Il bosco di Don Venanzio in Abruzzo
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Nelle aree del Bosco di Don Venanzio e della Lecceta di Torino di Sangro, istituite con Legge Regionale n. 45 dell'11 settembre 1979, sono vietati l'abbattimento di qualsiasi specie di pianta, la raccolta e l'estirpazione della flora minore, nonché l'apertura di strade carrabili e l’utilizzo del territorio per qualsiasi costruzione edilizia, poiché sono stati riconosciuti come biotopi di particolare interesse vegetazionale.
Bosco di Don Venanzio
Esteso per 8 ettari, il Bosco di Don Venanzio (dal nome del penultimo proprietario), tutelato dal 1979, si trova su un antico meandro del fiume Sinello, a circa 5 km dal mare, e interessa il territorio dei comuni di Vasto e Pollutri. Un tempo molto più estesa, quest’area rappresenta l'ultima testimonianza delle foreste di pianura che un tempo coprivano la maggior parte delle zone fluviali. È un bosco d'alto fusto, con specie dominanti come il carpino bianco e la farnia. Accanto agli alberi si trovano numerosi arbusti ed erbe, tra cui il sanguinello, l’edera, il carice pendulo, il corniolo, l'anemone dell'Appennino, il pungitopo e il giglio rosso. La vigilanza è affidata al Corpo Forestale dello Stato.
Le aree di particolare interesse in Abruzzo

Le numerose aree naturali protette dell'Abruzzo rappresentano uno dei principali fattori di sviluppo turistico della regione. Oltre a ospitare tre dei più importanti parchi nazionali d'Italia, l'Abruzzo si colloca al primo posto in Italia per percentuale di superficie protetta, pari al 37% del territorio regionale.
Il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise è stato istituito nel 1923. Si estende principalmente (circa tre quarti) nella provincia dell'Aquila in Abruzzo, mentre la restante parte si trova nella provincia di Frosinone, nel Lazio, e in quella di Isernia, in Molise. La direzione del parco ha sede a Pescasseroli. Il Parco Nazionale d'Abruzzo è il più antico parco degli Appennini e ha svolto un ruolo fondamentale nella conservazione di alcune delle più importanti specie faunistiche italiane, come il lupo, il camoscio d'Abruzzo e l'orso bruno marsicano. Circa due terzi della superficie del parco sono coperti da boschi di faggio. A quote più elevate, nelle aree rocciose, crescono i pini mughi, una specie poco comune negli Appennini. Altre specie caratteristiche del parco includono il cervo, il capriolo, il cinghiale e il picchio di Lilford.
Il parco si estende su una superficie di circa 201.400 ettari, su un territorio prevalentemente montuoso, e comprende le province di Teramo, Rieti, L'Aquila e Pescara. L'importanza dell'area è cresciuta negli ultimi decenni, grazie alle reintroduzioni di esemplari di camoscio d'Abruzzo e alla recente ricolonizzazione del lupo appenninico, entrambe specie originarie del Parco Nazionale d'Abruzzo. Tuttavia, l’ambiente ha subito un degrado significativo a causa della costruzione del traforo del Gran Sasso e dei laboratori scientifici vicini, che hanno contribuito all'abbassamento della falda acquifera dell'intero sistema montuoso. I Monti della Laga ospitano anche importanti presenze floristiche.
Il Parco Nazionale della Maiella, istituito nel 1991, è uno dei tre parchi nazionali dell'Abruzzo e si estende tra le province dell'Aquila e di Chieti. La vetta più alta del parco è il Monte Amaro, che raggiunge i 2.793 metri. Nel parco sono state censite oltre 1.700 specie vegetali, pari a circa un terzo dell'intera flora italiana; alcune di queste sono state identificate per la prima volta dai botanici proprio in quest'area (spesso come endemismi), come l'Aquilegia majellensis e la Gentiana magellensis. Le specie animali censite superano le 150, tra cui spicca il piviere tortolino.


L'enogastronomia in Abruzzo
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle; “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne e aree protette- ma non per questo meno importante, la cucina marinara, che lungo i centotrenta chilometri di costa declina la varietà del pescato con semplicità e sapore, sposando il patrimonio di ortaggi e verdure delle colline a ridosso della costa.

Abruzzo, un Museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio.
Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione.
I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti archeologici e degli eremi, la nascita di piccoli e grandi musei e dei nuovi centri visitatori dei Parchi, fanno sì che l’elenco delle cose da vedere si allunghi ogni anno.
Anche questo fa parte del...

Abruzzo: la palestra ideale per le tue passioni
Al crescente sviluppo del turismo attivo, sportivo e d’avventura l’Abruzzo risponde giocando le carte vincenti della sua natura forte, dei suoi territori incontaminati, dei suoi mille sentieri fra gole, torrenti, castelli, eremi, vette, altipiani, boschi, antichi borghi: un mix emozionante per vacanze fuori dai luoghi comuni.
Chi conquista una qualsiasi delle vette abruzzesi, e gira lo sguardo tutt’attorno, capisce quanto siano vere le parole del famoso orientalista Giuseppe Tucci, secondo il quale nessun altro paesaggio del mondo assomiglia tanto al Tibet come l’Abruzzo montano.
Agli appassionati degli sport alpini più impegnativi, i massicci montuosi abruzzesi sanno proporre sfide e ambienti di tutto rispetto, sia in estiva che in...

L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.
Quel che sorprende il visitatore alla sua prima esperienza di vacanza in Abruzzo è il fatto che nel breve volgere di poche decine di chilometri si passi dalle spiagge assolate alle alte vette e che spesso ambienti naturali selvaggi...