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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Teramo: Chiesa di San Domenico (Teramo) - Info Point Regione Abruzzo

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Le Chiese e Santuari nella Provincia di Teramo: Chiesa di San Domenico (Teramo)

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Le Chiese e i Santuari in Abruzzo – Provincia di Teramo

Storia della Chiesa e del Convento di San Domenico in Teramo. Si può dire che le origini della Chiesa e del Convento di S. Domenico in Teramo affondino le loro radici nei primissimi tempi della nascita e dello sviluppo dell'Ordine Domenicano. La data di erezione del Convento di Teramo e le disposizioni per la costruzione della chiesa Conventuale risale, infatti, al 1287 nel contesto di tutta una serie di fondazioni abruzzesi; la costruzione della chiesa iniziò nel 1323 e fu portata a compimento solo nel 1407; elementi strutturali e architettonici, riscontrabili e ben visibili nella parete esterna dell’attuale cappella del Rosario, tra cui due piccole finestre gotiche, inducono a pensare ad una primitiva chiesa, di cui si ignora la denominazione, officiata dai Domenicani fin dal loro ingresso in città, inglobata successivamente nella fabbrica del nuovo tempio costruito in stile gotico. La costruzione del chiostro procedette di pari passo con quella del tempio. Gli affreschi della Chiesa di San Domenico a Teramo posti lungo la pareti interna sinistra della grande navata unica furono affidati al pittore Luca d’Atri, presunto Maestro d’Offida (AP) e alla sua bottega (XIV sec.) e rappresentano Storie della Vita di Cristo; quelli dell’abisde, della controfacciata e di parte della parete sinistra, raffigurano santi cari alla devozione popolare e all’Ordine domenicano, pitture votive e immagini mariane, databili tra il XIV e XV secolo: molto interessanti dal punto di vista iconografico una bellissima Annunciazione, che presenta analogie con gli affreschi più noti della antica chiesa abbaziale di S. Maria in Piano di Loreto Aprutino (PE), una Madonna del Latte con S. Antonio Abate e i SS. Sebastiano e Rocco di Montpellier. All’ambito della pittura tardogotica medio-adriatica appartiene il grande affresco nella parete destra della controfacciata, vicino all’ingresso principale: si tratta di un’iconografia insolita in terra abruzzese perché rappresenta, da un lato, i santi patroni della città di Padova, Giustina, Daniele e Prosdocimo, dall’altro, tre santi non ben identificabili (forse Berardo, patrono di Teramo, Antonio di Padova e Vito). Al centro di questa teoria di santi, posta su un ampio trono della Chiesa di San Domenico a Teramo, che ricorda nel modello quelli di scuola giottesca, è la Madonna col Bambino che accoglie la preghiera del donatore raffigurato in ginocchio ai loro piedi: gli studiosi ritengono si tratti di Conte da Carrara (fine XV- prima metà XVI secolo), signore della città di Padova, che dal Veneto sarebbe sceso in Abruzzo per stanziarsi nei nostri territori; avrebbe ricevuto diverse cariche politiche e militari dai papi e dai sovrani di Napoli e avrebbe governato per un certo periodo le città di Ascoli Piceno e Offida (AP). Questa ipotesi sarebbe avvalorata anche dalla presenza dello stemma dei Carrara ripetuto nei colori delle cornici a scacchi bianchi, rossi e blu che circondano tutto l’affresco suddetto. In Chiesa di San Domenico a Teramo ci sono anche capolavori d’arte poste in due nicchie nel presbiterio, ai lati dell’altare maggiore: la notevole e splendida copia in terracotta policroma della Madonna delle Grazie (XVI sec.) di Giovanni Antonio da Lucoli (AQ), forse donata dai frati Minori Osservanti custodi dell’omonimo santuario cittadino in segno di amicizia coi figli di S. Domenico di Guzman; il bellissimo gruppo in stucco della Famiglia di S. Anna (XVIII sec.) del ticinese Michele Clerici. La cappella della Madonna del Rosario fu stuccata nel 1753 dal marchigiano Gilberto Todini da Monte Giberto (FM), che eseguì pure gli affreschi della volta e dei medaglioni delle pareti (1755). Nel chiostro della Chiesa di San Domenico a Teramo le bifore ai lati dell’ingresso della Sala del Capitolo, vennero chiuse, utilizzando lo spazio ricavatone per far dipingere dal polacco Sebastiano Majewsky le scene della Vita di S. Domenico (prima del 1627), mentre tra il XVI e il XVII secolo fu operato il rafforzamento della struttura claustrale, con la costruzione dei vani sovrastanti e del ballatoio. La nascita del Terz’Ordine domenicano di Teramo risale al XV secolo, quando il cappellano di papa Innocenzo VII, tale Monte di Giovanni da Campli, ne approvò gli statuti di fondazione, il 26 giugno 1405, due anni prima della conclusione dei lavori del tempio monumentale. L’istituzione della Confraternita del Rosario già documentata in S. Domenico dal XVI secolo, presumibilmente in epoca non posteriore a quella di Nocella di Campli (2 marzo 1556), attirò un gran numero di fedeli, specie benestanti o nobili, che disposero larghi lasciti per dotare altari, cappelle e sepolture di famiglia; nel Seicento l’apostolato devozionale in città fu affidato ai gruppi spirituali affiliati a questo pio sodalizio, con una consistenza numerica in continuo aumento. In piena bufera napoleonica (1809) il complesso domenicano fu soppresso e trasformato dapprima in stalla per i cavalli e poi in caserma; fu affidato, nel frattempo, tra le vicissitudini più impensate e calamitose, specialmente nel periodo post-unitario, alle cure e alla manutenzione della Confraternita del Rosario, in custodia concordata dalla Curia vescovile.Chiesa di San Domenico (Teramo)

Comune: Teramo
Indirizzo: Corso Porta Romana - 64100 Teramo

Descrizione storica e artistica:
La Chiesa di San Domenico a Teramo fu edificata nel 1327, contemporaneamente alla ricostruzione e all’ampliamento della chiesa di San Francesco (oggi intitolata a Sant’Antonio), risalente al 1227. Nonostante superasse in lunghezza la chiesa francescana di circa otto metri, la Chiesa di San Domenico presenta una struttura più semplice e lineare. Questa differenza è attribuita, secondo Gavini (1927), alla volontà dei Domenicani di evitare una competizione con i Francescani, mentre Francesco Savini (1931) ipotizza che fosse dovuta a una limitazione delle risorse finanziarie.
La chiesa rappresenta uno dei più autentici esempi di architettura domenicana del Trecento, influenzata dall’estetica francescana e dal rigore tipico dell’epoca. Quella visibile oggi è il risultato del restauro condotto tra il 1929 e il 1930 da Francesco Savini, che reinterpretò l’originaria struttura ispirandosi alla chiesa francescana e ai modelli romanici locali. Durante questi lavori, furono apportate modifiche significative a finestre, portale, campanile, altari e cappelle, documentate in un’iscrizione interna alla porta maggiore.

Struttura e architettura:
La chiesa presenta una navata unica con tribuna rettangolare. L'aula è divisa in sei campate da grandi archi a sesto acuto; la copertura dell’aula è a tetto, mentre il coro ha una volta a crociera d’ogiva.
L’esterno si distingue per la semplicità: un edificio in laterizi, privo di decorazioni, con un basamento in pietra. Le muraglie sono lisce e interrotte solo da contrafforti angolari. La monotonia dei mattoni è spezzata da elementi in pietra, come il basamento, il portale e alcuni inserti del prospetto, usati più per tradizione costruttiva che per scopi decorativi.
Il coronamento dell’edificio è costituito da arcatelle in mattoni a sesto acuto depresso, poggianti su mensole in pietra o cotto. Le aperture comprendono:
  • Il portale e una finestra sulla facciata anteriore.
  • Un finestrone absidale a doppia strombatura con sesto acuto.
  • Quattro monofore laterali, restaurate per ripristinare la forma gotica.
La finestra della facciata, originariamente un grande finestrone rettangolare, è stata trasformata in una quadrifora ispirata alla chiesa di San Francesco.

Portale e decorazioni interne:
Il portale originale, semplice e rettangolare, è stato sostituito durante il restauro con uno più ricco di stile romanico. Il vecchio portale è stato rimontato sull’abside.
Durante i lavori di restauro sono emersi importanti affreschi, risalenti al periodo tra il XIV e il XVII secolo. Tra questi spiccano quelli quattrocenteschi della scuola veneto-marchigiana, raffiguranti scene della vita di San Domenico.
Sul lato destro, all’interno della Cappella della Madonna del Rosario, è stato riportato alla luce un portale gotico, visibile dal chiostro. Sempre a destra si trova il sepolcro di Francesco Savini, autore del restauro.

Informazioni utili:
  • Municipio: Tel. 0861-3241
  • Ufficio I.A.T.: Tel. 0861-244222

Stato di agibilità: Agibile
Le principali chiese e santuari presenti nella regione Abruzzo
Il Santuario della Madonna dello Splendore si trova a Giulianova, in provincia di Teramo, ed è uno dei luoghi di culto più importanti e venerati della regione. La sua fama è legata a un miracolo che risale al 1557, quando si narra che un’immagine della Madonna dipinta su tavola, trovata da un contadino, cominciò a irradiare una luce straordinaria. Questo evento, conosciuto come "lo Splendore", attirò subito l’attenzione dei fedeli, che cominciarono a recarsi in pellegrinaggio per venerare la sacra immagine. Il santuario, costruito per custodire l'immagine miracolosa, è un esempio di architettura barocca, con un imponente edificio che accoglie i visitatori in un'atmosfera di grande devozione e spiritualità. Ogni anno, il Santuario della Madonna dello Splendore diventa meta di numerosi pellegrini, specialmente durante la festa dedicata alla Madonna, che si celebra il 15 agosto. In quel giorno, la chiesa è luogo di preghiera e celebrazioni religiose, dove i fedeli si radunano per rendere omaggio alla Vergine e per chiedere grazie e benedizioni. Il santuario è anche noto per la sua bellezza artistica, con affreschi, altari decorati e un ambiente che favorisce la riflessione spirituale. La Madonna dello Splendore non è solo un simbolo di fede, ma anche un punto di riferimento culturale per la città di Giulianova, rappresentando un legame profondo tra la religiosità popolare e la tradizione storica della zona.Il culto nella provincia di Teramo è profondamente intrecciato con la storia e l’architettura religiosa del territorio, che ospita alcune delle più importanti chiese e santuari dell’Abruzzo. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, nel cuore di Teramo, è uno dei simboli principali della devozione locale, nota per il suo altare argenteo realizzato da Nicola da Guardiagrele e per il maestoso campanile romanico. A Giulianova, il Santuario della Madonna dello Splendore, circondato da ulivi e giardini, è meta di pellegrinaggi grazie alla tradizione legata a un’apparizione mariana. La fede nella provincia si esprime anche attraverso eventi e feste religiose che coinvolgono le comunità locali, rafforzando il senso di identità collettiva.
 La spiritualità della provincia trova una delle sue massime espressioni nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, situato ai piedi del Gran Sasso, uno dei santuari più visitati d’Italia. Questo luogo, dedicato al santo patrono dei giovani e degli studenti, attira ogni anno migliaia di fedeli per le sue celebrazioni e la sua atmosfera di raccoglimento. La provincia è inoltre ricca di abbazie e chiese storiche, come l’Abbazia di Santa Maria di Propezzano e l’Abbazia di San Clemente al Vomano, esempi eccellenti di architettura romanica e punti di riferimento spirituali per il territorio. Tra fede e paesaggi straordinari, il culto in provincia di Teramo rappresenta un viaggio tra storia, arte e devozione popolare.


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L’Abruzzo montano
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