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Tradizioni popolari in Abruzzo: Madonna del Portosalvo - Info Point Regione Abruzzo

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Tradizioni popolari in Abruzzo: Madonna del Portosalvo

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Le Tradizioni popolari e il Folklore in Abruzzo

Nella seconda settimana del mese di agosto si tiene questa processione alquanto inusuale, che vede decine di imbarcazioni, addobbate a festa e stracolme di fedeli a bordo, solcare le acque antistanti la cittadina rivierasca. E sulla prima della flotta c’è la statua della Madonna del Portosalvo, protettrice dei pescatori. Qual che più colpisce i turisti, poco usi alle tradizioni della nostra terra, è l’osservare gli uomini di mare, rudi e cupi nell’immaginario collettivo, mentre con grande gusto e delicatezza infiorano di nastri e bandierine colorate i loro battelli. Il contrasto è netto, ma l’occasione lo merita: questo sfugge al turista. Il mare potrà anche plasmare a sua immagine l’aspetto di quelli che lo sfidano ogni giorno, per una vita, per poter campare, ma tira anche fuori il meglio dall’ animo umano. Oltre l'apparenza, il cuore degli uomini di mare è grande come quel blu senza fine che essi affrontano. Così pure grandi sono la loro fede e la loro riconoscenza verso Colei che li protegge, sempre vigile attimo dopo attimo, nel loro duro lavoro. Come in tutti i mestieri rischiosi, la religiosità profonda degli uomini semplici aiuta a vivere il pericolo giorno per giorno. Alla Madonna del Portosalvo, a Colei cioè che protegge gli uomini del mare, a Giulianova è dedicata una festa, una grande festa che ravviva di mille colori il bianco e la ruggine delle barche e il grigio delle banchine. Il legame della cittadina col mare è vecchio di cent’anni almeno. Al Lido tutto parla del mare: i pescatori che rammendano le infinite reti rosso mattone stese sul lungomare, le donne che vendono il pesce fresco sui loro curiosi carrettini, i vecchi marinai che hanno tante storie da raccontare quante sono le loro rughe, e ogni volta è un’ avventura diversa. È il porto il cuore vero della città. Ed è alle porte del ferragosto che il esso si anima di un fervore diverso, solo diverso, attenzione, non maggiore, perchè sulle banchine i passi corrono veloci in ogni momento, notte e giorno, e con ogni tempo. È il fervore della gente di mare che prepara la sua festa. Si cuocerà il pesce per offrirlo ai turisti e agli amici, si verserà il vino per brindare ai mille pericoli scampati e scacciare le ielle del domani, si suonerà la musica per gioire della gioia di tutti. E si giocherà, correndo come novelli cavalieri sul viscido palo di una cuccagna un po’ fuori dalle regole, proteso com’e dalla barca verso il mare e non verso il cielo. E si cadrà in mare mentre si corre verso il premio, così come si cade nella vita, e dal gran tuffo si tornerà sulla barca e di nuovo a sfidare il viscido che è sul cammino verso il traguardo. A decine ogni anno si sfidano i novelli cavalieri, a migliaia ridono dei loro folli voli in mare. Ma la festa non è solo questo. Certo si gioca, si mangia, si ride, ma se il turista gode la sagra paesana con spensieratezza, la gente di mare ha l’animo agitato di chi vive la vigilia. Solo un pensiero occupa la mente: la processione. E sarà la Domenica. È già dal mattino che tutta la gente di mare si affanna attorno al proprio battello per farlo più bello, più colorato, più festoso di tutti. Ma non è una gara tra barche, è una sfida a se stessi in onore di Colei che si va festeggiare. Tutti lo sanno. Lei li guarderà tutti mentre usciranno in mare per renderle omaggio e nessuno di loro vuol essere da meno quanto a colori e festoni. Quando il sole picchia ancora dritto sulla banchina d’asfalto infuocato, saranno neppure le tre del pomeriggio, l’ animo della gente di mare si accende dell’emozione per l’ ora cruciale che si avvicina. Non c’è caldo che tenga, si suda, si fatica, magari s’impreca, ma quando arriverà la processione tutto dovrà essere perfetto. Man mano che il sole scivola verso le colline, sale la tensione e sulle banchine cresce la folla: tutti vorrebbero salire sulle barche che stanno per uscire per rendere omaggio a Colei che protegge la gente di mare. Man mano che dalle vie della città sale il canto della processione, di pari passo cresce l’ emozione. Sulle barche ferve l’attività. Si formano gli equipaggi; mani dure di fatica aiutano le nere vecchine nel trasbordo, il dubbio inchioda per lunghi istanti i timorosi mentre osservano quanto siano terribilmente lunghi quei 3 palmi che separano, dal molo, la barca sulla quale vorrebbero salire. E se cado? Ma chi me l’ha fatto fare? Ma è un attimo. Solo un piccolo balzo, ed il morbido tonfo sul legno del ponte li accoglie a bordo. Nuvole nere fuggono veloci dai fumaioli, si mollano gli ormeggi, passeggeri dell’ ultim’ora guadagnano il loro posto in barca con balzi coraggiosi, infinite sono le tinte del blu che il cielo riflette nelle scie. Si va. Pian piano le acque del porto cominciano così a sorridere del riflesso di mille festoni colorati che sventolano sulle barche in festa. Come la folla che segue la Madonna, così le barche escono in fila indiana verso il mare aperto. Le grandi e le piccole, perchè non sono solo i grandi pescherecci a prendere parte alla festa; chiunque abbia un legno galleggiante si mette in scia. Tutti vogliono essere partecipi della festa che si va a cominciare. Fuori dal porto le scie si incrociano ormai a decine, motore al minimo, tensione al massimo. Ci sono tutti, manca solo la Barca, quella con la B maiuscola, quella che avrà quest’ anno l’ onore di portare a mare la statua. Esce? Perchè ancora non esce? I chierichetti hanno appena iniziato a calpestare la banchina. Nella processione l’ attesa allunga i metri man mano che i passi dei fedeli avanzano. A mo’ di novelle guide indiane, dalle barche ciascuno cerca di leggere nei movimenti della folla sul porto i segnali che lascino intuire dov’è arrivata la statua. Il vento porta lontano le note del pregare, ma qualcuno dal mare le ode, o lo crede, ed indica e grida: sono a metà! Sono alla curva! L’ alto muro della banchina copre la vista dal mare, solo gli alberi dei pescherecci emergono. Si muove, si muove! Allora ci siamo. È un segno inconfondibile, l’albero della Barca muove verso sud. Sta uscendo. Si va. E dietro di lei tutte le altre che la scortano. Tutti i motori assieme lanciano un ruggito fumoso, i solchi delle scie si fanno profondi, la brezza si alza per carezzare i passeggeri. All’apparire della Barca oltre la punta del porto la tensione ha un’esplosione: applausi e grida. La folla galleggiante in attesa inizia a disporsi quasi secondo un copione. La Barca fugge veloce dal porto facendosi largo tra le altre barche festanti. E loro si fanno da parte, e poi la scortano. Il grande gruppo è compatto, solo i veloci motoscafi sfrecciano facendo girotondo attorno ai più lenti pescherecci. Saranno cento, o forse di più. La confusione più ordinata che si possa immaginare. Si naviga fianco a fianco, pochi metri tra le fiancate. Gli agili barchini si divincolano tra i grandi con manovre da brivido, saltando di scia in scia. Il mare si infiamma verso terra del riflesso accecante di un sole ormai al tramonto. Saranno venti minuti che si naviga, trenta al massimo, ma a molti sembra di essere in mare da ore. Il turista che ha dimenticato di soffrire di mal di mare c’è sempre, ma la curiosità è tale che si stringono i denti e si tace. Ora il battere dei pistoni cala di intensità, il ponte vibra più leggero, solo un fil di fumo esce ormai dai fumaioli, la Barca vira leggera, le altre la imitano, ci siamo. È il momento più forte di una giornata che si ripete, unica, ogni anno. Giorni di preparazione, ore ed ore di tensione, tutto per dare vita ad un solo attimo di grande commozione. D’improvviso ci si stupisce come siano rimasti solo il battere dell’ onda sulle chiglie e il fruscio del vento tra le cime a rompere il silenzio. L’eco di una preghiera giunge lontana. È una corona verde d’alloro quella che vola verso il blu profondo. Dalla mano del parroco, dal cuore della gente di mare. È quello il loro modesto, semplice, vero omaggio ai compagni, agli amici, ai parenti che il grande blu ha voluto con se. Ma state certi, non c’è rabbia verso quel mare che li ha privati di tanto affetto, non risentimento verso quella distesa d’acqua che da sì loro da vivere, ma in cambio chiede tanto sacrificio. L’ animo della gente di mare è semplice. In loro c’è solo quel rispetto quasi religioso che l’uomo sente di dover portare alle cose più grandi di se. L’ urlo festoso delle sirene copre un grande applauso liberatorio. La tensione accumulata vola in un attimo al cielo come i gabbiani che fuggono alti, spaventati dalle scie dei razzi. Il rito è compiuto, la gente di mare ha reso omaggio ai suoi caduti, al mare e a Colei che li protegge. Si torna. Ora che la cerimonia è compiuta i motori sembrano andare più veloci, l’atmosfera è davvero quella della festa, stasera si ballerà e si canterà. I volti della gente di mare finalmente si distendono. La Barca non ha ancora finito di stringere gli ormeggi che già mani veloci sollevano la statua e, con mille attenzioni, la portano in trionfo. Sono questi uomini speciali: indosso la loro divisa bianca e blu, sul volto le rughe di mille e mille giorni in mare, nel cuore l’ orgoglio di essere Marinai, per sempre. Ora essi non calcano più i ponti delle navi da guerra, ma le loro emozioni tornano a navigare ogni volta che ai loro occhi appare il blu. Un tuono improvviso. I volti di tutti scattano al cielo mentre l’ aria esplode nella miriade di nuvole di fumo colorato di una grande batteria di fuochi d’artificio. Minuti che sembrano ore scandite dal ritmo crescente degli spari. Torna il silenzio. Le anime sulla banchina passano rapide dal tumulto del rombo al raccoglimento che la messa richiede. Una grande chiesa all’aperto. Il palco come altare, il molo come pavimento, le barche come pareti, le bici e gli scooter come banchi. Le grandi nuvole che avevano atteso finora pazienti, prendono veloci possesso del cielo, qualche barca sta ancora attraccando, ma le prime gocce di pioggia mirano già impietose i volti dei fedeli accalcati sulla banchina. Il tempo, si sà, non garantisce il sole neppure alla gente di mare nel giorno della loro festa. Ma la pioggia spaventa il turista, che corre sotto l’ombrello alla prima goccia; non loro. Non ci saranno nuvole, rovesci o marosi che li fermeranno.La festa della Madonna del Portosalvo a Giulianova Lido (Te)

La festa della Madonna del Portosalvo a Giulianova Lido è un evento che celebra la profonda devozione della comunità marittima nei confronti della loro protettrice, la Madonna che veglia sui pescatori. Ogni anno, nella seconda settimana di agosto, la cittadina rivierasca si anima di colori e suoni, quando una processione unica nel suo genere prende vita sulle acque del porto. Decine di imbarcazioni, adornate con festoni e bandierine, solcano il mare, con la statua della Madonna del Portosalvo in testa alla flotta, a testimoniare il legame indissolubile tra la gente di mare e il loro amato mare. Un contrasto sorprendente emerge, specialmente per i turisti: uomini di mare, spesso considerati ruvidi e austeri, che si dedicano con sorprendente delicatezza all'addobbo delle loro barche, dimostrando così un lato più intimo e spirituale di sé.
Questo spettacolo rappresenta la dedizione dei pescatori verso la Madonna, che protegge i loro coraggiosi viaggi in mare e li assiste nei pericoli quotidiani del loro mestiere. La fede degli uomini di mare, radicata in secoli di tradizione, è profonda e sincera, e la festa è un atto di gratitudine per la protezione che la Madonna concede. Ogni anno, la festa si ripete, ma per la comunità di Giulianova è sempre un momento speciale, ricco di emozione e devozione. La città si prepara con fervore, e nonostante la solita frenesia della vita quotidiana, il periodo che precede il 15 agosto è un'esplosione di preparativi, di cura e di amore verso la propria tradizione e verso la figura protettrice.
Il porto di Giulianova è il cuore pulsante della città, e durante questa festa diventa ancora più vivo. I pescatori, insieme alle loro famiglie, preparano i battelli, decorandoli con bandierine colorate e fiori, non come una competizione, ma come un atto di rispetto e di omaggio alla Madonna. Non è una gara tra barche, ma una sfida a superare se stessi, cercando di onorare al meglio la Madonna del Portosalvo, in un clima di festa che permea ogni angolo del porto. Ogni barca diventa un veicolo di devozione, una piccola nave da guerra che si prepara a rendere omaggio alla Madonna, come se fosse una battaglia da affrontare con cuore puro e spirito devoto.
Il giorno della processione è un momento di grande tensione e aspettativa. La gente si raccoglie sulle banchine, ansiosa di vedere la statua della Madonna partire in mare. Ogni dettaglio è curato con precisione, dal trasbordo dei passeggeri alle manovre delle barche, che si preparano a salpare in fila, seguendo l'andamento della processione. Quando finalmente la Madonna inizia il suo cammino verso il mare, la tensione esplode in un tripudio di emozioni, e l'intera flotta si mette in movimento, seguendo la barca che trasporta la statua. La vista delle barche che si muovono in fila verso il mare aperto è un momento di grande intensità, un momento in cui tutti, marittimi e visitatori, sono uniti in un unico abbraccio di fede e tradizione.
La festa si conclude con una celebrazione che non si limita solo al rituale religioso, ma si trasforma anche in un'occasione di socializzazione e di festa popolare. I motori delle barche ruggiscono, i fuochi d'artificio esplodono nel cielo, e la musica riempie l'aria mentre la statua della Madonna viene riportata a terra. In un'atmosfera di gioia e di sollievo, la gente di mare celebra il ritorno a casa, e nonostante la fatica, si abbandona al ritmo della festa, ballando e cantando. Ma dietro a ogni risata e a ogni applauso si nasconde una profonda gratitudine, un rispetto silenzioso verso il mare e la sua protezione. La festa si conclude con la messa sulla banchina, un'ulteriore dimostrazione della spiritualità che permea ogni aspetto di questa tradizione, dove l'amore per la Madonna si mescola con l'amore per il mare, in un abbraccio che unisce la terra e l'acqua, il sacro e il profano.
L’artigianato abruzzese rappresenta una straordinaria testimonianza della tradizione e dell’ingegno della regione, un legame profondo tra passato e presente. Ogni angolo dell’Abruzzo racconta storie attraverso opere d’arte create da mani esperte che hanno saputo conservare tecniche e saperi antichi. Uno degli ambiti più celebri è la lavorazione della ceramica. Tra i centri più importanti spicca Castelli, rinomata in tutto il mondo per le sue maioliche decorate a mano con motivi floreali, geometrici e scene di vita quotidiana. Gli artigiani locali continuano a utilizzare metodi tramandati di generazione in generazione, valorizzando colori e disegni che rispecchiano il territorio e la sua cultura. Di grande pregio è anche l’arte della lavorazione del ferro battuto, tipica delle aree montane. Fabbri esperti modellano a caldo cancelli, lampade e altri oggetti, dando vita a opere di straordinaria bellezza e resistenza. Questa tradizione, radicata nella vita rurale, trova il suo apice in laboratori che combinano creatività e funzionalità. Un altro settore emblematico è quello della tessitura. La produzione di merletti e ricami, soprattutto quelli di Pescocostanzo, si distingue per l’eleganza e la finezza dei dettagli. I famosi merletti al tombolo rappresentano una delle forme d’arte più delicate e raffinate, simbolo della pazienza e della maestria delle artigiane abruzzesi. Anche il legno è un materiale protagonista nell’artigianato regionale. Gli ebanisti abruzzesi si dedicano alla creazione di mobili e oggetti decorativi, molti dei quali presentano intagli che richiamano motivi religiosi o naturali. Inoltre, l’arte della scultura del legno è strettamente legata alle tradizioni religiose, con la realizzazione di statue sacre e presepi. Di notevole interesse è l’oreficeria, un’attività che affonda le sue radici nel Medioevo. L'Abruzzo vanta gioielli di rara bellezza, come la "Presentosa", un ciondolo femminile di antica tradizione, simbolo di amore e augurio. Le tecniche di lavorazione, come l’incastonatura e la filigrana, mostrano un’altissima competenza tecnica e artistica. L’artigianato abruzzese, dunque, non è solo un insieme di abilità manuali, ma anche un’espressione di identità culturale. Attraverso i materiali, i disegni e le tecniche, gli artigiani raccontano la storia e l’anima di una terra unica, in cui passato e presente si fondono per dare vita a opere di inestimabile valore.
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L'Artigianato in Abruzzo. L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani...
Sciare in Abruzzo significa immergersi in panorami mozzafiato, tra montagne maestose e borghi pittoreschi che aggiungono fascino a una giornata trascorsa sulla neve. Questa regione offre un’esperienza unica, grazie a un territorio che alterna cime innevate a spazi naturali intatti, creando l’ambiente ideale per gli appassionati degli sport invernali. L’Appennino abruzzese, con le sue cime imponenti, accoglie numerose stazioni sciistiche ben attrezzate e in grado di soddisfare le esigenze di sciatori di ogni livello. Le piste si snodano tra pendii soleggiati, boschi secolari e paesaggi aperti, garantendo una combinazione perfetta tra sport e natura. Oltre allo sci alpino, la regione è anche un paradiso per il freeride e lo snowboard, con percorsi studiati appositamente per gli amanti delle discese più adrenaliniche. Non manca poi la possibilità di praticare lo sci di fondo, un’attività che consente di esplorare in tranquillità l’Abruzzo innevato. Tra altopiani incantati e vallate suggestive, questa disciplina permette di vivere la montagna in un modo diverso, silenzioso e contemplativo. Anche le famiglie trovano opzioni ideali, con aree dedicate ai bambini e percorsi più facili pensati per i principianti. La neve abruzzese diventa così il pretesto perfetto per scoprire una terra ricca di autenticità, dove i paesaggi innevati si fondono con l’atmosfera calda e accogliente dei borghi montani. Après-ski nei rifugi, sapori tipici e tradizioni locali completano l’esperienza, regalando momenti di relax e convivialità in un contesto che non smette mai di stupire. Sciare in Abruzzo non è solo uno sport, ma un viaggio tra natura, cultura e avventura.
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Sciare in Abruzzo. L’Abruzzo è terra di montagne e di sciatori. È sufficiente spaziare con lo sguardo lungo l'orizzonte, in qualsiasi angolo della regione ci si trovi, per incontrare filari di cime che, allineate come soldatini di piombo, svettano verso il cielo. Sono i massicci della Majella, del Gran Sasso, della Laga, del gruppo Sirente-Velino, solo per citare i più grandi e noti. Un fantastico mondo di alta quota che costituisce il più formidabile complesso montano dell’Appennino (con caratteristiche a volte alpine), collocato strategicamente nel centro dell’Italia e del Mediterraneo. Grandi complessi montuosi, caratterizzati da un forte e duraturo innevamento, attrezzati con stazioni ed impianti turistici numerosi e qualificati...


Il mare d'Abruzzo offre un'esperienza indimenticabile, fatta di acque cristalline, spiagge variegate e panorami che raccontano la bellezza selvaggia e incontaminata della natura. La costa abruzzese, che si estende per oltre 130 chilometri, accoglie chi cerca relax, avventura o la scoperta di angoli nascosti dove il tempo sembra essersi fermato. Le spiagge si alternano tra ampi arenili sabbiosi e tratti rocciosi, ognuno con un fascino unico. Le dolci colline che degradano verso il mare creano scenari pittoreschi, arricchiti dalla presenza di caratteristici trabocchi, antiche macchine da pesca in legno che sembrano sospese tra cielo e acqua. Questi monumenti alla tradizione marinara raccontano un passato fatto di dedizione e rispetto per il mare, ancora oggi visibile nello stile di vita delle comunità costiere. Il mare d'Abruzzo è anche una promessa di divertimento e benessere. Le acque limpide sono ideali per nuotate rinfrescanti e sport acquatici, come il kayak, il windsurf e le immersioni, che rivelano la ricca vita marina dei fondali. Passeggiate lungo i lungomari regalano momenti di quiete, mentre i piccoli porti e le antiche torri costiere narrano storie di un rapporto secolare tra terra e mare. Lungo questa costa, l’esperienza balneare si intreccia con una gastronomia profondamente legata al territorio. I sapori del mare si trasformano in piatti unici, come il celebre brodetto di pesce, che celebra la freschezza e la genuinità degli ingredienti locali. Tra un tuffo e l’altro, è possibile immergersi anche nella cultura, visitando borghi storici affacciati sul mare, dove l’ospitalità abruzzese si manifesta in tutta la sua autenticità. Il mare d'Abruzzo non è solo una destinazione, ma un invito a scoprire un modo di vivere che unisce natura, tradizione e emozioni. Ogni ondeggiare delle acque e ogni tramonto sulla costa lasciano un segno nel cuore, raccontando la storia di un territorio unico, che sa come abbracciare i suoi visitatori con tutta la forza e la bellezza della sua anima.
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Il mare d'Abruzzo. Dal Tronto a Francavilla al Mare, a sud di Pescara, la costa è una uniforme, regolare e dorata fascia di soffice arenile, larga e accogliente; dalla foce del fiume Foro, a sud di Francavilla, la linea costiera diviene invece alta, portuosa, con scogliere, calette e lunghi tratti di spiaggia a ciottoli, per poi riaprirsi ai larghi arenili solo nel Vastese, al confine col Molise. Il tratto caratteristico di questo paesaggio marino è dunque la varietà, con ambienti e paesaggi per tutti i gusti. Questa particolare bivalenza della riviera, e la stessa conformazione geografica dell’Abruzzo collinare, creano un comprensorio turistico unico nel suo genere che può vantare caratteristiche davvero esclusive: una costa che diventa porta d’accesso all’intero territorio...

L'enogastronomia abruzzese è un viaggio tra sapori autentici e tradizioni antiche, una sintesi perfetta di mare e montagna che racconta l'anima profonda della regione. Qui, ogni piatto e ogni vino riflettono l'essenza di un territorio generoso, dove la natura incontaminata e la cultura locale si intrecciano per creare un patrimonio culinario unico. In Abruzzo, il cibo non è solo nutrimento, ma una forma di espressione, un legame con le stagioni e con le radici storiche delle comunità. Dai borghi montani alle località costiere, la cucina si distingue per la semplicità e la genuinità degli ingredienti, spesso prodotti artigianalmente. Le ricette, tramandate di generazione in generazione, portano con sé gesti e sapori che parlano di tempi lontani. La terra abruzzese è nota per prodotti straordinari che vanno dall’oro rosso dello zafferano di Navelli ai tartufi profumati delle montagne. I formaggi di pecora, come il pecorino e la ricotta affumicata, raccontano la maestria dei pastori, mentre la pasta fatta a mano, come i celebri maccheroni alla chitarra, celebra l’arte e la pazienza delle cuoche abruzzesi. Il vino gioca un ruolo fondamentale in questo racconto di gusto. Il Montepulciano d'Abruzzo, robusto e avvolgente, è una delle etichette più amate e apprezzate a livello internazionale, affiancato dal delicato Trebbiano d'Abruzzo. Ogni bicchiere racchiude il carattere di queste colline baciate dal sole, dove i vigneti prosperano tra la brezza del mare e l’aria fresca dei monti. Ma l’enogastronomia abruzzese è anche convivialità, un rito che si consuma attorno a una tavola ricca di sapori e storie. Ogni assaggio è un incontro con una cultura che rispetta la natura e valorizza la tradizione, rivelando un equilibrio perfetto tra semplicità e raffinatezza. È un’esperienza che va oltre il palato, coinvolgendo i sensi e lasciando un ricordo indelebile, un legame profondo con una terra che sa come regalare emozioni.
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L'Enogastronomia. La cucina abruzzese è la tradizionale cucina dell'Abruzzo; essa è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera; tra gli alimenti più utilizzati troviamo: il pane, la pasta, la carne, i formaggi e il vino. L'isolamento che per decenni ha caratterizzato la regione ha fatto sì che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente. Tra i prodotti abruzzesi che sono entrati nell'immaginario collettivo di tutto il mondo troviamo i classici confetti tipici della città di Sulmona, lo zafferano coltivato principalmente nell'altopiano di Navelli, gli arrosticini di pecora, gli spaghetti alla chitarra e il prestigioso vino Montepulciano d'Abruzzo. Altri prodotti...

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