Sito archeologico in Provincia di Chieti: Necropoli di Loreto Aprutino - Loreto Aprutino (Ch) - Abruzzo
Le meraviglie > Archeologia in Abruzzo > Archeologia CH
I principali siti archeologici nella Provincia di Chieti - Abruzzo

La popolazione dei Vestini, un antico popolo italico, era suddivisa in due gruppi principali: i Vestini trasmontani e cismontani, a seconda della loro collocazione geografica. I Vestini trasmontani abitavano le vallate interne, mentre i Vestini cismontani vivevano nella zona costiera. I primi riferimenti storici ai Vestini risalgono al 324 a.C., durante la Seconda Guerra Sannitica, quando si allearono con i Sanniti. Successivamente, i Vestini subirono un processo di romanizzazione in due fasi: la fascia interna fu annessa a Roma già nel III secolo a.C., mentre la zona costiera rimase indipendente fino alla Guerra Sociale, quando, rimanendo fedeli a Roma, ottennero la cittadinanza romana. Il nome “Vestini” potrebbe derivare da Vesta, la divinità protettrice del popolo, o dalla divinità umbra Vestico. I principali centri abitati erano Aveia (Fossa - Aq), Peltuinum (Prata d’Ansidonia - Aq), Aufinum (Ofena - Aq), Angulum (Città Sant’Angelo - Pq) e Pinna (Penne - Pq), mentre gli altri insediamenti erano piccoli vici, ossia villaggi.
L’economia dei Vestini si basava principalmente sull’agricoltura e sulla pastorizia. La coltivazione di cereali, olive, frutta e zafferano era una delle principali attività economiche, con la regione che ancora oggi è uno dei maggiori produttori nazionali di zafferano. La pastorizia era altrettanto sviluppata, con un’importante produzione di latte e formaggi. Le evidenze archeologiche non hanno rivelato l’uso di sepolture a tumulo, ma piuttosto sepolture scavate sui pendii collinari, come nel caso della necropoli di Vestea a Civitella Casanova (Pe). I ritrovamenti più significativi provengono dalla necropoli di Montebello di Bertona (Pe), dove sono state scoperte 163 sepolture, una collana in pasta vitrea e una maschera umana di origine cartaginese. Altre importanti scoperte archeologiche sono state fatte nella necropoli di Contrada Farina a Loreto Aprutino (Pe), che ha restituito statue antropomorfe, stele e corredi funerari in bronzo e ceramiche corinzie provenienti dall’Etruria.
Le necropoli dei Vestini forniscono una testimonianza ricca e variegata delle pratiche funerarie del popolo. A Penne, ad esempio, è stata rinvenuta una tomba a camera costruita in laterizi, che conteneva un letto funerario in legno e ferro, decorato con appliques in osso di animali, raffiguranti motivi antropomorfi e zoomorfi. Tra i siti più noti c’è Capestrano (Aq), celebre per la vasta necropoli arcaica scavata nel 1934, da cui proviene il famoso Guerriero di Capestrano, oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Chieti. Questo ritrovamento è uno degli esempi più significativi della cultura vestina. Il territorio dei Vestini trasmontani si estendeva nelle valli dei fiumi Fino e Tavo, a nord confinando con i Pretuzi e la colonia di Hatria, mentre a sud si trovava il confine con i Marrucini e altri popoli italici. La zona cismontana, invece, era delimitata a nord dal Gran Sasso e a sud dal massiccio del Sirente, con insediamenti fortificati che fungevano da centri di controllo e avvistamento.
Le necropoli monumentali vestine aquilane, come quelle di Fossa, Bazzano e Capestrano, hanno restituito importanti corredi funebri, tra cui vasi, armi in ferro, fibule e cinturoni decorati con placche di bronzo e ferro. La necropoli di Fossa, in particolare, è nota per i grandi tumuli con menhir disposti in ordine crescente, tipici della prima età del ferro (IX-VIII sec. a.C.), sebbene queste sepolture siano state progressivamente sostituite da semplici deposizioni a fosse. Un aspetto unico del costume funerario vestino era l’usanza di seppellire i neonati defunti nei primi tre mesi di vita tra due coppi contrapposti, senza alcun corredo funebre. Questo dettaglio evidenzia le particolari credenze e pratiche culturali del popolo vestino, che, pur vivendo in una regione di confine tra diverse influenze culturali, mantenne tradizioni uniche e distintive.
L’Abruzzo medievale e rinascimentale
Splendide chiese medievali al centro di solitari altopiani ed eremi nascosti negli anfratti delle montagne, imponenti abbazie e poderosi castelli, sono gli elementi che più originalmente qualificano il paesaggio abruzzese. Il Medioevo è infatti l’epoca che ha lasciato sul territorio le tracce più evidenti e suggestive, capaci di imprimersi per sempre negli occhi e nel cuore dei visitatori. La montagna abruzzese ebbe nel Medioevo una grande importanza militare ed economica, e fu quindi interessata da una straordinaria fioritura di opere d’arte. Lungo tutta la dorsale appenninica e nei suoi centri abitati, grandi e piccoli, i palazzi, i castelli e le chiese romaniche, gotiche e rinascimentali d’Abruzzo fiorirono con grande rigoglio, spesso abbellite dall’apporto di artisti di grande valore: gli enormi capitali prodotti in regione dalla grande stagione della pastorizia produssero infatti in quest’epoca i loro frutti più ricchi e duraturi.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.

L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne...

Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...

Chiese e santuari in Abruzzo
La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma...