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Le quattro province della Regione Abruzzo - Info Point Regione Abruzzo

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Le quattro province della Regione Abruzzo

Ospitalità Abruzzo > Paesi dell'Abruzzo
Il Guerriero di Capestrano è una delle testimonianze archeologiche più significative dell’Italia antica. Si tratta di una statua funeraria risalente al VI secolo a.C., scoperta nel 1934 nei pressi del paese di Capestrano, in Abruzzo. Realizzata in pietra calcarea, rappresenta un guerriero italico in posizione eretta, con un aspetto imponente e maestoso. La figura indossa un copricapo elaborato, simile a un largo disco, che accentua la sua imponenza, e una corazza decorata che evidenzia la maestria artigianale dell’epoca. È armata di una spada e una lancia, simboli della sua funzione militare e del suo status sociale. Il guerriero porta anche un’ampia cintura che sembra contenere un pugnale, sottolineando ulteriormente il suo ruolo di difensore. Questa statua, di dimensioni notevoli, rappresenta non solo un guerriero ma anche un leader o una figura di prestigio all'interno della comunità. Il Guerriero di Capestrano è oggi custodito nel Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo, a Chieti, e continua a essere un simbolo di identità culturale e storica per la regione.
L'Abruzzo

L'Abruzzo si trova nell'Italia centrale e si estende dal cuore degli Appennini fino alla costa adriatica. La regione è suddivisa in quattro province: L'Aquila, Pescara, Chieti e Teramo. Il territorio è caratterizzato da una grande varietà paesaggistica, che spazia dalle montagne imponenti come il Gran Sasso d'Italia e la Majella, alle colline dolci, fino alle spiagge sabbiose e rocciose lungo il litorale adriatico. Questa diversità rende l'Abruzzo un luogo unico e affascinante.

Nota sullo stemma:
Chieti, 31 gen. È stato presentato, nella prestigiosa sede del museo archeologico nazionale di Villa Frigerj, a Chieti, il nuovo stemma della Regione Abruzzo.
La composizione grafica del nuovo stemma della Regione Abruzzo, approvato con una specifica legge dal Consiglio regionale, consiste in uno scudo sannitico interzato in sbarra d’argento, di verde e d’azzurro, sul quale è posto il Guerriero di Capestrano, rappresentato a figura intera, in forma stilizzata. I tre colori rappresentano, nell’ordine, le cime innevate del Gran Sasso, della Maiella, del Sirente, del Velino e dei contrafforti appenninici, i boschi, le colline ed il Mar Adriatico.
Al di sopra dello stemma è posta la denominazione “REGIONE ABRUZZO ” in lettere maiuscole d’oro. Sotto lo scudo è indicato il motto “GENTIVM VEL FORTISSIMARVM ITALIAE” in caratteri maiuscoli.

Conosciuto come "la regione verde d'Europa", l'Abruzzo vanta tre parchi nazionali (il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e il Parco Nazionale della Majella), una riserva naturale regionale e diverse aree protette. Questi parchi ospitano una fauna ricca e varia, tra cui il lupo appenninico, l'orso marsicano e il camoscio d'Abruzzo, oltre a una flora che comprende specie rare e preziose. L'Abruzzo è una meta ideale per gli amanti della natura e delle escursioni.

L'Abruzzo è una regione ricca di storia e cultura, con borghi medievali ben conservati come Santo Stefano di Sessanio, Scanno e Rocca Calascio. Qui si possono ammirare castelli, abbazie, chiese romaniche e santuari, che raccontano secoli di storia e spiritualità. La regione è famosa per le sue tradizioni artigianali, come la lavorazione del merletto a tombolo di Pescocostanzo e la ceramica di Castelli. Inoltre, l'Abruzzo è legato a numerosi eventi folcloristici e religiosi, come la Perdonanza Celestiniana a L'Aquila.

La cucina abruzzese è un tripudio di sapori genuini e tradizionali. Tra i piatti tipici spiccano gli arrosticini, spiedini di carne ovina cotti alla brace, e i maccheroni alla chitarra, una pasta fresca servita con sughi ricchi. Anche i dolci occupano un posto importante, come il parrozzo e le ferratelle. La regione è rinomata per i suoi vini, tra cui il Montepulciano d'Abruzzo e il Trebbiano, e per l'olio extravergine d'oliva di alta qualità. La gastronomia abruzzese rispecchia l'anima semplice e autentica della sua terra.

Le quattro province e i suoi comuni della Regione Abruzzo

L'Aquila, precedentemente Aquila fino al 1863 e Aquila degli Abruzzi fino al 1939) è un comune italiano di 70.609 abitanti, capoluogo dell'omonima Provincia e della Regione Abruzzo. Situata sul declivio di un colle, alla sinistra del fiume Aterno in posizione predominante rispetto al massiccio del Gran Sasso d'Italia, conta una presenza giornaliera sul territorio di oltre 100.000 persone per studio, attività terziarie, lavoro e turismo. La città è sede di Università e di enti ed associazioni che la rendono vivace sotto il profilo culturale. L'Aquila è posta nell'entroterra abruzzese e possiede una superficie comunale di 467 km² che, su scala nazionale, la pone al nono posto per ampiezza. Proprio a causa dell'estensione del territorio sparso su una zona montuosa interna, L'Aquila dispone di una rete infrastrutturale e di servizi ardua e di amministrazione molto complessa: conta infatti più di dieci cimiteri, diversi depuratori, decine di complessi scolastici, quasi 3.000 km di strade e molte migliaia di chilometri di reti impiantistiche. È divisa in 59 tra quartieri e frazioni (vedi elenco). Parte del territorio comunale è compresa nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ed alcuni punti superano abbondantemente i 2.000 metri di quota. L'Aquila è situata nell'omonima conca sulle sponde del fiume Aterno, ad un'altitudine di 721 metri sul livello del mare che la rende terza tra i capoluoghi di provincia italiani più alti, dopo Enna e Potenza. Il centro storico sorge su di un altipiano in posizione pressoché baricentrica rispetto alla conca; numerose sono le frazioni situate sul declivio o sulla sommità dei colli circostanti, tra cui è bene ricordare Aragno, Roio, Pianola, Bagno, San Giacomo e Collebrincioni. Nel dopoguerra, l'espansione urbanistica si è concentrata nella periferia occidentale della città, a carattere pianeggiante, e ad oggi, il tessuto urbano si estende in maniera disomogenea lungo la direttrice est-ovest, parallelamente al corso del fiume. Il territorio comunale, suddiviso in 12 circoscrizioni, è uno dei più estesi d'Italia. Nei suoi 467 km² abbraccia numerosi paesi o frazioni e alcuni grandi centri che in passato hanno avuto identità municipale, come Paganica. Il territorio del comune presenta anche un'exclave, in territorio montano, al confine con il parco regionale naturale del Sirente - Velino e la riserva naturale Montagne della Duchessa. Confina dal versante reatino con i comuni di Antrodoco e Borgorose, dal versante teramano con Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso d'Italia e Pietracamela e dal versante propriamente aquilano con Barete, Barisciano, Cagnano Amiterno, Campotosto, Capitignano, Fossa, Lucoli, Magliano de' Marsi, Ocre, Pizzoli, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Santo Stefano di Sessanio, Scoppito e Tornimparte. Flora: Molto sviluppati sono i boschetti di pioppi, di carpini e di cerri. Sono presenti, nell'areale, il nocciolo, il castagno (che forma umbratili boschi), l'acero (spesso presente con esemplari mastodontici). Solo grazie a rimboschimenti sono presenti il pino nero, l'abete rosso, e il larice. Tra gli arbusti possono essere menzionati il ginepro, il mirtillo (commestibile), la belladonna (di aspetto simile al mirtillo, ma velenoso o addirittura mortale), l'agrifoglio. Le fioriture sono caratterizzate da gigli (specie protetta da una Legge Regionale dell'Abruzzo), campanule, sassifraghe, primule, genziane, garofanini e numerose orchidee. Menzione a parte merita la stella alpina appenninica, una pianta rarissima sulle montagne dell'Appennino. Fauna: Data l'ampia estensione del comune, vi è un'ampia varietà di fauna, comprendente molte delle specie riscontrate nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. L'area dell'aquilano è abitata anche da volpi, cinghiali e gatti selvatici, ma è possibile imbattersi anche in esemplari di caprioli e lupi appenninici. Per quanto riguarda gli uccelli sono presenti, tra gli altri, il falco pellegrino, il gheppio ed il lodolaio.L’Aquila (Aq)
L’Aquila, situata nel cuore dell’Abruzzo, è la provincia più estesa della regione e ospita il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, un autentico gioiello naturale. La città di L’Aquila, capoluogo regionale, è nota per la sua ricca storia e il patrimonio artistico, come la Basilica di Santa Maria di Collemaggio e il Forte Spagnolo. Dopo il devastante terremoto del 2009, la città ha intrapreso un processo di ricostruzione che ha restituito nuova vita al suo centro storico. La provincia è anche rinomata per i borghi medievali, come Santo Stefano di Sessanio, e le sue tradizioni culinarie, tra cui lo zafferano dell'Aquila DOP.

Chieti è un comune italiano di 52.563 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Abruzzo. Gli abitanti di Chieti si chiamano teatini dall'antico nome latino e greco della città, Theate o Thegeàte, Θεάτη o Θηγεάτη in greco. La città di Chieti è sede, insieme a Pescara, dell'Università Gabriele D'Annunzio: nel campus di Chieti hanno sede otto facoltà, il Rettorato e la Direzione Generale. Chieti si trova nella parte centro-orientale dell'Abruzzo, a 330 metri sul livello del mare, su un colle che divide le acque del bacino del fiume Aterno-Pescara (a nord) da quelle del fiume Alento (a sud). La città gode di una favorevole posizione geografica, sia perché vicina alla riviera adriatica ed alle masse montuose della Majella e del Gran Sasso con i relativi ed immaginabili paesaggi (è detta "il terrazzo d'Abruzzo" e "la città aerea"), sia perché è servita dalle principali reti di trasporto del versante adriatico del Centro Italia. La città è costituita da due nuclei principali, Chieti Alta e Chieti Scalo. Chieti Alta è il nucleo più antico della città e comprende il centro storico che, situato sul colle, ospita numerosi resti ed edifici in vari stili che raccontano delle molte fasi storiche attraversate del capoluogo teatino. Chieti Scalo è invece la parte nuova e maggiormente commerciale della città. Adagiata nella vallata a nord della collina ed estesa fino all'argine destro del fiume Aterno-Pescara, si è sviluppata seguendo prevalentemente il percorso dell'antica Via Tiburtina Valeria (che nel tratto urbano viene ridenominata e suddivisa in Via Aterno, Viale Abruzzo, Viale Benedetto Croce e Viale Unità d'Italia) e della ferrovia che l'attraversa. Proprio grazie al notevole sviluppo di questa parte della città negli ultimi decenni, ad oggi Chieti è bene integrata con tutti i comuni circostanti. Chieti, soprattutto nella zona Scalo, è popolata anche da numerosi studenti universitari che frequentano il Campus dell'Università Gabriele d'Annunzio. Per analizzare la storia di Chieti bisogna andare molto indietro nel tempo: Chieti infatti è fra le più antiche città d'Italia. Le sue origini storiche si confondono con la mitologia; una leggenda racconta che l'odierna Chieti fu fondata nel 1181 a.C. dall'eroe Achille, che la chiamò Teate in onore di sua madre. Anche se si tratta solo di una leggenda, l'eroe omerico è rappresentato nello stemma del Comune su di un cavallo rampante, mentre regge una lancia ed uno scudo su cui è raffigurata una croce bianca su campo rosso con quattro chiavi, che rappresentano le quattro porte d'ingresso della Chieti medievale (Porta Sant'Anna, Porta Santa Maria, Porta Napoli e Porta Pescara). Altre leggende sulle origini di Chieti narrano che venne fondata dai Pelasgi in onore della ninfa Teti (in greco Thètis, Θετις). Secondo lo scrittore Girolamo Nicolino la nascita di Chieti risale al 1.181 a.C. Stando allo storico greco Strabone, la città fu fondata dagli Arcadi e inizialmente denominata Tegeate (in greco Θηγεατη). L'attuale Chieti, chiamata dai romani Teate Marrucinorum, fu subito riconosciuta da questi come la Capitale del bellicoso popolo dei Marrucini, che si distinsero per i duri combattimenti contro Roma conclusi nel 304 a.C. con un trattato di pace chiesto dai Marrucini ed altri alleati italici. Da quel momento i Marrucini divennero fedeli alleati dei Romani, offrendo loro appoggio militare in numerose ed importanti battaglie (contro Pirro, contro i Galli Cisalpini, contro Perseo di Macedonia, contro Annibale ed Asdrubale).Chieti (Ch)
La provincia di Chieti, che si estende dal massiccio della Majella al mare Adriatico, offre una combinazione unica di paesaggi montani e marini. La città di Chieti, uno dei centri più antichi d’Italia, conserva importanti testimonianze romane, come il Teatro e i Templi. La costa dei Trabocchi, con le sue strutture di pesca tradizionali, è uno dei simboli più suggestivi della provincia e rappresenta una meta imperdibile per chi ama il mare e la gastronomia. La Majella, conosciuta come la “Montagna Madre”, è il cuore del Parco Nazionale della Majella, che protegge una straordinaria biodiversità e antichi eremi incastonati nella roccia.

Pescara è un comune italiano di 121.470 abitanti. È la città più popolosa dell'Abruzzo ed è con L'Aquila sede degli uffici del Consiglio, della Giunta e degli Assessorati regionali. Pescara è anche sede insieme a Chieti dell'Università Gabriele d'Annunzio, di cui ospita quattro dipartimenti universitari. Pescara è situata sulla costa adriatica, a circa 4 m s.l.m. e si sviluppa intorno alla foce dell'Aterno-Pescara. Territorio: La costa è bassa e sabbiosa: la spiaggia si estende senza soluzione di continuità a nord e a sud del fiume. Il tessuto urbano si sviluppa su un'area pianeggiante a forma di T, che occupa la valle intorno al fiume e la zona litoranea; a nord ovest e a sud ovest la città si estende anche sulle colline circostanti. La città è interessata dalla presenza di falde freatiche, che con le escursioni stagionali, rimontano anche di un metro, specialmente in primavera, a seguito dello scioglimento delle nevi sui monti. La costa dove si estende la città era un tempo quasi interamente occupata da una vasta pineta mediterranea, dove predominava la specie del Pino d'Aleppo. Questo bosco fu in gran parte abbattuto alla fine dell'Ottocento e poi ancora negli anni cinquanta del secolo scorso per fare posto alle nuove costruzioni. Gli esemplari superstiti sono diffusi nella pineta D'Avalos (oggi riserva naturale), nella zona di Porta Nuova, e in una fascia costiera della lunghezza di circa due chilometri suddivisa fra i comuni di Pescara e di Montesilvano (Riserva naturale Pineta di Santa Filomena). Pescara si trova a 42°27' Nord di latitudine, e 14°13' Est di longitudine. Il suo clima si inquadra nella tipologia mediterranea, con estati calde, ma spesso molto umide per via dei regimi di brezza da NE, a volte intensi, che dal mare giungono sulla terra soprattutto in concomitanza con il perseverare di strutture anticicloniche di matrice africana, le quali sospingono negli alti strati dell'atmosfera aria molto calda che contrasta con l'aria "fresca" sulla superficie del mare. Questo particolare fenomeno impedisce alle temperature di superare la soglia dei 35 °C, ma in compenso ne aumenta fortemente la sensazione di calore per il considerevole aumento dell'umidità. Il regime di brezza durante l'estate segue una rotazione ben precisa e costante dei venti. Dalle 21 di sera alle 9 di mattino soffia la brezza di terra (al massimo 5-7 nodi), proveniente da SO, in genere molto più debole della brezza di mare, che invece inizia a spirare verso le 9 del mattino, arrivando repentinamente, inizialmente con una direzione da NE e terminando verso le 20/21 di sera dal quadrante ESE. In condizioni di stabilità atmosferica, la brezza marina può arrivare anche a 15 nodi in concomitanza con le ore più calde della giornata, facendo così raggiungere i valori termici più bassi del giorno proprio tra le 12 e le 15 del pomeriggio. Da notare che la brezza marina che soffia da NE è quella che è in grado di apportare sulla città i massimi indici di umidità, mentre quella da ESE è molto più secca e non influisce molto sull'andamento termico della giornata. Tuttavia, le temperature estive riescono a sorpassare anche di molto i 35 °C solo in presenza del "garbino", vento proveniente dall'entroterra africano che, scagliandosi con velocità sui monti dell'Abruzzo, nella sua discesa provoca un forte riscaldamento e un radicale abbassamento delle percentuali di umidità. I monti situati non lontano dalla città, la Maiella e la catena del Gran Sasso, hanno un'influenza importante sul clima pescarese, i quali, in presenza di correnti da SO espongono Pescara al sopracitato "garbino" o favonio (o foehn), un vento forte, che non di rado raggiunge anche i 100 km/h e provoca un repentino aumento delle temperature e una notevole diminuzione dell'umidità relativa. Per tale motivo, non sono rari gli inverni con temperature giornaliere che sfiorano o superano i 20 °C.Pescara (Pe)
Pescara, la provincia più popolosa dell’Abruzzo, è il fulcro economico e culturale della regione. Il capoluogo omonimo, affacciato sul mare Adriatico, è una città vivace con una forte vocazione turistica e commerciale. Celebre per essere la città natale del poeta Gabriele D’Annunzio, ospita il museo a lui dedicato. Pescara è anche rinomata per le sue lunghe spiagge sabbiose e il porto turistico, ideale per gli sport acquatici e le attività ricreative. Nell’entroterra, si trovano colline punteggiate da vigneti e uliveti che producono vini di pregio come il Montepulciano d’Abruzzo.

Teramo (in abruzzese Tèreme) è un comune italiano di 54.716 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Abruzzo. Teramo è situata nella parte settentrionale dell'Abruzzo, nella Val Tordino, in una zona collinare sotto le pendici del Gran Sasso, che digrada verso la costa con una ricca vegetazione di vigneti e oliveti. La città sorge alla confluenza del fiume Tordino con il torrente Vezzola che cingono il suo centro storico. Essendo adagiata in una profonda conca, il clima è di tipo temperato semicontinentale, di transizione tra quello mediterraneo-collinare (tipico della zona teatina) e quello continentale (tipico del sulmonese), sia per quanto concerne le temperature, che nel mese più freddo (gennaio) si aggirano sui 5,5 °C e in quello più caldo (luglio) sui 25 °C, con un'escursione di quasi 20 °C, sia per le precipitazioni, che si aggirano sugli 800 mm annui e sono concentrate soprattutto nel primo autunno (settembre-ottobre). In inverno la neve può cadere abbondante, come testimoniato sia dal gennaio/febbraio 2005, sia soprattutto dal recente episodio del febbraio 2012. Data la sua posizione nel cuore di una bassa vallata, in estate non sono rari gli episodi di caldo intenso e afa stagnante. La gastronomia teramana è sorprendentemente ricca e varia e trae da antichissime tradizioni contadine i suoi inconfondibili profumi e sapori. Un vero e proprio rituale propiziatorio si celebra all'arrivo della primavera, ogni primo maggio, con la preparazione delle Virtù, un piatto le cui origini si perdono nella notte dei tempi quando, alla fine dell'inverno, le contadine univano alle primizie portate dalla buona stagione ciò che era rimasto nelle dispense delle scorte invernali. La preparazione, che secondo la tradizione dura tre giorni e tre notti, è estremamente laboriosa perché i numerosi ingredienti (fave e piselli freschi, lenticchie, ceci, fagioli, indivia, carciofi, spinaci, cicoria, bietole, cime di rape, cuori di sedano, zucchine, aglio, cipolla, erbe aromatiche, prosciutto, cotenna, orecchio e piedini di maiale, cotiche, “pallottine”) vanno cotti separatamente, e solo alla fine si possono amalgamare con la pasta, di vari tipi e colori, che dovrebbe essere fresca anche se sono molto comuni le paste secche ed i tortellini, nonostante i puristi storcano il naso. Le famiglie che ancora seguono la tradizione donano e scambiano le Virtù che vengono confrontate e giudicate; al giorno d'oggi, però, gran parte dei teramani si affida ai ristoranti che, ogni primo maggio, ne vendono grandi quantità. Un altro piatto principe della cucina teramana sono i Maccheroni alla chitarra o "Chitarra con le pallottine", nonostante il nome si tratta di una sorta di spaghetti a sezione quadrata che si ottengono pressando la sfoglia di pasta sulla chitarra: un attrezzo tradizionale abruzzese costituito da fili d'acciaio tesi, accostati parallelamente, su un'intelaiatura di legno. L'eccezionalità di questo piatto è nel sugo ricco di carne sotto forma di “pallottine”: piccolissime polpettine di carne mista preparate a mano e fatte soffriggere. Oltre alle “pallottine”, un elemento caratterizzante della cucina teramana sono le "scrippelle": sottilissime frittatine preparate versando su una padella caldissima una pastella di farina, acqua e uova; tanto simili alle ‘crepes' dei francesi che, secondo alcuni, da Teramo furono portate oltralpe al seguito dei loro eserciti. Le "scrippelle" sono alla base di due dei piatti fondamentali della cucina teramana: le straordinarie scrippelle mbusse: cioè bagnate, immerse in un leggero brodo di gallina dopo essere state cosparse di parmigiano ed arrotolate, ed il timballo di scrippelle, dove sostituiscono la pasta sfoglia nel separare gli strati di ingredienti: poco sugo, tante “pallottine” e tutto ciò che il gusto e l'esperienza della cuoca suggeriscono. Un primo piatto caratteristico del teramano è la "Zuppa di ceci, funghi e castagne". Le saporite Mazzarelle: una foglia di indivia legata con un budellino che avvolge pezzetti di coratella d'agnello (fegato, cuore e polmoni), con cipolla, aglio e prezzemolo, possono essere semplici o con il pomodoro. E poi le ‘Ndocca ‘Ndocca, il classico piatto povero dei contadini nel quale si utilizzano tutte le parti del maiale (orecchie, muso, cotenna, piedi, costate) che non possono diventare prosciutti o salumi. Parlando di dolci, si ricordano i "Caggionetti", tipico dolce abruzzese a forma di raviolo: una sfoglia leggerissima contiene un ripieno che, nei Caggiunitt‘ teramani è a base di castagne, insieme ai classici cioccolato, mandorle tostate, cedro candito, buccia di limone, rum e cannella e Li pappatill o "Pepatelli", (anche questi tipici del periodo natalizio come i "Calcionetti") sono preparati con farina mista bianca e integrale, mandorle miele e pepe in polvere con l'aggiunta di scorza d'arancia. Li pappatill risultano durissimi per cui vengono tagliati in fette sottili che hanno una forma che ricorda i cantucci toscani. Ancora Li sfujatell "Le sfogliatelle", che si differenziano da tutte le altre perché anticamente venivano preparate dalle pazienti massaie, con la marmellata d'uva fatta in casa; al giorno d'oggi si utilizzano anche altre marmellate. Si aggiungono mandorle e cacao in polvere e questo ripieno va poi messo dentro una sfoglia che una volta cotta avrà la tipica forma di mezza luna sfogliata. Sulle colline tramane si coltivano i tipici vitigni abruzzesi: il Montepulciano d'Abruzzo rosso o cerasuolo ed il Trebbiano d'Abruzzo bianco; il Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane DOCG è considerato uno dei i migliori vini della penisola.Teramo (Te)
La provincia di Teramo si estende dal mare Adriatico fino ai monti dell’Appennino, offrendo un paesaggio variegato e affascinante. Il Parco Nazionale del Gran Sasso, con il maestoso Corno Grande, è una delle attrazioni principali per gli amanti della montagna e del trekking. Teramo, il capoluogo, è una città ricca di storia con siti archeologici romani come il Teatro e l’Anfiteatro. La costa teramana, conosciuta come la “Riviera Adriatica”, è famosa per le sue spiagge sabbiose e ben attrezzate, tra cui quelle di Giulianova e Roseto degli Abruzzi.


La cucina abruzzese è la tradizionale cucina dell'Abruzzo; essa è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera; tra gli alimenti più utilizzati troviamo: il pane, la pasta, la carne, i formaggi e il vino. L'isolamento che per decenni ha caratterizzato la regione ha fatto sì che quest'ultima mantenesse un'arte culinaria viva ed indipendente. Tra i prodotti abruzzesi che sono entrati nell'immaginario collettivo di tutto il mondo troviamo i classici confetti tipici della città di Sulmona, lo zafferano coltivato principalmente nell'altopiano di Navelli, gli arrosticini di pecora, gli spaghetti alla chitarra e il prestigioso vino....
In Abruzzo, le opzioni per dormire sono molteplici e variegate, offrendo esperienze uniche a seconda delle preferenze di viaggio. I borghi storici sono ideali per chi cerca autenticità, con antiche dimore trasformate in accoglienti bed and breakfast o boutique hotel, spesso arredati con dettagli che richiamano la tradizione locale. Per chi ama la natura, l'Abruzzo offre rifugi di montagna, agriturismi immersi nel verde e case vacanze vicino ai parchi nazionali, perfetti per esplorare i sentieri e godere della tranquillità rurale. Chi preferisce il mare può scegliere tra hotel sulla costa, residence moderni o piccole strutture a conduzione familiare nei pittoreschi paesi costieri, con la possibilità di godere di panorami mozzafiato sull’Adriatico. Per un soggiorno più esclusivo, la regione vanta anche resort termali e spa, dove rilassarsi tra trattamenti di benessere e comfort moderni, o castelli e ville storiche, che offrono un’esperienza raffinata e unica. Indipendentemente dalla scelta, l’ospitalità abruzzese è sempre contraddistinta dalla genuinità e dall’attenzione ai dettagli, rendendo il soggiorno un’esperienza indimenticabile.

L'Organizzazione Mondiale del Turismo (O.M.T.) riconosce il turismo come uno strumento potente per promuovere obiettivi fondamentali a livello globale, quali lo sviluppo economico, la comprensione internazionale, la pace e la prosperità. Nel suo statuto e nel Codice Etico, sottolinea il valore del turismo nell'incoraggiare il rispetto universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali, senza discriminazioni basate su razza, sesso, lingua o religione.
Il turismo rappresenta un mezzo per favorire l'incontro diretto tra persone di culture e stili di vita differenti, creando legami spontanei che possono abbattere barriere e promuovere...
Rocca Calascio è il Castello più alto dell’Appennino La Torre si erge ad un altezza di 1520 m.s.l.m. Domina il versante sud del Gran Sasso d’Italia e si trova ai confini di Campo Imperatore. Dalla Rocca si spazia, ad ovest, verso il Monte Sirente ed il Velino, a nord verso il Gran Sasso e Campo Imperatore, a sud e parte di est verso la Piana di Navelli. Domina il sottostante paese di Calascio che si trova a 1200 metri di quota. In un documento del 1380 si ha la prima citazione di Rocca Calascio, intesa come torre di avvistamento isolata, ma la costruzione della torre è da collocarsi intorno all’anno 1000. Ad Antonio Piccolomini si deve attribuire, verso il 1480, la realizzazione delle 4 torri attorno all’originario torrione di Rocca Calascio, il muro di cinta attorno al paese e la ricostruzione di gran parte dell’abitato distrutto dal furioso terremoto del 1461. Nelle vicinanze della Rocca si trova la Chiesa di Santa Maria della Pietà, costruita dai pastori intorno al 1400 come ringraziamento alla Madonna quando i soldati dei Piccolomini respinsero, in una sanguinosa battaglia, un gruppo di briganti provenienti dal confinante Stato Pontificio. Punto di osservazione di elevata strategia militare, era in grado di comunicare, mediante l’ausilio di torce durante la notte e di specchi nelle ore diurne attraverso innumerevoli collegamenti ottici disseminati nel territorio, con i castelli della costa adriatica. Con la dominazione aragonese fu istituita la “Dogana della mena delle pecore in Puglia” e la pastorizia transumante divenne la principale fonte di reddito del Regno. Fu quindi un momento di notevole sviluppo per i paesi della Baronia che nel 1470 possedevano oltre 90.000 pecore e fornivano ingenti quantitativi di pregiata “lana carapellese” a città come L’Aquila e Firenze. Nel 1579 Costanza Piccolomini, l’ultima della famiglia, vendette la Baronia, il Marchesato di Capestrano e le terre di Ofena e Castel del Monte a Francesco Maria Dè Medici, Granduca di Toscana per 106.000 ducati. Nel 1743 il territorio passò sotto la dominazione Borbonica. Nel 1703 un disastroso terremoto demolì il castello ed il paese di Rocca calascio: furono ricostruite solo le case nella parte bassa dell’abitato e molti abitanti preferirono trasferirsi nella sottostante Calascio. Un progressivo spopolamento ha ridotto il numero degli abitanti della Rocca da circa 800 nel 1600 a zero nel 1957. Calascio, a sua volta, ha iniziato il suo declino a fine ‘800, subendo gli effetti di una massiccia emigrazione nei primi decenni del ‘900. Una popolazione di circa 1900 abitanti nel 1860, ridotta nel 1892 a soli 299. Oggi la Rocca è conosciuta dal grande pubblico per essere di frequente oggetto di grandi set cinematografici: tra questi “Lady Hawke”, stupenda favola ambientata nel medioevo con Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer e, più recentemente, un film su Padre Pio da Pietralcina.
La provincia dell'Aquila è un mosaico di luoghi straordinari, segnati dalla forza della natura e dalla determinazione delle sue comunità. Questo territorio, spesso messo alla prova da eventi sismici devastanti, testimonia una straordinaria capacità di resilienza. Nonostante le difficoltà, gli abitanti continuano a ricostruire, preservando le tradizioni e l'identità che rendono unica questa terra.
Attraverso dieci destinazioni imperdibili, vi invitiamo a scoprire una provincia autentica, dove storia e cultura si intrecciano con paesaggi suggestivi. Ogni luogo, rinato dalle macerie, racconta una storia di forza e speranza, pronto a sorprendervi con la sua bellezza senza tempo.
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, situata a L'Aquila, è uno dei simboli più importanti della città e dell'Abruzzo. Fu fondata nel 1288 su iniziativa di Pietro Angelerio, il futuro Papa Celestino V, ed è celebre sia per la sua bellezza architettonica che per la sua importanza storica e spirituale. La basilica è un capolavoro che unisce stili romanico e gotico, con influenze tipiche dell'architettura locale. La facciata, rivestita in pietra bianca e rosa, si distingue per le sue decorazioni geometriche e il magnifico rosone centrale. I tre portali presentano dettagli scultorei raffinati, con il portale maggiore particolarmente elaborato. L'interno, a tre navate, è semplice ma suggestivo, e custodisce il mausoleo di Celestino V, dove riposano le spoglie del santo. La basilica è inoltre famosa per la Perdonanza Celestiniana, il giubileo annuale istituito da Celestino V nel 1294 con la Bolla del Perdono, che ogni anno attira numerosi pellegrini nei giorni del 28 e 29 agosto. Il terremoto del 2009 ha causato gravi danni alla basilica, con il crollo della volta e di altre parti strutturali. I lavori di restauro, terminati nel 2017, hanno restituito alla basilica il suo splendore, utilizzando tecniche moderne per garantire sicurezza e fedeltà storica. La Basilica di Collemaggio rappresenta oggi un luogo di grande significato, non solo per la sua rilevanza religiosa, ma anche come simbolo della resilienza della città dell'Aquila.

La provincia dell’Aquila, immersa nel cuore dell’Abruzzo, è un territorio ricco di storia e spiritualità, dove chiese e santuari raccontano secoli di fede e tradizioni.
Tra i paesaggi montuosi del Gran Sasso e della Majella, sorgono luoghi di culto che custodiscono tesori artistici e culturali, attirando pellegrini e visitatori da ogni parte del mondo. L’Aquila stessa, capoluogo della provincia, vanta edifici religiosi di grande rilievo. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un capolavoro del gotico abruzzese, famosa per la sua facciata policroma e come luogo d’origine della Perdonanza Celestiniana, un evento spirituale unico al mondo. A poca distanza, la Chiesa di San Bernardino...
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