La presenza degli eremi in Abruzzo
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Un aspetto e una componente peculiare della religiosità abruzzese nel Medioevo, che fu l’epoca di formazione dell’Abruzzo, fu il fenomeno eremitico, la particolare vocazione ascetica del cristianesimo abruzzese. Si tratta di una corrente di comportamento spirituale che dalla cornice cristiana risale vertiginosamente i millenni che conducono alle epoche più remote e ai culti più ancestrali. Bisogna infatti dire che il duro ambiente montano dell’Abruzzo ha da sempre costretto i suoi abitanti a confrontarsi col mistero della trascendenza. Per migliaia di anni, dover spendere la propria esistenza, generazione dopo generazione, in costante dipendenza del più primitivo e stabile fattore condizionante di questa regione, la sua forte e temibile Natura, aveva infatti radicato nelle antiche popolazioni abruzzesi un rapporto di subordinazione religioso e filiale nei suoi confronti.
Teatro elettivo di questi culti erano le grotte, gli uteri simbolici della Madre Terra. Le sue grotte, preistorico teatro di riti ancestrali, e poi i suoi grandi santuari italico-romani, a partire dall’alto Medioevo (quando l’Abruzzo venne cristianizzato) hanno visto subentrare nei medesimi luoghi le prime comunità di monaci e di eremiti, tracciando così un quadro davvero unico di continuità della sacralità di questi luoghi.
Si articola così una fittissima rete di eremi, santuari e romitori di eccezionale suggestione e dall’accesso in molti casi ancora oggi difficile. Immersi nella natura, gli eremi d’Abruzzo sono mete di visite che resteranno indelebili nella memoria. Nella vastità del proprio territorio montano, persi nel silenzio della natura più intatta, sbocciano improvvisi agli occhi del visitatore con immagini di perfetta, ascetica serenità.

Il più celebre tra tutti è quello di Santo Spirito a Majella, nei pressi di Roccamorice, monumento nazionale di rara bellezza per l’integrazione perfetta tra architettura e natura. Venne fondato attorno al 1244 e costituisce il primo insediamento stabile di Celestino sulla Maiella. Fu ampliato in epoche successive ed è interamente costruito sfruttando la conformazione della vertiginosa parete di roccia che lo sovrasta; le sue strutture, in blocchi di pietra, si fondono perfettamente con il rilievo naturale sfruttandone rientranze e sporgenze. Si crea così un tutt'uno tra eremo e montagna che simboleggia la fusione ideale tra divinità e natura. La bella facciata dà accesso alla piccole chiesa e ai locali annessi, mentre un tunnel sulla destra porta al resto del complesso, esteso su vari piani, che culmina in alcune stanze, dette “casa del Principe” e in una cappella posta al termine della Scala Santa. A poca distanza, più in basso nello stesso vallone, si trova l'eremo di San Bartolomeo in Legio, minuscolo e ricavato all'interno di una lunga cengia rocciosa. Anche l’accesso è spettacolare, poiché avviene attraverso una scalinata scavata nella pietra viva che fora il tetto roccioso della cengia. Visto dal versante opposto colpisce per la straordinaria somiglianza con i villaggi rupestri dei Pueblo americani.
Sant' Onofrio al Morrone è l'eremo celestiniano più noto per via della spettacolare posizione, arroccato sul fianco del Morrone, vero nido d'aquila affacciato sulla Valle Peligna. Si raggiunge con mezz’ora di salita lungo una comoda scalinata scavata nella roccia che inizia accanto al santuario italico e romano di Ercole Curino. Nel grande complesso sono da vedere l’oratorio, con i suoi affreschi del '300 tra i quali il più noto è il ritratto di Celestino che si trova sulla parete di sinistra, la cella e la grotta del Santo che si aprono al di sotto della chiesa, e il terrazzo da cui la vista spazia sul Gran Sasso e sul Sirente. Naturalmente in Abruzzo vi sono molti altri eremi, parimenti suggestivi e interessanti; e non tutti necessariamente connessi alle vicende di Papa Celestino. Quello di Sant' Onofrio, sopra Serramonacesca, dipendeva quasi certamente dalla vicina abbazia benedettina di San Liberatore e fu costruito tra il XI e il XIV secolo. La chiesetta solitaria sorge alla sommità dell’impervio vallone di Sant' Onofrio, protetta da un enorme masso che la copre quasi come fosse una tettoia sbucando dalla vegetazione. Gli eremi di San Giovanni e Sant' Onofrio all’Orfento sono i più isolati e emozionanti da raggiungere. Al culto di San Michele Arcangelo sono dedicati numerosi eremi in tutta la regione tra i quali quello molto interessante della Grotta Sant'Angelo a Palombaro, che si trova pochi chilometri fuori dal paese e si raggiunge facilmente in auto, immergendosi nello scenario suggestivo del vallone di Palombaro. Tra i monti della Laga, le gole del fiume Salinello dividono la montagna dei Fiori da quella di Campli e sulle ripide pareti della stretta gola si aprono numerose grotte abitate in passato da eremiti, la più celebre delle quali è quella di Sant'Angelo di Ripe di Civitella del Tronto. Alle pendici del Gran Sasso si trovano alcuni eremi legati a Fra Nicola, il più noti dei quali sono Santa Maria a Pagliara e Santa Colomba, sopra Isola del Gran Sasso. Il culto delle acque lega tra loro gli eremi della Sorgente di San Franco, sopra Assergi e quello di San Michele a Bominaco. Una citazione a parte merita il grande eremo di San Venanzio, presso Raiano, sospeso a mo’ di ponte fra le strette pareti della omonima gola, lungo il corso del fiume Aterno. Alcune interessanti leggende sacre animano da secoli la frequentazione di eremi come San Domenico a Villalago, affacciato sul bel lago artificiale omonimo, e di Sant'Angelo, ai piedi di Liscia, nel Vastese, che conserva ancora un frequentato culto delle acque e delle rocce.
Arte, culto e cultura in Abruzzo
- Abruzzo, una regione che sa conservare
- Le vestigia del passato dell'Abruzzo
- Gli antichi borghi d’Abruzzo
- L’Abruzzo dei Castelli
- L’architettura religiosa in Abruzzo
- Gli eremi in Abruzzo
- Le vie della Fede in Abruzzo
- Abruzzo, il patrimonio artistico e i Musei
- L’artigianato artistico in Abruzzo
- Abruzzo, il folklore e le tradizioni


Abruzzo, un Museo all’aperto
Noto in tutto il mondo per la sua natura, l’Abruzzo espone, come un grande museo all’aperto senza orari né mura, opere d’arte e monumenti nel suo peculiare e intatto paesaggio.
Accanto a luoghi celeberrimi come la rocca di Calascio, lo straordinario centro storico di Pescocostanzo, il Museo Archeologico Nazionale di Chieti, il poderoso castello cinquecentesco dell’Aquila, emozionano il viaggiatore decine e decine di meraviglie meno note, sparse in ogni angolo della regione.
I restauri di chiese e castelli, la sistemazione e la valorizzazione dei siti archeologici e degli eremi, la nascita di piccoli e grandi musei e dei nuovi centri visitatori dei Parchi, fanno sì che l’elenco delle cose da vedere si allunghi ogni anno.
Anche questo fa parte del grande fascino della “regione verde” d’Italia.

L'enogastronomia in Abruzzo
Una cucina, quella abruzzese, che ha molte anime, per la varietà del territorio e delle culture che in essa convivono. C’è l’evoluzione della cucina agropastorale, quella dei contadini e dei pastori “poveri” delle zone montane e pedemontane, fatta di piatti semplici e saporiti, di carni ovine, zuppe e minestre, formaggi ed erbe aromatiche e quella “colta e borghese” di Teramo, capace di valorizzare sapori primari con preparazioni più complesse: timballo di scrippelle; “mazzarelle”; “virtù”. Meno evocativa dell’Abruzzo -percepita come regione di montagne e aree protette- ma non per questo meno importante, la cucina marinara, che lungo i centotrenta chilometri di costa declina la varietà del pescato con semplicità e sapore, sposando il patrimonio di ortaggi...

L'ospitalità in Abruzzo
L'Organizzazione Mondiale del Turismo (O.M.T.) riconosce il turismo come uno strumento potente per promuovere obiettivi fondamentali a livello globale, come lo sviluppo economico, la comprensione internazionale, la pace e la prosperità. Nel suo statuto e nel Codice Etico, sottolinea il valore del turismo per incoraggiare il rispetto universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali, senza discriminazioni basate su razza, sesso, lingua o religione. In Abruzzo, da maggio a settembre centinaia di alberghi, pensioni, campeggi, residence, B&B e appartamenti privati sono pronti ad accogliere i turisti, offrendo un ventaglio di proposte e possibilità, in grado di soddisfare gusti ed esigenze, anche le più esigenti.
Le capacità ricettive della riviera abruzzese sono...

L’Abruzzo montano
Con numerosi centri sciistici con impianti di avanguardia, comprende i maggiori massicci dell’Appennino (il Gran Sasso d’Italia e la Majella), numerosi rilievi che raggiungono anch’essi notevole altitudine e altipiani intervallati dalle conche dell’Aquila e di Sulmona, mentre verso il confine con il Lazio si stende la fertile conca del Fucino, risultante dal prosciugamento del lago omonimo portato a termine dal Duca Alessandro Torlonia nel 1875, opera grandiosa, che peraltro era stata più volte programmata fin dall’epoca dell’impero Romano.
Quel che sorprende il visitatore alla sua prima esperienza di vacanza in Abruzzo è il fatto che nel breve volgere di poche decine di chilometri si passi dalle spiagge assolate alle alte vette e che spesso ambienti naturali selvaggi ed intatti, di assoluta bellezza, si trovino solo a poche decine di minuti di cammino dal comodo...