze che riuscì a ottenere nella capitale. Nonostante l'originaria condizione di "homo novus" (uomo nuovo), ossia senza ascendenze nobili, si fece strada tra i ranghi della politica romana, intraprendendo il cursus honorum che lo portò a ricoprire cariche di rilievo, come questore e tribuno della plebe. La sua carriera, tuttavia, non fu priva di scandali e difficoltà, tra cui un’accusa di indegnità morale che lo costrinse a essere espulso dal Senato nel 50 a.C.
Dopo essere stato cacciato dal Senato, Sallustio si schierò fermamente dalla parte di Giulio Cesare durante la guerra civile contro Pompeo, dimostrando le sue capacità militari e politiche. Durante il conflitto, si distinse per la sua lealtà e per il suo coraggio, meritandosi una serie di incarichi importanti. Dopo la vittoria di Cesare, Sallustio fu nominato governatore della provincia dell'Africa Nova, dove esercitò il suo potere con durezza e accumulò notevoli ricchezze, sfruttando le risorse e gli appalti pubblici, ma il suo malgoverno lo rese oggetto di critiche. Al suo ritorno a Roma, fu accusato di concussione, ma riuscì a evitare la condanna grazie alla protezione di Cesare.
La carriera politica di Sallustio ebbe una brusca interruzione con la morte di Cesare e la sua successiva ritirata dalla vita pubblica. Si dedicò interamente alla stesura di opere storiche, dove la sua riflessione sul declino della Repubblica e le sue critiche alla corruzione politica della sua epoca trovano ampio spazio. La sua opera più celebre è De Catilinae coniuratione, in cui analizza la congiura di Catilina contro la Repubblica, e Bellum Iugurthinum, che narra della guerra contro il re Iugurta di Numidia. Queste opere sono fondamentali per la comprensione della storia romana e sono tra le prime monografie della storiografia latina, caratterizzate da uno stile incisivo e da un'analisi politica acuta.
Oltre alle sue opere storiche, Sallustio è ricordato per il suo contributo al pensiero filosofico. Attratto dal neopitagorismo, si avvicinò alla scuola di Nigidio Figulo, filosofo e astrologio, e ne trasse ispirazione per le sue riflessioni morali e politiche. Nonostante l'influenza della filosofia nella sua vita, la sua carriera rimase strettamente legata agli eventi politici e militari che segnarono la fine della Repubblica Romana. Con la sua critica alla decadenza dei costumi romani, espresse il suo rimpianto per i valori tradizionali della res publica, che, a suo avviso, erano stati corrotti dai vizi e dall'ambizione dei leader politici.
Nel campo personale, Sallustio visse una vita turbolenta, segnata da scandali e matrimoni strategici. Dopo il suo ritiro dalla politica, sposò Terenzia, ex moglie di Cicerone, forse spinto più dal desiderio di arricchirsi che da un autentico sentimento d'amore. La sua carriera e la sua vita privata furono costantemente segnate dalla tensione tra il desiderio di potere e la consapevolezza dei propri difetti morali. Nonostante ciò, la sua eredità come storico e critico sociale è indiscutibile, e il suo lavoro continuò a influenzare generazioni di scrittori e pensatori successivi, cementando il suo posto nella storia della letteratura latina.


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