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Abruzzo, una regione che sa conservare

Info Abruzzo > Arte, Culto e Cultura
Abruzzo, una regione che sa conservare
 
L’Abruzzo è una regione che sa conservare: è questa l’affermazione che meglio sintetizza lo spirito e l’indole di questa terra. Scoprendo il suo straordinario paesaggio naturale, percorrendone le antiche e signorili città e i millenari borghi arroccati sulle cime, l’impressione più immediata che se ne trae è quella di una regione che è riuscita a conservare molte delle sue caratteristiche originarie, in cui un ambiente integro e una presenza immemorabile dell’uomo mostrano di aver saputo trovare la via per un reciproco, rispettoso equilibrio.

L’incanto dell’Abruzzo sta soprattutto nel misurato equilibrio tra la natura che ancora domina nel paesaggio e la presenza stratificata dell’uomo: ecco quindi la teoria di piccoli borghi che punteggiano il territorio, la forza architettonica di chiese, castelli, palazzi, la preziosità delle opere d’arte, le molteplici espressioni dell’artigianato artistico e le millenarie tradizioni contadine e pastorali. Tutto invita il visitatore attento e appassionato a esplorare il territorio abruzzese, alla ricerca di quei caratteristici aspetti che rendono splendida e, per alcuni versi, unica questa regione. Innanzitutto la natura, che in Abruzzo è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.

Abruzzo, un’antologia del paesaggio mediterraneo
Volendo sintetizzare le caratteristiche della regione, la definizione certamente più corretta è proprio quella di antologia del paesaggio euro-mediterraneo, poiché concentra entro i propri confini una varietà di ambienti naturali e antropici che non trova altro riscontro in un territorio altrettanto limitato: una costa mediterranea dai più vari habitat (costa bassa e costa alta, arenile con dune, palude, pineta, macchia litoranea, scogliera, faraglioni, bassi litorali sassosi); una fascia collinare con ambienti di ogni grado di antropizzazione, zone umide pregiate (come le oasi fluviali e lacustri) ed emergenze geologiche di grande interesse; una zona montana vastissima, spesso naturalisticamente integra, anch’essa con gli ambienti più vari (foreste, praterie, laghi montani, enormi altipiani carsici, canyon, cascate, grotte, cime e ambienti d’alta quota di carattere francamente alpino, ghiacciai, vulcanismi).
E all’interno di questa sorprendente varietà di ambienti, incontaminati e spesso selvaggi, vivono specie rare e preziose che i Parchi dell’Abruzzo proteggono gelosamente, facendo della regione uno straordinario laboratorio biologico per la conservazione della natura e degli ecosistemi, oggi all’avanguardia nel mondo per il coraggio e la determinazione nelle sue scelte.
La capacità di conservare, evidente per gli ambienti naturali, l’Abruzzo ha saputo tuttavia spenderla, soprattutto nelle aree interne, a favore di tutti i propri patrimoni: città e paesi, paesaggio agrario, monumenti, beni artistici e culturali, tradizioni. Scrisse Ignazio Silone, uno dei più profondi interpreti dell’identità regionale, che “gli Abruzzesi sono rimasti stretti in una comunità di destino assai singolare, caratterizzata da una tenace fedeltà alle loro forme economiche e sociali anche oltre ogni pratica utilità, il che sarebbe inesplicabile se non si tenesse conto che il fattore costante della loro esistenza è appunto il più primitivo e stabile degli elementi: la Natura”. Poche, straordinarie parole, densissime di concetti, per delineare come questa “capacità di conservare” affondi le proprie radici in un confronto plurimillenario con un ambiente duro e difficile, capace rapidamente di trasformarsi da madre in matrigna, se non evitando di impoverirlo sovrasfruttandolo. In fondo, il segreto di questa regione è tutto qui.

Abruzzo, un grande museo permanente all’aperto
Questa capacità estensiva di conservazione degli ambienti e dei paesaggi, sia naturali che antropici, conferisce al territorio abruzzese nel suo insieme (e al complesso dei beni culturali e ambientali che esso custodisce) il carattere – ben evidente a chi lo attraversa – di vero e proprio museo diffuso, di “mostra permanente all’aperto” dei più vari temi: ecologia, geologia e geomorfologia, storia dell’antropizzazione del territorio, dell’urbanistica antica e dell’architettura spontanea, storia dell’agricoltura e del paesaggio, storia dell’architettura militare e difensiva, dell’architettura religiosa, degli insediamenti monastici, della pastorizia. Ciascuna tipologia di monumenti, di emergenze, insomma, siano essi castelli o antichi borghi, centri storici o costruzioni isolate, chiese o monasteri, eremi o insediamenti pastorali, paesaggi agrari o pastorali, monumenti naturali o biotopi, risulta non solo numerosa, varia e ben conservata, ma soprattutto ancora diffusamente inserita nel proprio ambiente originario, cioè nel contesto – ben preservato anch’esso - in cui ebbe origine. È una caratteristica rara e assai particolare, perché di ciascuna emergenza consente di capire, con un semplice sguardo, le relazioni generatrici che ci sono state fra essa e il suo ambiente: la chiesa campestre e il suo tratturo, il castello dominante e il territorio che controlla, l’insediamento pastorale e l’area di pascolo, la torre di guardia e il suo valico, il palazzo feudale e il suo borgo, gli insediamenti agricoli e il loro contado, e così via, in un gioco di lettura integrata del paesaggio di sconcertante quanto spettacolare evidenza.


Abruzzo, un Museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio.
Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione.
I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti archeologici e degli eremi, la nascita di piccoli e grandi musei e dei nuovi centri visitatori dei Parchi, fanno sì che l’elenco delle cose da vedere si allunghi ogni anno.
Anche questo fa parte del grande fascino della “regione verde” d’Italia.

L'enogastronomia in Abruzzo
 
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle; “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne e aree protette- ma non per questo meno importante, la cucina marinara, che lungo i centotrenta chilometri di costa declina la varietà del pescato con semplicità e sapore, sposando il patrimonio di ortaggi...

L'ospitalità in Abruzzo
L'Organizzazione Mondiale del Turismo (O.M.T.) riconosce il turismo come uno strumento potente per promuovere obiettivi fondamentali a livello globale, come lo sviluppo economico, la comprensione internazionale, la pace e la prosperità. Nel suo statuto e nel Codice Etico, sottolinea il valore del turismo per incoraggiare il rispetto universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali, senza discriminazioni basate su razza, sesso, lingua o religione. In Abruzzo, da maggio a settembre centinaia di alberghi, pensioni, campeggi, residence, B&B e appartamenti privati sono pronti ad accogliere i turisti, offrendo un ventaglio di proposte e possibilità, in grado di soddisfare gusti ed esigenze, anche le più esigenti.
Le capacità ricettive della riviera abruzzese sono...

L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.
Quel che sorprende il visitatore alla sua prima esperienza di vacanza in Abruzzo è il fatto che nel breve volgere di poche decine di chilometri si passi dalle spiagge assolate alle alte vette e che spesso ambienti naturali selvaggi ed intatti, di assoluta bellezza, si trovino solo a poche decine di minuti di cammino dal comodo...
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