L’artigianato artistico in Abruzzo
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La capacità di conservare memorie e tradizioni del passato, e una netta propensione al fare e al saper fare, rendono l’Abruzzo originale e interessante anche dal punto di vista dell’artigianato artistico, che in regione è robusto e fiorente, e vanta tradizioni di eccellenza di livello anche internazionale. È il caso, ad esempio, delle maioliche di Castelli, che nel Rinascimento e poi in età barocca adornarono le mense e i saloni di rappresentanza delle corti principesche di tutta Europa, e oggi fan bella mostra di sé nei più importanti musei d’arte del mondo, dal British Museum all’Ermitage; o dell’oreficeria, nella quale già eccellevano i progenitori Italici, come dimostrano gli splendidi corredi funerari delle loro necropoli, e che espresse il genio di Nicola da Guardiagrele, che con Benvenuto Cellini è stato il maggior artefice italiano della metallurgia artistica.
I lunghi secoli di protetto isolamento, chiuso fra i propri monti, hanno inoltre reso l’Abruzzo protagonista silenzioso ma originale di uno sviluppo espressivo suo proprio nel campo delle arti applicate e popolari, dando luogo a forme e modelli decorativi originali, autoctoni, che poco devono ai territori e alle tradizioni circonvicine, ma che piuttosto si riallacciano spesso a stilemi decorativi della propria antichità, recuperando forme e decori ancestrali, ma mai dimenticati. E ancor oggi la caratteristica distintiva dell’artigianato di qualità della regione, che accomuna tutte le sue produzioni, è proprio quella di essere coralmente venata da un sentore evidente di etnicità, di originalità tutta locale, aborigena. Non dissimilmente dalla complessiva tradizione italiana, tutti i materiali e le tecnologie tradizionali sono rappresentati nel panorama dell’artigianato artistico e di qualità abruzzese: ceramica, ferro, legno, pietra, rame, metalli preziosi, pelle, tessuti e filati.

L’arte della ceramica è praticata in Abruzzo sin dalla sua invenzione, ma è dal Rinascimento che un piccolo e pittoresco borgo alle falde del Gran Sasso, Castelli, ha reso celebre la nostra regione sviluppando una delle più raffinate e colte produzioni di maiolica d’Italia, dando luogo a una serie di tipologie formali e decorative ben specifiche delle sue fornaci e dei suoi artefici (come i Pompei) e oggi esposte nei più importanti musei del mondo.
A Castelli la tradizione e l’arte della maiolica durante tutti questi secoli non si sono mai interrotte: oggi è più viva che mai e viene tramandata con una offerta estremamente variegata di forme e decorazioni.
Castelli non è stato l’unico centro abruzzese di produzione ceramica: manufatti eccellenti uscivano dalle fornaci di Anversa degli Abruzzi, Tagliacozzo, Lanciano, Bussi, Torre de’ Passeri, Atri, L’Aquila, Rapino, Palena. Oggi una buona produzione è conservata da Rapino, alle falde della Majella, dove si trovano un bel museo e alcune botteghe artigiane.

Nel Rinascimento l’arte orafa toccò in Abruzzo vertici sommi, con la figura straordinaria di Nicola da Guardiagrele e le importanti botteghe di Sulmona e dell’Aquila.
La fioritura più diffusa è stata però quella dei gioielli e monili popolari, che ha prodotto tipologie di straordinaria ricchezza, originalità e bellezza, in una simbolica gara fra le botteghe di Pescocostanzo, Guardiagrele, Orsogna, Scanno, Sulmona, L’Aquila, Casoli. Fra le lavorazioni più tipiche la filigrana, utilizzata per spille, orecchini, medaglioni, pendenti; ma anche la lamina sbalzata a tutto tondo, per realizzare i vaghi (chicchi) di importanti collane, girocollo e le “manine”: fedine tipiche delle zone interne abruzzesi che sono soliti regalarsi i promessi sposi..
Fra i gioielli più rappresentativi le orgogliose Sciacquajje, grandi orecchini a mezzaluna finemente cesellati e arricchiti di pendenti; la Presentosa, il grande ma aereo medaglione simbolo d’amore, in filigrana e lamina sbalzata, coi cuori intrecciati; la cannatora, collana a girocollo coi vaghi realizzati in filigrana o in lamina a sbalzo a tutto tondo.
L’arte orafa rappresenta oggi la forma d’artigianato artistico più florida e diffusa in regione, con produzioni eccellenti a Pescocostanzo, Scanno, Guardiagrele, Orsogna, Castel di Sangro, L’Aquila, Sulmona, Pescara, Francavilla.

La lavorazione del ferro e del rame battuti vanta in Abruzzo una tradizione antica e attestata in tutta la regione con regolare omogeneità. In ferro battuto si producono soprattutto testate di letto, lampadari, ringhiere, cancelli, inferriate, insegne, alari e altri attrezzi per il governo del focolare, cornici e specchiere, candelieri e oggetti d'arredo.
Con il rame battuto si producono innanzitutto pentole e tegami, mestoli e paioli, ma soprattutto le classiche conche, un tempo usate dalle donne per prender l’acqua alla fonte e trasportate tenendole in equilibrio sulla testa. La capitale abruzzese dell’artigianato del rame e del ferro battuti è Guardiagrele, cittadina medievale ai piedi della Majella, ma produzioni di grande tradizione e qualità vengono anche da Pescocostanzo, Lanciano, Ortona, Vasto, Tossicìa, Scanno.

Il bianco calcare della Majella è noto per i caldi toni che la patina del tempo gli dona, ed è il protagonista assoluto di molte delle più belle ed antiche architetture abruzzesi.
Oggi come mille anni fa i cavatori e gli scalpellini conservano un ruolo importante nell’economia di alcuni centri ai piedi della “montagna madre” d’Abruzzo, e in particolare a Lettomanoppello, Pretoro, Pennapiedimonte e Pacentro.
Più tenera e facile da plasmare, anche l’arenaria dei Monti della Laga ha permesso lo sviluppo di un interessante artigianato che produce camini, stipiti e imbotti, mensole, capitelli, pavimenti e lastrici, oltre che elementi e oggetti d’arredo.

La lana, da sempre disponibile in abbondanza in Abruzzo, ha fatto sì che la tessitura abbia avuto sempre un ruolo importante nell'economia artigiana della regione.
Celebri in tutt'Italia sono le tarante, le coloratissime coperte di lana prodotte a Taranta Peligna, ancora oggi realizzate seguendo gli antichi disegni. Tra i prodotti più diffusi e noti dell’artigianato tessile abruzzese sono però gli elegantissimi merletti al tombolo di Pescocostanzo e di Scanno, ma prodotti anche a L'Aquila, Bucchianico, Canzano.
Strumenti musicali
Oltre ad alcuni liutai attivi in regione, tra gli strumenti tradizionali abruzzesi il più noto è senza dubbio l’organetto (noto col nome dialettale di ‘ddu ‘bbotte, letteralmente “due colpi”, a indicare il continuo movimento di andare e venire da esercitare sul mantice per farlo suonare), la piccola fisarmonica prodotta soprattutto nel Teramano e che viene ampiamente usata per rallegrare tutte le feste popolari della regione.
Legno
La ricchezza di materia prima offerta dalla vastità dei boschi della regione ha permesso lo sviluppo di una vasta tradizione nella lavorazione del legno: madie, cassoni, sedie, tavoli, stipi, ma anche mortai e scodelle, mestoli e cucchiai, forchettoni e matterelli, oltre alla notissima chitarra per tagliare in spaghetti la sfoglia di pasta fatta in casa, sono ancora comuni in molte case abruzzesi, spesso decorati con disegni e figure provenienti dal remoto passato e dalla tradizione dei pastori.
Pretoro ed Arischia sono due dei centri dove quest'arte è ancora oggi viva, ma l’artigianato tipico del legno si ritrova un po’ in tutti i borghi abruzzesi di montagna.
Pelletteria e cuoio
Terra di allevatori fin dall’alba della storia, l’Abruzzo conserva naturalmente un importante artigianato anche in questo settore.
Nelle mani esperte dei maestri la materia prima si trasforma in borse, cinte e portafogli, che vengono prodotti in molti centri della regione.
Particolare la tradizione di selleria della città dell’Aquila, i cui sellai sono regolari fornitori della casa regnante inglese.
Arte, culto e cultura in Abruzzo
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- Abruzzo, il patrimonio artistico e i Musei
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Abruzzo, un Museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio.
Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione.
I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti archeologici e degli eremi, la nascita di piccoli e grandi musei e dei nuovi centri visitatori dei Parchi, fanno sì che l’elenco delle cose da vedere si allunghi ogni anno.
Anche questo fa parte del grande fascino della “regione verde” d’Italia.

L'enogastronomia in Abruzzo
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle; “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne e aree protette- ma non per questo meno importante, la cucina marinara, che lungo i centotrenta chilometri di costa declina la varietà del pescato con semplicità e sapore, sposando il patrimonio di ortaggi...

L'ospitalità in Abruzzo
L'Organizzazione Mondiale del Turismo (O.M.T.) riconosce il turismo come uno strumento potente per promuovere obiettivi fondamentali a livello globale, come lo sviluppo economico, la comprensione internazionale, la pace e la prosperità. Nel suo statuto e nel Codice Etico, sottolinea il valore del turismo per incoraggiare il rispetto universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali, senza discriminazioni basate su razza, sesso, lingua o religione. In Abruzzo, da maggio a settembre centinaia di alberghi, pensioni, campeggi, residence, B&B e appartamenti privati sono pronti ad accogliere i turisti, offrendo un ventaglio di proposte e possibilità, in grado di soddisfare gusti ed esigenze, anche le più esigenti.
Le capacità ricettive della riviera abruzzese sono...

L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.
Quel che sorprende il visitatore alla sua prima esperienza di vacanza in Abruzzo è il fatto che nel breve volgere di poche decine di chilometri si passi dalle spiagge assolate alle alte vette e che spesso ambienti naturali selvaggi ed intatti, di assoluta bellezza, si trovino solo a poche decine di minuti di cammino dal comodo...