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L'artigianato locale in Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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L'artigianato locale in Abruzzo

Le meraviglie > Artigianato in Abruzzo
I principali laboratori di artigianato in Abruzzo

La Presentosa è uno dei simboli più affascinanti dell’arte orafa tradizionale abruzzese, emblema di eleganza e significato culturale. Questo gioiello, tipicamente in oro e lavorato in filigrana, nasce come monile destinato a esprimere sentimenti profondi, come l’amore e l’amicizia, attraverso un linguaggio simbolico. Le sue origini risalgono al XVIII secolo, quando divenne un dono ricorrente in occasioni speciali, come fidanzamenti, matrimoni o festività, rendendolo un vero e proprio elemento identitario della tradizione abruzzese. La forma della Presentosa è caratterizzata da un medaglione rotondo o stellato, al cui centro si trovano spesso due cuori intrecciati, simbolo di unione e amore eterno. Intorno, una delicata trama di filigrana dorata crea un motivo decorativo che varia da gioiello a gioiello, rendendo ogni pezzo unico. Talvolta, il medaglione include anche figure simboliche, come stelle, fiori o nodi, che arricchiscono il significato del monile. Questo gioiello non era solo un ornamento, ma anche un messaggio codificato che trasmetteva l’affetto di chi lo donava. La produzione della Presentosa richiede una maestria straordinaria, poiché ogni elemento è realizzato a mano utilizzando antiche tecniche di lavorazione dell’oro. I maestri orafi di centri come Sulmona e Scanno, tra i più rinomati dell’Abruzzo, mantengono viva questa tradizione secolare, tramandando i segreti dell’arte orafa alle nuove generazioni. La precisione nella lavorazione della filigrana e la cura dei dettagli rendono la Presentosa non solo un gioiello, ma una vera e propria opera d’arte. Ancora oggi, la Presentosa conserva il suo valore simbolico e culturale. È un oggetto ricercato sia dai locali, che desiderano mantenere vive le tradizioni, sia dai visitatori, attratti dalla sua bellezza e dal significato profondo. Questo gioiello rappresenta il legame indissolubile tra passato e presente, una testimonianza della ricca eredità artigianale dell’Abruzzo che continua a risplendere nel tempo.L’artigianato abruzzese rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura e delle tradizioni locali, tramandate di generazione in generazione. Tra le lavorazioni più celebri spiccano quelle della ceramica e della maiolica, con il borgo di Castelli che vanta una fama internazionale per i suoi manufatti decorati con motivi floreali, religiosi e geometrici. Ugualmente significativa è la tradizione orafa, con la creazione di gioielli come la presentosa, simbolo dell’Abruzzo, e di raffinati monili in filigrana, prodotti in centri come Sulmona e Scanno. La tessitura e il merletto trovano la loro massima espressione nei pregiati tomboli di Pescocostanzo e negli arazzi realizzati con telai tradizionali nei piccoli borghi montani.
Accanto a queste arti, si distingue la lavorazione del ferro battuto, del legno e della pietra, utilizzati per creare oggetti funzionali e decorativi che arricchiscono l’architettura locale. La scultura in pietra bianca della Majella e i mobili intagliati in legno sono testimonianze dell’abilità degli artigiani abruzzesi. Non meno importante è la produzione di strumenti musicali tradizionali, come le zampogne, e quella di cesti intrecciati a mano con vimini e giunchi. Queste creazioni non sono solo opere d’arte, ma veri e propri racconti di un’identità culturale profondamente legata al territorio, che resiste al tempo e si rinnova attraverso il dialogo con le nuove generazioni.

Ecco un elenco delle principali forme di artigianato tradizionale in Abruzzo:
Tradizione secolare e centri di eccellenza: L’Abruzzo vanta una lunga tradizione nella produzione di ceramiche artistiche e maioliche, risalente al Medioevo. Tra i centri più rinomati spicca Castelli, piccolo borgo ai piedi del Gran Sasso, considerato una delle capitali italiane della ceramica. Qui, tra botteghe storiche e forni antichi, si tramandano tecniche decorative che uniscono elementi rinascimentali, barocchi e popolari. Tecniche e motivi decorativi tipici: La maiolica castellana si distingue per l’uso della tecnica a “istoriato”, che prevede la raffigurazione di scene religiose, mitologiche o di vita quotidiana, realizzate con smalti vivaci su fondo bianco. I colori predominanti sono il blu cobalto, il giallo, il verde ramina e il manganese. Ogni pezzo è frutto di un lungo processo artigianale, che comprende modellazione, prima cottura, smaltatura, decorazione a mano e seconda cottura. Ceramica contemporanea e valorizzazione del territorio: Oggi la ceramica abruzzese vive una fase di riscoperta, grazie a laboratori, mostre e scuole d’arte che coinvolgono nuove generazioni. L’arte ceramica è anche al centro di eventi culturali come il "Premio Faenza" e le esposizioni al Museo delle Ceramiche di Castelli, contribuendo a valorizzare l’identità artistica e culturale della regione. Ceramica e maiolica: Centri principali: Castelli (Te), Rapino (Ch). Tradizione secolare nella produzione di piatti, vasi e mattonelle decorate.
Tradizione e maestria artigiana: La lavorazione del ferro battuto in Abruzzo affonda le sue radici nel Medioevo, quando i fabbri erano figure centrali nelle comunità montane. Queste maestranze, abilissime nel modellare il metallo incandescente, hanno lasciato in eredità cancelli, inferriate, lampioni e oggetti d’arredo che ancora oggi adornano borghi e città della regione. Tecniche e strumenti del mestiere: Il ferro viene forgiato a caldo, battuto sull'incudine e modellato con martelli di varia forma. Le tecniche tradizionali includono la torsione, la punzonatura e la cesellatura, che permettono di ottenere motivi ornamentali complessi, spesso ispirati alla natura, come volute, foglie e fiori. Ogni pezzo è unico, frutto della forza e della sensibilità del fabbro. Rinascita dell'artigianato e design contemporaneo: Negli ultimi anni, la lavorazione del ferro battuto è stata rivalutata anche in chiave moderna. Giovani artigiani e designer reinterpretano la tradizione in chiave contemporanea, creando oggetti di arredo e opere d’arte. In località come Guardiagrele e Pescocostanzo, le botteghe storiche convivono con nuovi atelier che mantengono viva l’identità di questo mestiere antico. Lavorazione del ferro battuto: Produzione di cancelli, lampadari, ringhiere e utensili, spesso arricchiti da decorazioni artistiche.
Un’arte tramandata di generazione in generazione: La tessitura e il merletto sono arti domestiche profondamente radicate nella cultura abruzzese, in particolare nelle aree montane e rurali. Il tombolo, tecnica raffinata di intreccio dei fili su un cuscino cilindrico, è ancora oggi praticato con passione, soprattutto a Scanno e Pescocostanzo, dove le donne tramandano gesti antichi e preziosi. Tecniche, materiali e simboli tradizionali: Il merletto a tombolo abruzzese si caratterizza per la sua delicatezza e per i motivi decorativi ispirati alla natura, come fiori, spighe e tralci. I fili di lino, cotone o seta vengono guidati con abilità tramite fuselli di legno, in un processo meticoloso e affascinante. Le trame si fanno arte nei centrini, nei pizzi per abiti da sposa e nei paramenti sacri. Valorizzazione culturale e turistica: Negli ultimi anni, il tombolo è diventato protagonista di eventi e mostre dedicate all’artigianato femminile e alla cultura locale. I laboratori artigianali aprono le porte ai visitatori e offrono corsi per imparare questa antica arte. Iniziative come la "Mostra del Merletto" contribuiscono a preservare e promuovere una delle più raffinate espressioni dell'identità abruzzese. Tessitura e merletto: Arazzi e coperte realizzati con telai tradizionali (Taranta Peligna). Merletti e tomboli: famosi i merletti di Pescocostanzo (Aq).
L’antica arte degli scalpellini: In Abruzzo, la lavorazione della pietra è una tradizione millenaria che ha modellato chiese, fontane, portali e palazzi. Le pietre locali, come il travertino, la pietra bianca della Maiella e la pietra gentile del Gran Sasso, sono state scolpite con maestria da generazioni di scalpellini, veri e propri artisti del materiale. Tecniche e strumenti di lavorazione: Gli strumenti tradizionali includono scalpelli, mazzuoli e gradine, utilizzati per scolpire a mano ogni dettaglio. Le tecniche variano in base alla pietra e all’uso finale: si va dalla lavorazione grezza per muri e pavimentazioni alla scultura decorativa per capitelli, stemmi e figure religiose. Spesso, la lavorazione avveniva direttamente sul posto, creando vere opere d’arte architettoniche. Arte contemporanea e nuove interpretazioni: Oggi molti scultori e artisti abruzzesi reinterpretano l’uso della pietra con uno sguardo contemporaneo. In diverse località si organizzano simposi di scultura all’aperto, dove artisti da tutto il mondo realizzano opere pubbliche in dialogo con il paesaggio. Queste iniziative contribuiscono a mantenere viva una tradizione che unisce tecnica, arte e natura. Lavorazione della pietra e della scultura: Lavori in pietra bianca della Majella e sculture decorative per chiese e case.
Una tradizione preziosa e antichissima: L’arte orafa abruzzese vanta origini antiche, con testimonianze risalenti all’epoca italica e romana. Nel corso dei secoli, si è sviluppata una tradizione ricca e raffinata, in particolare nei centri montani come Scanno, Sulmona e Pescocostanzo, dove le botteghe artigiane hanno tramandato stili e tecniche uniche. I gioielli non erano solo ornamento, ma simbolo di appartenenza sociale e identitaria. Tecniche e simboli della tradizione: Tra i gioielli più rappresentativi spiccano la "Presentosa", una spilla a forma di stella che si regalava alle giovani in età da marito, e gli orecchini "a cannatulij", lunghi e riccamente decorati. La lavorazione prevede l’uso di oro e argento filigranato, cesellato e inciso a mano, con motivi floreali, geometrici o religiosi, che richiedono una pazienza e una precisione estrema. Tra innovazione e valorizzazione del patrimonio: Oggi l’arte orafa abruzzese si rinnova grazie alla creatività di giovani artigiani che, pur rispettando le tecniche tradizionali, sperimentano forme moderne e materiali innovativi. I laboratori orafi sono spesso inseriti in itinerari culturali e turistici, contribuendo alla promozione del territorio e al recupero delle antiche maestrie locali. Arte orafa: Creazione di gioielli in oro e filigrana, come la presentosa, tradizionale monile abruzzese. Centri rinomati: Sulmona (Aq), Scanno (Aq).
Maestria artigiana e legame con il territorio: In Abruzzo la lavorazione del legno è una delle espressioni più autentiche dell’artigianato rurale e religioso. L’intaglio era praticato sia da artigiani professionisti che da contadini, i quali realizzavano utensili, mobili, oggetti liturgici e decorativi. Le aree montane, ricche di boschi, fornivano le essenze più utilizzate: noce, faggio, castagno e ciliegio. Tecniche decorative e simbologia popolare: L’intaglio decorativo si basa su motivi geometrici, floreali o animali, spesso con significati simbolici legati alla protezione della casa o alla fertilità. Le tecniche comprendono la scultura a bassorilievo, l’intarsio e la pirografia. Particolarmente pregiati sono i cofanetti, le cornici e le testate dei letti finemente decorati, tipici delle zone dell’Alto Sangro e della Marsica. Arte lignea tra devozione e design: Un aspetto importante della tradizione lignea è legato all’arte sacra: statue di santi, crocifissi e tabernacoli venivano scolpiti e dipinti a mano per arricchire chiese e santuari. Oggi, l’intaglio abruzzese è oggetto di riscoperta grazie a corsi, mostre e produzioni artigianali che uniscono estetica tradizionale e gusto contemporaneo, contribuendo alla valorizzazione culturale e turistica della regione. Intaglio e lavorazione del legno: Realizzazione di mobili, utensili, e oggetti decorativi intagliati a mano, spesso utilizzando legni locali.
Un sapere legato alla pastorizia transumante: La lavorazione della lana è strettamente connessa alla millenaria pratica della transumanza, che ha modellato il paesaggio, l’economia e la cultura abruzzese. Le greggi fornivano una lana di alta qualità, usata per produrre tessuti resistenti e caldi, come il “panno abruzzese”, impiegato per abiti tradizionali, coperte e mantelli. Tecniche artigianali e filatura manuale: La lana veniva lavata, cardata e filata a mano, con l’uso di arcolai e fusi. I tessuti venivano poi tinti con pigmenti naturali e intrecciati con telai a pedali. Ogni fase del processo richiedeva cura e competenza, spesso trasmesse oralmente da madre in figlia. Il lavoro era collettivo, soprattutto nei mesi invernali, e rappresentava un importante momento di socialità. Rinascita dell’artigianato tessile: Oggi l’artigianato tessile abruzzese vive una nuova stagione, grazie a cooperative e giovani artigiani che riscoprono le tecniche tradizionali per creare capi e accessori contemporanei. In alcune località, come Taranta Peligna e Pietracamela, sono nati musei e laboratori che valorizzano questo patrimonio, legando innovazione e sostenibilità al rispetto delle radici culturali. Lavorazione della lana e dei tessuti: Produzione di coperte e indumenti in lana grezza, spesso decorati con motivi geometrici tradizionali.
Tradizione artigianale e funzionalità quotidiana: La lavorazione del cuoio in Abruzzo ha origini antiche e si è sviluppata soprattutto in ambito rurale, dove la necessità di produrre oggetti resistenti e duraturi ha favorito la nascita di botteghe artigiane. Cinture, bisacce, scarpe, briglie e finimenti per animali venivano realizzati con cura e abilità, sfruttando la qualità del cuoio locale. Tecniche di lavorazione e decorazione: Il cuoio veniva conciato con tecniche naturali, utilizzando tannini vegetali estratti da cortecce, e poi lavorato a mano con coltelli, martelli e punzoni. La decorazione comprendeva incisioni, cuciture a vista e applicazioni in metallo o osso. Ogni oggetto era pensato per durare nel tempo, adattandosi perfettamente alle esigenze del mondo agro-pastorale. Pelletteria artistica e design contemporaneo: Negli ultimi anni, la pelletteria abruzzese ha conosciuto una fase di rinnovamento: accanto alla produzione tradizionale si è affermata una nuova generazione di artigiani che realizza borse, portafogli e accessori di design, mantenendo però una forte impronta manuale. Le fiere dell’artigianato e i mercati locali sono occasioni preziose per conoscere queste eccellenze. Cuoio e pelletteria: Lavorazione di borse, cinture, e calzature artigianali.
Un suono antico tra sacro e popolare: La zampogna è uno degli strumenti musicali più iconici dell’Abruzzo, legato soprattutto alla tradizione pastorale e alle celebrazioni natalizie. Anticamente, i pastori la suonavano durante la transumanza e davanti ai presepi viventi. Ancora oggi, il suo suono profondo accompagna riti religiosi e feste popolari in tutto il territorio. Tecniche costruttive e materiali naturali: La fabbricazione della zampogna è un’arte complessa che richiede grande perizia. Gli artigiani usano legni locali, come l’ulivo o il pero, per costruire le canne, mentre il mantice è realizzato con pelli di capra trattate. Ogni strumento è unico, accordato a orecchio, spesso decorato con incisioni e intarsi che raccontano l’identità dell’artigiano. Riscoperta e valorizzazione musicale: Negli ultimi decenni, l’interesse per la musica popolare ha portato a una riscoperta della zampogna e di altri strumenti tradizionali come il tamburello, la ciaramella e il caccavone. Festival come "Zampogne d’Abruzzo" e laboratori musicali nei borghi promuovono il dialogo tra tradizione e nuove sonorità, coinvolgendo giovani musicisti e artigiani. Fabbricazione di zampogne e strumenti musicali tradizionali: Realizzati a mano, spesso utilizzando legni pregiati come l’ulivo o il ciliegio.
Antichi mestieri tra fuoco e metallo: La lavorazione del rame e dello stagno è stata per secoli una delle attività più diffuse nei borghi abruzzesi, dove calderai e stagnini producevano utensili per uso domestico e agricolo. Pentole, secchi, catini e alambicchi erano indispensabili nella vita quotidiana, spesso tramandati da una generazione all’altra. Tecniche manuali e strumenti tradizionali: Il rame veniva battuto a mano su incudini di pietra o ferro, scaldato e modellato per ottenere forme precise. La stagnatura interna, applicata per proteggere il metallo dal contatto con gli alimenti, veniva realizzata con stagno puro e spazzole di crine. Ogni pezzo era funzionale ma anche bello da vedere, con superfici lucide e curve armoniose. Oggi: arte, recupero e collezionismo: Con l’avvento dell’industria, molte botteghe hanno chiuso, ma alcuni artigiani resistono, dedicandosi alla produzione artistica o al restauro di pezzi antichi. Oggi il rame è tornato in auge anche nell’arredamento rustico e nelle installazioni artistiche. In fiere, mercatini e musei etnografici abruzzesi si possono ammirare e acquistare pezzi unici, testimoni di un mestiere prezioso. Lavorazione del rame e dello stagno: Tradizione diffusa nei borghi montani, con creazione di pentole, tegami e utensili da cucina.
Una tradizione poco nota ma affascinante: Sebbene meno famosa rispetto ad altre lavorazioni, l’arte del vetro in Abruzzo ha radici antiche, testimoniata da reperti archeologici e documenti medievali. Alcuni centri, come L’Aquila e Sulmona, vantavano botteghe specializzate nella produzione di vetri soffiati, vetrate artistiche e oggetti ornamentali di uso liturgico e quotidiano. Tecniche di soffiatura e decorazione: Il vetro veniva lavorato a caldo nei forni artigianali e modellato attraverso la tecnica del soffio, con l’aiuto di canne metalliche e strumenti in legno. Le decorazioni includevano incisioni, smalti colorati e motivi floreali. Particolarmente apprezzate erano le bottiglie da olio, i calici e i lampadari a goccia che adornavano chiese e palazzi. Valorizzazione tra arte e design: Oggi alcuni artigiani e designer abruzzesi stanno recuperando quest’arte, integrandola in progetti di design contemporaneo e produzioni artistiche su piccola scala. Scuole e laboratori organizzano corsi di vetrofusione e soffiatura, contribuendo a rinnovare l’interesse per una tradizione che unisce creatività, tecnica e bellezza. Arte del vetro: Soffiatura e decorazione di vetri artistici, soprattutto in laboratori specializzati.
Un’arte contadina legata alla natura: La produzione di cesti e intrecci è una delle forme più antiche di artigianato in Abruzzo, nata dall’ingegno delle comunità rurali che sfruttavano i materiali naturali del territorio. Salice, giunco, vimini e canne venivano raccolti lungo fiumi e torrenti per realizzare contenitori funzionali all’agricoltura, alla raccolta e alla conservazione degli alimenti. Tecniche manuali e forme tradizionali: I cesti venivano intrecciati interamente a mano, con tecniche tramandate oralmente da generazioni. Ogni zona aveva forme tipiche: rotondi o ovali per il pane, alti e stretti per l’uva, larghi per le olive. Gli intrecci non erano solo funzionali, ma anche decorativi, con motivi geometrici e variazioni cromatiche ottenute da diversi tipi di fibra. Recupero dell’artigianato e nuove funzioni: Oggi questa tradizione è oggetto di riscoperta e valorizzazione. I cesti vengono apprezzati non solo come oggetti d’uso ma anche come elementi di design rustico o decorazioni artistiche. In alcune zone, come nella valle del Tirino o nel Teramano, si organizzano corsi e fiere dove si insegnano le tecniche tradizionali, coinvolgendo scuole e comunità locali. Produzione di cesti e intrecci: Lavorazione di vimini, giunchi e paglia per creare cesti, panieri e altri oggetti di uso quotidiano.
Arte povera dalla forte espressività: La cartapesta, realizzata con carta riciclata impastata con colla e gesso, è stata per secoli una forma d’arte povera ma di grande impatto, utilizzata soprattutto per creare statue religiose, maschere, pupazzi e decorazioni carnevalesche. In Abruzzo, questa tecnica si è diffusa in contesti sia religiosi che popolari, legata spesso alle feste e alle rappresentazioni sacre. Tecniche di modellazione e pittura: La lavorazione della cartapesta richiede più fasi: si parte dalla preparazione della pasta, che viene modellata su stampi o strutture portanti di legno o fil di ferro. Una volta asciutta, la superficie viene lisciata e dipinta a mano con colori vivaci, spesso con finiture dorate o argentate. Le statue di santi e le decorazioni per le processioni sono esempi tipici di questa arte. Rinascita creativa e laboratori artistici: Negli ultimi anni, l’arte della cartapesta ha conosciuto una rinascita grazie a scuole artistiche, associazioni culturali e artisti contemporanei che ne esplorano le potenzialità espressive. In molti laboratori abruzzesi si realizzano opere originali, decorazioni natalizie e maschere teatrali, contribuendo a rinnovare questa forma d’arte con un linguaggio moderno ma legato alla tradizione. Carta pesta e decorazioni artistiche: Creazione di maschere, statue e oggetti decorativi utilizzando tecniche tradizionali.
La lavorazione del sapone artigianale in Abruzzo è una tradizione che affonda le sue radici nel passato, quando le famiglie contadine producevano saponi naturali con ingredienti locali, come oli vegetali, erbe aromatiche e fiori. Questa pratica, tramandata di generazione in generazione, è oggi un vero e proprio arte, con numerosi laboratori che continuano a produrre saponi utilizzando metodi tradizionali, rispettando la natura e valorizzando la materia prima locale. La combinazione di olio d’oliva, erbe spontanee e fiori di montagna crea un sapone ricco di proprietà benefiche per la pelle. L'approccio artigianale alla produzione del sapone non si limita alla selezione di ingredienti naturali di alta qualità, ma include anche tecniche manuali tramandate nel tempo. Ogni pezzo di sapone è realizzato con pazienza e attenzione ai dettagli, seguendo procedimenti che prevedono l’utilizzo di strumenti semplici ma efficaci. La saponificazione, che può avvenire a freddo o a caldo, permette di mantenere inalterate le proprietà nutritive e idratanti degli ingredienti, creando saponi delicati e puri, adatti anche alle pelli più sensibili. Oltre a garantire un prodotto di alta qualità, la lavorazione del sapone artigianale in Abruzzo è anche una testimonianza del legame profondo tra l'uomo e la terra. I saponi spesso riflettono le caratteristiche del territorio, con profumi e proprietà che richiamano le tradizioni rurali e montane della regione. Alcuni laboratori offrono anche esperienze sensoriali per i visitatori, che possono osservare la creazione dei saponi e scoprire l'arte dietro ogni singolo pezzo, unendo così il valore dell’artigianato alla cultura locale. Lavorazione del sapone artigianale: Produzione di saponi naturali con ingredienti locali come l’olio d’oliva.
Una materia prima unica del territorio: La pietra nera del Gran Sasso, conosciuta anche come "pietra della Majella" in alcune varianti, è una roccia calcarea compatta dalle sfumature scure, tipica delle aree montuose abruzzesi. Fin dall’antichità, questa pietra è stata utilizzata per costruzioni, sculture, fontane e arredi urbani, grazie alla sua resistenza e alla bellezza naturale che conferisce ai manufatti un aspetto solido e austero. Tecniche tradizionali e maestria scultorea: La lavorazione di questa pietra richiede forza fisica, precisione e conoscenza delle venature naturali del materiale. Gli scalpellini abruzzesi, con mazzuolo e punte di ferro, realizzavano portali, bassorilievi, colonne, stemmi e decorazioni architettoniche per chiese e palazzi. Le cave locali fornivano blocchi che venivano trasportati a mano o con muli fino alle botteghe dei maestri scalpellini. Oggi: arte, restauro e valorizzazione: Attualmente, la pietra nera viene utilizzata non solo nel restauro di edifici storici, ma anche nella creazione di sculture contemporanee, arredi per giardini e oggetti artistici. Alcuni artigiani e artisti del territorio, specialmente nelle aree dell’Aquilano e del Teramano, hanno avviato laboratori e corsi per trasmettere le tecniche antiche e sperimentare nuove forme espressive, contribuendo alla valorizzazione di questa eccellenza tutta abruzzese. Lavorazione della pietra nera del Gran Sasso: Sculture e oggetti decorativi realizzati con questa pietra particolare.
L'Artigianato in Abruzzo
Uno degli elementi più intriganti tra quelli che rendono affascinanti i borghi della montagna abruzzese sono senza dubbio le botteghe artigiane che si incontrano passeggiando tra le viuzze e i vicoli.
A seconda delle attività produttive che vi si tengono, le botteghe artigiane sono ora linde ed ordinate, ora polverose e confusionarie, ma sempre vissute, specchio della personalità e della creatività di chi vi lavora.
L’artigianato abruzzese è figlio di maestrie secolari che si sono sviluppate mescolando le capacità manuali nella produzione di oggetti utili con il gusto per il decoro e per il rudimentale design, tipico di una popolazione semplice e legata alla sua terra e alla montagna. È infatti il genius loci quell’inestimabile valore aggiunto che rende il prodotto artigianale intrinsecamente diverso da quello industriale, collocando il primo nel mondo della spiritualità e il secondo in quello della pura materialità. Nelle mani degli artigiani abruzzesi prendono quindi vita la ceramica e il ferro, l’oro e i merletti, il rame e la pietra, il legno e la lana. Accantonata in molte parti d’Italia negli anni dello sviluppo industriale, la tradizione del lavoro manuale e dell’artigianato si è per fortuna conservata in questa terra, dove tradizione e futuro lavorano insieme. Che siano ceramisti, scalpellini, orafi, intagliatori, fabbri, tessitori, liutai, pellai o ramai, gli artigiani abruzzesi vivono e lavorano in ogni angolo della regione, e in particolare nei borghi di montagna. Importanti rassegne estive dedicate all’artigianato artistico abruzzese (tra le più antiche Guardiagrele e Castelli) rendono note le eccellenze di questa produzione e più facile e diffusa la loro reperibilità.


Abruzzo, la regione più verde d’Europa
In Abruzzo la natura è una risorsa protetta. Con un terzo del proprio territorio destinato a parchi, la regione non solo esprime un primato culturale e civile nella protezione dell’ambiente, ma si colloca come maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo.
La funzione che l’Abruzzo dei Parchi svolge a livello nazionale e internazionale nella conservazione dell’ambiente e della biodiversità è difficilmente sottovalutabile, se si pensa che la regione custodisce un grandissimo numero di specie animali e vegetali.


L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.


L'Enogastronomia
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle, tra cui le “mazzarelle”; “virtù”.
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Un grande museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio. Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione. I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti...
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