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Eremi e Grotte in Abruzzo: Grotta Sant'Angelo (Lama dei Peligni) in Provincia di Chieti - Info Point Regione Abruzzo

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Eremi e Grotte in Abruzzo: Grotta Sant'Angelo (Lama dei Peligni) in Provincia di Chieti

Le meraviglie > Eremi in Abruzzo > Nel Chietino
Gli Eremi in Abruzzo – Provincia di Chieti

Grotta Sant'Angelo (Lama dei Peligni)

La Grotta Sant’Angelo a Lama dei Peligni, nella provincia di Chieti, è uno degli eremi più affascinanti dell’Abruzzo, immerso nel cuore del Parco Nazionale della Maiella. Questo luogo sacro, situato in una posizione suggestiva tra le montagne, è noto per la sua antica spiritualità e per l’incredibile connessione con l’ambiente naturale. La grotta, utilizzata sin dall’epoca preistorica, è stata trasformata nel corso dei secoli in un luogo di culto cristiano dedicato a San Michele Arcangelo, santo protettore delle alture e delle comunità pastorali.

L’eremo si raggiunge percorrendo un sentiero che si snoda attraverso un paesaggio mozzafiato, tra boschi e formazioni rocciose. Giunti alla grotta, si rimane colpiti dalla semplicità e dalla sacralità del luogo, dove un piccolo altare e alcuni resti di strutture medievali ricordano la devozione degli antichi abitanti. La posizione dominante offre anche una vista panoramica sulla valle sottostante, amplificando il senso di pace e isolamento che caratterizza questo eremo.

La Grotta Sant’Angelo è strettamente legata alle tradizioni religiose locali e al culto di San Michele, diffuso in molte aree montane dell’Italia meridionale. Ogni anno, in occasione delle celebrazioni in onore del santo, i fedeli si riuniscono per processioni e riti che mantengono viva la memoria di questo luogo sacro. L’eremo rappresenta anche un simbolo del legame profondo tra spiritualità e natura, un equilibrio che contraddistingue tutta l’area della Maiella.

Visitare la Grotta Sant’Angelo significa immergersi in un’atmosfera di grande suggestione, dove la storia, la fede e la bellezza del paesaggio si fondono in modo armonioso. Questo eremo non è solo una meta per pellegrini, ma anche per escursionisti e appassionati di cultura, che trovano in questo luogo un’opportunità unica di contemplazione e scoperta. La grotta continua a rappresentare un baluardo della tradizione spirituale abruzzese, incastonata tra le montagne come un prezioso gioiello.
Gli Eremi in Abruzzo
Gli Eremi in Provincia di Chieti: Grotta Sant'Angelo (Lama dei Peligni), Grotta Sant'Angelo (Palombaro), Eremo della Madonna dell'Altare (Palena).
Gli Eremi in Provincia di Teramo: Eremo dell'Annunziata (Fano Adriano), Eremo di San Nicola (Isola del Gran Sasso d'Italia), Eremo di Santa Maria Scalena o Scalelle (Civitella del Tronto).
Gli eremi in Abruzzo rivestono un’importanza storica, religiosa e culturale che affonda le radici nel Medioevo e nel periodo monastico. Questi luoghi di solitudine e preghiera furono scelti da monaci e eremiti che cercavano un contatto diretto con Dio, lontano dalle distrazioni e dai tumultuosi cambiamenti della società. La montagna abruzzese, con i suoi paesaggi isolati e selvaggi, offriva l’ambiente ideale per una vita di ritiro e meditazione. L'assenza di ostacoli naturali, l'isolamento e la bellezza dei luoghi fecero degli eremi abruzzesi veri e propri centri di spiritualità, che influenzarono non solo la vita religiosa, ma anche la cultura locale. Questi luoghi hanno avuto un ruolo fondamentale nel mantenimento e nella diffusione della fede, specialmente in tempi di conflitti e difficoltà. Molti eremi, infatti, divennero punti di riferimento per pellegrini e devoti che percorrevano sentieri montani per giungere in cerca di rifugio spirituale. Le comunità monastiche che abitavano gli eremi non solo praticavano la preghiera, ma svolgevano anche attività di trasmissione del sapere, di cura dei malati e di ospitalità. L’eremitismo abruzzese contribuì così non solo alla diffusione della spiritualità cristiana, ma anche alla preservazione delle tradizioni culturali e artigianali del territorio. Oggi, gli eremi abruzzesi sono testimonianze viventi di un passato lontano, ma sono anche luoghi di grande interesse per turisti ed escursionisti che cercano un angolo di tranquillità immerso nella natura. La loro preservazione è diventata un obiettivo per molte comunità locali, che vedono negli eremi non solo un patrimonio religioso, ma anche un’importante risorsa culturale e turistica. La loro importanza non è più solo spirituale, ma anche simbolica: gli eremi abruzzesi rappresentano la forza della fede in un contesto naturale straordinario, testimoniando il legame profondo tra uomo, religione e paesaggio.Gli eremi in Abruzzo
Non si può dire di aver veramente visto l’Abruzzo, ma soprattutto di averlo “capito”, senza entrare almeno una volta in contatto con l’aspetto più rappresentativo della sua cultura e, inseparabilmente, del suo territorio: i suoi eremi. Nessun modo, infatti, è tanto viscerale, istintivo ed immediato per comprendere il ruolo grandioso che la natura, anche e proprio in quanto “divinità”, ha avuto nel formare il profilo spirituale della regione, come visitare uno, anche uno solo, degli innumerevoli eremi che costellano le montagne abruzzesi.
Ciò che sbalordisce anche il più distratto e insensibile dei visitatori, infatti, è il senso di autentica fede cristiana che si mescola in modo palpabile al più ancestrale paganesimo: un misto inestricabile di adorazione di Dio e di adorazione della natura. Non a caso, gli archeologi hanno provato che molti degli eremi d’Abruzzo sono luoghi sacri ininterrottamente da decine di migliaia di anni, e che i culti delle varie religioni vi si sono semplicemente “succeduti”, come gli inquilini in un appartamento.
Concentrati soprattutto sulla Majella, la “montagna madre” degli abruzzesi, seminascosti dai boschi e dalle rocce, oppure all’interno di caverne cariche di mistero, gli eremi e le chiese rupestri d’Abruzzo sono oltre cento. L’effetto d’insieme è di straordinaria bellezza e suggestione: splendidi e delicati come le orchidee selvatiche che vi fioriscono intorno, gli eremi d’Abruzzo sbocciano improvvisi agli occhi del visitatore con immagini di perfetta, ascetica serenità, nel silenzio della natura più intatta. La loro visita è inoltre occasione per bellissime e non impegnative passeggiate nella natura e nel paesaggio abruzzesi: per quanto isolati, infatti, sono sempre facilmente raggiungibili (i continui pellegrinaggi di cui sono meta vi portano regolarmente anche anziani di ogni età).
Lo testimoniano l’eremo di S. Onofrio di Serramonacesca, sotto l’enorme rupe nel cuore del bosco, con stretti cunicoli che si addentrano nella roccia; quello di Celestino V, sul Morrone, che, incastonato come un nido d’aquila su una immane parete rocciosa, domina la valle Peligna; l’eremo di S. Bartolomeo di Legio, mimeticamente connaturato alla parete di un selvaggio vallone nei pressi di Roccamorice; l’eremo di S. Franco sul Gran Sasso, con le sue acque miracolose, o quello di S. Venanzio, nelle gole dell’Aterno, con le pietre miracolose; o ancora l’enorme e impressionante grotta S. Angelo di Balsorano, ardente di mille e mille candele.


Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, le “mazzarelle” e le “virtù”.
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